Il libro di Daniele La Barbera (Unipa) e Vincenzo Caretti (Lumsa)
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 26 lug. - "Sedici anni fa', con Vincenzo Caretti (professore di Psicologia Dinamica della Lumsa), scrivemmo il libro 'Psicopatologia delle Realta' virtuali' che non furono in molti ad apprezzare, non perche' il libro fosse scarso ma forse perche' troppo avanti, troppo pionieristico. Non solo i lettori generalisti ma anche studiosi e ricercatori accademici e non, allora giudicarono, non senza una certa tendenza alla irrisione degli studi e degli studiosi, i temi del virtuale e della nuova psicopatologia legata alle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (ICT) irrilevanti, di nicchia, frutto di interessi sfiziosi, piu' ludici che scientifici; e invece leggere oggi quelle pagine, come molti colleghi mi confermano, da' una sensazione di epifania, ti appare un mondo di riflessioni e di interpretazioni sulla realta' in cui viviamo che quel libro aveva intuito e immaginato mirabilmente". Lo scrive su Facebook Daniele La Barbera, psichiatra e direttore della Clinica Psichiatrica e della Scuola di specializzazione in Psichiatria dell'Universita' di Palermo (Unipa).
"Con un paio di decenni di anticipo, insieme con quel gruppo di visionari che si era coagulato intorno al progetto del libro (uno tra tutti, Marco Psychomedia Longo), avevamo cercato di comprendere che sviluppi avrebbero avuto i comportamenti tecnologici, quali ripercussioni sulla psiche individuale e collettiva, quali dinamiche avrebbero messo in moto. E oggi- continua il professore- quel mondo intuito e immaginato prende forma in modo sempre piu' definito e strutturato, siamo ufficialmente entrati nell'epoca della 'Realta' aumentata' e della 'Realta' virtuale' immersiva, ambientale. Gia' il termine stesso di 'realta' aumentata' potrebbe da solo, per i suoi tanti significati e le provocazioni culturali e filosofiche che anche involontariamente propone, essere oggetto di una tesi di laurea o anche di uno studio piu' ponderoso e sistematico... Puo' la realta' aumentare? La realta' e' qualcosa che si lascia piegare alle nostre estensioni tecnologiche e, assieme a lei, anche il nostro cervello e la nostra mente sono altrettanto flessibili e modificabili? Ma mentre gli studiosi studiano- afferma La Barbera- le persone vivono e sperimentano ed e' cosi' che ormai da alcuni mesi Pokemon GO ha inaugurato la prima esperienza di realta' aumentata di massa, la prima grande contaminazione tra reale e virtuale, tra realta' e finzione, sperimentata, non attraverso uno schermo televisivo, un display, un video, ma direttamente nella 'realta''. La questione non e' da poco- sottolinea lo psichiatra- perche' si tratta di fare diventare la nostra realta', la realta' vera nella quale viviamo, il luogo delle nostre 'finzioni' spettacolari, ribaltando e invertendo prepotentemente lo stesso concetto di fiction. Questa non si realizza piu' 'dentro' un dispositivo tecnologico, ma, attraverso la mediazione di tale dispositivo, prende corpo direttamente nei posti veri e reali in cui viviamo una vita vera (?). E allora tutti quei concetti di cui si parlava sedici anni fa, dissociazione, dipendenza, perdita del senso del reale, turbe dell'attenzione, li vediamo pienamente realizzati in questo tipo di esperienze. Leggo che in America il proprietario di una villa non ha esitato a sparare di notte a due giocatori in cerca del Pokemon che si aggiravano nei paraggi della sua proprieta' e che credeva ladri; leggo di ragazzi che finiscono sotto un'automobile, presi dalla caccia al pupino virtuale, ma leggo anche di persone isolate e schive, che con questo gadget stanno cominciando a uscire di casa e socializzare. Guai alle semplificazioni, come quelle che leggevo oggi su qualche quotidiano. E' certo che la 'psicologia dell'altrove', sta davvero diventando la nuova chiave di lettura per comprendere l'esperienza psichica del soggetto post-moderno e Pokemon GO ha il pregio- conclude- di portare questo altrove fin nel posto in cui viviamo la vita cosiddetta vera".
(Wel/ Dire)