(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 28 lug. - Cinque giorni su una nave al largo dalle coste italiane separati dai genitori. E' il progetto di empowerment destinato agli adolescenti dai 10 anni in su con patologie croniche e/o acute, una realta' che esiste dal 2007 e si chiama 'Nave Italia': il brigantino Swan fan Makkum messo a disposizione dalla fondazione 'Tender To Nave Italia' (costituita il 10 gennaio 2007 dalla Marina Militare e dallo Yacht Club Italiano) alle associazioni non profit, Onlus, scuole, ospedali, servizi sociali, aziende pubbliche o private, per promuovere la cultura del mare e della navigazione attraverso strumenti di educazione, formazione, abilitazione, riabilitazione, inclusione sociale e terapia.
A fine giugno e' partita un'equipe di accompagnatori dell'Ospedale pediatrico Bambin Gesu' di Roma, formata da una psicologa, una onco-ematologa e due infermieri, insieme a un gruppo di 13 adolescenti con malattie onco-ematologiche. Accanto al personale medico, psicologico e infermieristico, e ai presidi di emergenza, erano presenti nello staff un bagnino e un volontario. "Durante la settimana erano previste attivita' mirate alla gestione delle autonomie personali, con particolare attenzione alle pratiche quotidiane e con spazi dedicati a mansioni marinaresche. Attraverso questo progetto di empowerment si offre ai ragazzi la possibilita' di prendersi carico di se stessi, con la supervisione della figura dello psicologo che conosce gli adolescenti dall'inizio del percorso di cura. Le attivita' previste mirano a una maggiore elaborazione del percorso di malattia con conseguente ospedalizzazione e con la possibilita' di un confronto tra adolescenti con gli stessi vissuti relativi alla patologia di cui sono affetti. La lontananza da casa permette loro di sperimentarsi in un contesto lontano dalle cure familiari, la possibilita' di misurarsi con le loro reali capacita'". A spiegarlo alla DIRE e' Domitilla Secco, psicologa psicoterapeuta dell'Ospedale Bambin Gesu' di Roma, che ha preso parte al progetto coordinato dalla responsabile Simonetta Gentile, psicologo psicoterapeuta dell'Unita' operativa di Psicologia del Bambin Gesu' e dalla dottoressa Angela Mastronuzzi, oncoematologa dell'Unita' di Oncoematologia dello stesso Ospedale.
"I limiti e i disagi che questi ragazzi sono costretti ad affrontare inibiscono i processi di individuazione che sono fondamentali per lo sviluppo dell'identita' personale. Attraverso il lavoro e il confronto tra pari- continua la terapeuta- sviluppano una immagine di se' piu' integrata in cui i processi di motivazione, coinvolgimento e responsabilizzazione in gruppo permettono di riconoscere e valorizzare le loro competenze personali e sociali".
La condivisione e il mutuo aiuto "migliorano le relazioni sociali, la consapevolezza rispetto la malattia e l'autostima". Il progetto di collaborazione tra Nave Italia e l'Ospedale Bambino Gesu' "nasce con un percorso proposto ai pazienti con patologie metaboliche che dal 2011 hanno potuto sperimentare uno spazio dedicato alle loro specifiche necessita' dietetiche e cliniche-aggiunge Secco-, dal 2012 sono stati poi coinvolti i ragazzi con epilessia e negli ultimi tre anni quelli con patologie onco-ematologiche".
Trattandosi di una nave, non si puo' dimenticare che l'acqua ha il suo valore. "Spesso sono adolescenti che non entrano in acqua da 1 o 2 anni- conclude Secco-, per cui entrare e nuotare in mare aperto ha un forte impatto su di loro. È certamente un ritorno alla vita".
Per consultare tutti i progetti della fondazione, consultare il sito
www.naveitalia.org (Wel/ Dire)