Perche' hanno successo le serie tv attuali? La Barbera (Unipa): Offrono agli spettatori lo specchio di una realta' violenta
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 lug. - "Lo schema dell'eroe positivo e dell'antagonista si sono conservati nelle serie televisive attuali, pero' aggiungendo una complessita' maggiore rispetto ai programmi del passato. Non e' piu' consentita l'ipotesi ingenua che esistano il bene e il male in senso assoluto, l'eroe passa attraverso il male". A dirlo e' Daniele La Barbera, psichiatra e direttore della clinica psichiatrica e della scuola di specializzazione in Psichiatria dell'Universita' degli studi di Palermo (Unipa).
"La postmodernita' introduce l'aspetto dell'indecifrabilita' della realta' e immette nella psiche collettiva l'idea che viviamo in mondi molteplici e complessi che si muovono secondo traiettorie imprevedibili. Queste dinamiche sono riproposte nelle serie tv. Non solo in Gomorra- ricorda il medico- cio' avveniva anche nella prima serie televisiva postmoderna, Twin Peaks, e ritorna in Lost, House of Cards, Returned, The Revenant, The Leftovers e in tante altre ancora". Nelle serie 'Trono di spade' "ogni episodio e' in grado di fornire allo stesso tempo sia dei chiarimenti che dei nuovi dubbi, lasciando il significato sempre sospeso e suscitando nello spettatore un effetto avvolgente sulla sfera affettiva, emotiva e cognitiva. Il Trono di spade- fa sapere il professore- utilizza in modo particolare la tecnica dei colpi di scena: un personaggio leader viene barbaramente e inaspettatamente eliminato e cio' spiazza lo spettatore, ormai fidelizzato a una storia dagli sviluppi del tutto inattesi".
- Perche' hanno tanto successo le serie televisive? "Sono un prodotto culturale tipico dell'epoca attuale, che ha nella serialita' diacronica un elemento particolarmente caratterizzante in quanto consente lo sviluppo discreto di una tematica e un suo approfondimento insieme a una definizione minuziosa dei personaggi, delle biografie, dei contesti, delle circostanze, delle premesse e delle conseguenze di certe azioni o situazioni. Come certa parte della cinematografia contemporanea, ci offrono una preziosa lente attraverso la quale osservare direttamente come il mondo contemporaneo sta cambiando. Questi format di successo fanno affezionare gli spettatori ai personaggi, creando un legame intenso e duraturo. La serialita' fidelizza le persone e le coinvolge in tutta una serie di processi di identificazione e contro-identificazione molto forti, in quanto esasperano le emozioni e i sentimenti attraverso rappresentazioni dinamiche della violenza e di potenti conflitti distruttivi. La diluizione della trama in un tempo piu' lungo- afferma lo psichiatra- permette agli spettatori una maggiore immedesimazione con i personaggi, un coinvolgimento diretto e una maggiore definizione della psicologia dei protagonisti, accrescendone la complessita' degli intrecci e della trama relazionale. È nata addirittura una nuova sindrome: il binge watching (la grande 'abboffata' di serie tv)". In un momento storico postmoderno, in cui le persone "sono sempre piu' avide di emozioni rappresentate e sempre piu' alla ricerca di stimoli, le serie televisive sembrano soddisfare i nuovi bisogni. In psicologia- fa sapere La Barbera- potremmo definirli come 'sensation seekers' e 'novelty seekers', ricercatori di sensazioni ed emozioni sempre nuove".
- Cosa c'e' di diverso rispetto al passato? "L'uomo e' sempre stato interessato alla rappresentazione dei conflitti umani e alle storie violente. Alla radice della produzione narrativa della civilta' occidentale c'e' la tragedia greca- ricorda lo studioso- dove sono centrali temi quali la violenza, la distruttivita' e gli omicidi tra i consanguinei. Se pero' nella tragedia greca era presente l'elemento terapeutico, la catarsi, poiche' gli aspetti drammatici e negativi della mente umana erano rappresentati per bonificarli - per questo motivo si sostiene che i greci antichi non soffrissero di disturbi nevrotici -, oggi le serie televisive non consentono sempre l'elaborazione e la trasformazione degli aspetti negativi, anzi a volte si limitano a spettacolarizzarli. Nella Fiction postmoderna la violenza non e' piu' allusa ma rappresentata in maniera sempre piu' cruda, concreta e realistica con immagini di persone sgozzate, sventrate o fatte a pezzi. Anche questo e' un aspetto tipico di una societa' postmoderna: le persone sono affascinate dalla rappresentazione delle emozioni forti derivanti da conflitti distruttivi, violenti e dolorosi, in cui molto spesso non si realizza nessuna catarsi o superamento".
- Queste rappresentazioni della violenza umana possono influenzare negativamente i giovani? "L'aspetto etico della rappresentazione del male e' suscitare una condanna interiore, una reazione avversativa che sviluppa nelle persone che la osservano gli anticorpi emotivi necessari per contrastarla.
Influenze negative possono rintracciarsi in persone poco strutturate- chiosa lo psichiatra- che vivono in contesti deprivati e a rischio di devianza. Non credo influenzino i ragazzi che crescano in contesti sufficientemente sani- conclude- dove si sviluppano gli strumenti affettivi e culturali idonei a prendere le distanze da ritratti criminali".
(Wel/ Dire)