Sipp: Loro contributo in osservazione e trattamento detenuti ancora utile
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 lug. - "Il Consiglio di Stato, nella sentenza depositata lo scorso 4 luglio, ha accolto il ricorso del ministero della Giustizia e completamente ribaltato la sentenza del TAR Lazio dello scorso anno che aveva annullato una circolare del DAP (del 2013) contestata da psicologi e criminologi penitenziari (i cosiddetti 'esperti ex art. 80 O.P.'). Il Consiglio di Stato stabilisce che il ministero della Giustizia puo' e deve utilizzare a propria discrezione le circolari in assenza di altre indicazioni e conclude che psicologi e criminologi penitenziari devono essere a 'rotazione' e che l'interesse pubblico si persegue mediante il loro 'ricambio'". Lo rende noto la Societa' italiana psicologia penitenziaria (Sipp) in un comunicato.
"Non e' in discussione il diritto del ministero ad emettere una circolare per regolamentare il lavoro degli 'esperti', ma il contenuto della circolare che non ha tenuto conto di una esperienza maturata in piu' di 35 anni di contratti rinnovati anno per anno, che il lavoro dei cosiddetti esperti e' diventato - proprio grazie ad altre circolari - di fatto strutturato e continuativo, che lo stesso DAP negli anni scorsi aveva chiesto la stabilizzazione di tale ruolo, che dispone nuove selezioni per 'esperti' senza valutare l'esperienza, ecc.. Ma l'aspetto veramente difficile da comprendere e da accettare sotto profilo umano, etico, professionale e scientifico, e' come si possa concepire che nel delicato lavoro di osservazione e trattamento del detenuto lo psicologo/criminologo- aggiunge la nota- possa essere a rotazione al massimo ogni 4 anni (per fortuna tale 'rotazione' non vale per tutti gli altri operatori penitenziari cosi' come il loro 'ricambio'). La questione, come abbiamo sempre evidenziato, non e' legata alla difesa di una categoria (psicologi/criminologi), di un 'lavoro' (poche ore al mese) o a un contenzioso a cui si e' dovuti ricorrere per 'legittima difesa' e tutela della dignita' professionale, ma se il contributo psicologico/criminologico nell'ambito della attivita' di 'osservazione e trattamento' dei detenuti sia ancora utile e non solo formale ed avere il necessario carattere di continuita'.
Su tale aspetto speriamo che il ministro, i dirigenti del DAP, i magistrati di Sorveglianza, i garanti dei detenuti, gli operatori penitenziari e quanti si occupano di esecuzione della pena, facciano sentire la loro voce per suggerire una soluzione adeguata che tuteli i detenuti- conclude- e anche gli psicologi/criminologi che hanno garantito la loro attivita' per decenni".
(Wel/ Dire)