Gomorra e il potere dell'Ombra
Articolo di Luisa Piroddi, psicologa, su psicologiainonda.wordpress.com
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 lug. - Con la nuova stagione di Gomorra si moltiplicano, insieme all'attesa, i commenti sul destino dei suoi protagonisti, immagini rubate dal set, interviste alla ricerca di indizi e anticipazioni. Un successo travolgente, quello della serie tratta dal romanzo di Roberto Saviano, che non si spiega solo con bravi attori e ottima scrittura, e che chiama in causa invece meccanismi piu' profondi in corsa sotto la superficie della nostra coscienza.
Per volonta' dello stesso autore i personaggi di Gomorra "sono tutti cattivi" in un mondo dove non c'e' spazio per la redenzione e l'innocenza, e non esistono eroi buoni in grado di contrastarli. Quando leggiamo, ascoltiamo, guardiamo una storia, non importa se sui libri, al cinema o in TV, assistiamo alle avventure di personaggi che incarnano l'Io del soggetto, e che attraverso le avventure affrontate e le persone incontrate, arrivano a plasmare la propria identita' dando origine al Se', ovvero la meta di ogni individuo nel proprio percorso di autorealizzazione. Nel mondo di Gomorra pero' non c'e' spazio per l'Io, ma solo per il "Mio", e il fine di ogni personaggio non e' mai evolversi o rincorrere la propria crescita personale, ma accrescere i propri beni e il proprio potere. Odio, rancore, rabbia e vendetta le uniche emozioni consentite.
Immergersi in un episodio di Gomorra consente cosi' a chi lo guarda di aprire lentamente la porta dell'Ombra, quella parte di se' che contiene tutti i nostri aspetti inespressi, irrealizzati o respinti perche' sgradevoli e inaccettabili, la dimora di cio' che vorremmo essere ma non abbiamo mai avuto il coraggio di diventare. Nella casa dell'Ombra albergano i mostri del nostro mondo interiore custoditi nell'oscurita', al riparo dai giudizi e dalla disapprovazione. Se l'identificazione diretta con i personaggi della serie e' impossibile e rifiutata dalla nostra coscienza piu' civile e ben educata, trova invece un varco sotto il tappeto, li' dove abbiamo nascosto quello che non possiamo mostrare al resto del mondo e talvolta neanche a noi stessi.
Se e' vero come sostiene lo psichiatra Robert Simon che "i buoni lo sognano e i cattivi lo fanno", allora Gomorra rappresenta un innesco potente per il nostro immaginario, in grado di saziarsi di una ferocia vissuta per interposta persona, lasciandoci appagati ma puliti. Di fronte allo scenario della famiglia Savastano ognuno ritrova la parte peggiore di se', ma guai a svelarne il mistero, nessuno ha voglia di guardare troppo da vicino la sua controparte sporca al di la' dello schermo. In fondo e' solo TV, no? (Wel/ Dire)
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