Si confermano piu' spirituali geometrie verticali e zone montane
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 26 lug. -Dalla notte dei tempi, l'uomo considera la montagna come uno dei luoghi dove coltivare meglio la spiritualita', dove avvicinarsi di piu' al sacro. E ora i ricercatori del dipartimento di Psicologia dell'Alma Mater di Bologna hanno deciso di esplorare questa percezione. Da poco pubblicato sulla rivista 'Perception', lo studio (dal titolo "Geometrical factors in the perception of sacredness") e' il primo nel suo genere e mostra i risultati di alcuni esperimenti realizzati per capire in quali forme e in quali ambienti le persone tendono ad individuare l'idea di sacro. A realizzarlo i due ricercatori dell'Ateneo Marco Costa e Leonardo Bonetti.
Il loro lavoro ha restituito risultati che, di fatto, "spiegano e confermano le strategie utilizzate nel corso dei secoli per convogliare un maggiore senso del sacro in architettura- sottolinea l'Ateneo in una nota- dalla spinta in elevazione verticale delle chiese alla disposizione degli edifici religiosi nelle zone piu' alte delle citta', senza dimenticare il concetto di montagna sacra, presente in moltissime confessioni religiose".
Dalla ricerca, ad esempio, si conferma che i vertici delle montagne e le zone d'altura sono percepite come piu' 'sacre' rispetto alle regioni a valle. Per quanto riguarda le forme geometriche, invece, quelle curve come sfere o cilindri sono piu' facilmente percepite come sacre rispetto a solidi con angoli e spigoli come cubi o parallelepipedi. E ancora, le figure verticali evocano piu' spiritualita' di quelle sdraiate in orizzontale, cosi' come sono percepite come maggiormente sacre le figure simmetriche rispetto a quelle asimmetriche. Inoltre, il vertice e il centro delle figure (sia a due che a tre dimensioni) sono le aree dove piu' e' racchiuso un senso di sacralita'.
Alle persone coinvolte nella ricerca e' stata mostrata infine una stanza virtuale, separata da un divisorio trasversale che delimitava una zona inaccessibile. In questo caso, la zona vietata veniva valutata come piu' 'sacra' rispetto a quella dove era permesso entrare, dimostrando che uno spazio che viene delimitato, separato e reso non raggiungibile tende a essere investito anche di sacralita'.
(Wel/ Dire)