(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 lug. - 'Un cerchio della cura ricco di specchi cangianti dove ritrovare le molteplici facce di se stesso. Un acceleratore energetico per le nostre aree complessuali'. Ecco cos'e' l'analisi gruppale in chiave psicoanalitica secondo Riccardo Mondo, analista junghiano, che rivede nella 'valorizzazione dell'alterita' insita nell'analisi di gruppo junghiana un richiamo al 'mito di fondazione della Compagnia dell'anello, elemento centrale della saga tolkieniana de 'Il Signore degli anelli''.
L'esponente del Centro italiano di psicologia analitica (Cipa) portera' questa connessione al
XX Congresso internazionale di psicologia analitica, ospitato dall'Associazione di analisti junghiani a Kyoto (Giappone) dal 28 agosto al 2 settembre, con una relazione dal titolo 'The Fellowship of the Ring. The individuation Process in Group Analysis'.
- Qual e' la specificita' di una terapia psicoanalitica di gruppo? 'Rispetto alle altre modalita' analitiche gruppali, si focalizza proprio nello sviluppo del processo individuativo di ogni soggetto interagente. Se nell'analisi duale e' basilare conoscersi dentro di se' e nella relazione con il terapeuta, nel gruppo analitico e' fondamentale riconoscersi nella 'Psiche Plurale' che si esplicita e declina in ogni incontro. Qui l'alterita' s'incarna, non e' piu' come oggetto interno da 'riabilitare'. Il compagno di gruppo- spiega il cofondatore dell'Istituto meridionale di psicologia archetipica (Impa)- porta un'ombra che illumina e trasforma, soprattutto quando ognuno, approfondendo le rispettive individualita', diviene 'necessario' al proprio viaggio individuativo'.
- Quali sono le similitudini tra il lavoro di Tolkien e la terapia psicoanalitica di gruppo? 'La valuta di John Ronald Reuel Tolkien e' il mito, particolarmente il corpo dei miti Nord Europei. Da questo corpus di leggende e miti, Tolkien costruisce un romanzo a struttura circolare, nel quale si ritrovano i temi fondamentali del processo individuativo, con un compito portato a termine - la distruzione dell'anello del potere - e che si conclude la' dove era iniziato - ad Hobbiville, nella terra degli hobbit. Tolkien- continua Mondo- ha raccontato col linguaggio del mito l'avventura di un processo individuativo che si manifesta con la fondazione di un gruppo, che avra' un ruolo fondamentale per salvare il mondo. Allo stesso modo la psicologia junghiana si rifa' alle narrazioni mitiche e archetipiche per comprendere come funziona la psiche'. Per questo motivo, 'nel gruppo terapeutico- spiega l'analista del Cipa- e' necessario creare una 'Compagnia dell'Anello' che sia composta da uomini molto diversi (hobbit, nani, elfi, maghi, uomini), non solo per scoprire, capire e condividere le necessita' di base comuni, ma anche per esaltare le specificita' individuali'.
- Qual e' l'immagine che piu' l'ha colpita nella saga Tolkeniana? 'La dimensione immaginale in cui bisogna entrare e che corrisponde alla Terra di Mezzo- afferma lo studioso- ovvero a quello spazio che intercorre tra l'individuo e il gruppo, l'interpsichico e l'intrapsichico, il normativo e l'etico, e che accoglie le diversita' con uguale dignita'. Sono proprio queste differenze di specie e di carattere, nel tolkienano 'Signore degli anelli', a rendere possibile l'impossibile: la sconfitta di Sauron (l'Oscuro Signore), l'Ombra malefica che deteriora la vita di ognuno'. Nel processo terapeutico di gruppo, prosegue l'analista junghiano, 'e' quindi fondamentale essere parte della 'Compagnia dell'Anello' per diventare un personaggio di una storia piu' ampia, parte di una narrazione a piu' voci che costruisce progressivamente nuove appartenenze e restituisca nuovi legami al mondo'.
- La 'Compagnia dell'anello' in chiave psicoanalitica e' quindi un gruppo terapeutico? 'Si'- risponde Mondo-, perche' creare una 'Compagnia dell'anello' significa affrontare un complesso problema d'integrazione dell'ombra personale e altrui, per arrivare a un fine comune dove gli aspetti cooperativistici superino quelli personalistici'. Nel lavoro di Tolkien 'e' evidente che la fondazione e il mantenimento della compagnia non siano un fatto ne' automatico ne' privo di contraddizioni e di ostacoli. La competizione e l'ombra del potere che ognuno porta con se' rendono complicatissima la nascita del gruppo'. La vicenda della 'Compagnia dell'anello' rappresenta 'la descrizione di un complesso e multiforme processo individuativo che riguarda i nove personaggi che ne fanno parte. Utili nella loro diversita' quanto apparente incompatibilita', ci ricordano quanto sia necessario attivare le parti a noi piu' distanti per la nostra evoluzione'.
- Come mai ci identifichiamo tutti con Frodo Baggins, cosa rappresenta? 'Frodo e' un personaggio che non ha niente di speciale- racconta Mondo- vorrebbe solo sfuggire dal suo incredibile quanto inaspettato destino. Per queste caratteristiche sembra rappresentare le possibilita' implicite nel viaggio di ogni singolo paziente che si avvicini alla terapia gruppale'. Egli incarna 'il tema della trasformazione individuativa, che poi apparterra' ad ogni membro della compagnia negli incontri e nelle prove da superare, e che e' centrale nell'esperienza analitica junghiana di gruppo. Tutto nasce dall'abbandono del quotidiano e nell'accettazione della magica dimensione dello straniamento e della contaminazione. Ogni precedente copione relazionale di gruppo- sottolinea lo studioso- verra' analizzato e rimesso in discussione dalla compagnia, e saranno proposte modifiche, cambiamenti, integrazioni che inevitabilmente destrutturano il precedente modo di stare al mondo'.
- In che senso si parla di straniamento nella terapia gruppale? 'Condurre un individuo a partecipare a un gruppo terapeutico ha un sapore psicologico straniante- precisa lo psicoterapeuta- si invita un paziente a condividere il suo processo di cura con degli sconosciuti, che presentano aree molto problematiche nel manifestarsi e nel relazionarsi. Con queste inevitabili caratteristiche di base non sara' facile costituire insieme un gruppo coeso ai fini della cura. Eppure sara' proprio il confronto, la condivisione e l'analisi dell'ombra relazionale che permettera' 'deo concedente' la costituzione di una 'compagnia terapeutica'. Mai in seduta duale ci sogneremmo di stravolgere i bisogni quotidiani di espressione del paziente con dei contenuti che non gli appartengono. L'Io con i suoi bisogni e' in primo piano- ricorda l'analista junghiano-, il mondo con i suoi agenti sullo sfondo, quest'ultimo continua ad esistere come galassia di oggetti interni con il quale intrattenere opportune relazioni. In questo setting l'analista e' 'servo di scena' del paziente-attore con le sue rappresentazioni immaginali, le accompagna sintonizzandosi ad esse. Se questa relazione duale funziona, tutto cio' e' straordinariamente utile alla cura del soggetto. Oggi, pero', alla luce di una lunga esperienza terapeutica combinata o alternata, individuale-gruppo, direi che l'analisi duale e' assolutamente propedeutica a favorire il processo individuativo, ma non sufficiente, ammesso che qualcosa in una cura lo sia mai'.
- Cosa accade di particolare nel gruppo? 'Emerge il tentativo di ogni partecipante di distribuire 'parti e ruoli malefici' agli altri componenti, in un complesso gioco di proiezioni incrociate. Questo servirebbe ad alleggerirci dissociandoci dalla nostra ombra- chiosa Mondo- ma ritirare la proiezione d'ombra dall'altro e dichiarare la presenza dell'anello del potere che portiamo verso il nostro monte Fato, e' un aspetto fondamentale nel processo di gruppo. Fare emergere la propria ombra dall'invisibilita' sino allo sguardo analitico gruppale e' un passaggio essenziale per passare dall'individualismo all'individuazione'.
- Ha citato l'anello del potere di Sauron. Puo' spiegarci cosa rappresenta in chiave psicoanalitica? 'E' un oggetto polarizzatore dell'Ombra archetipica, che esaspera vizi e virtu' di chi ne brama il possesso. Chiunque gli si avvicini, con intenti inizialmente buoni, e' assorbito in una dimensione di totale negativita'- conclude- dove tramite un'azione disgregatrice la personalita' del singolo e' frammentata e posta al servizio degli istinti piu' brutali'.
(Wel/ Dire)