Promossi a novembre dall'Unipa. La novita'? L'Onoterapia
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 5 lug. - Arrivano in Italia il primo corso di perfezionamento sugli 'Interventi assistiti con gli animali' (IAA) e il primo corso di formazione per 'Coadiutore dell'animale' in ambito universitario. Partiranno entrambi a novembre (il bando uscira' a settembre) e saranno erogati dal dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione dell'Universita' di Palermo (Unipa). Il primo e' rivolto a psicologi, pedagogisti, educatori e medici (soprattutto medici veterinari); il secondo a tutti i soggetti interessati in possesso di un diploma.
"Il mondo della formazione si sta muovendo seguendo le linee guida per le attivita' assistite con gli animali, approvate a marzo 2015, che prevedono diverse tipologie di animali. Noi approfondiremo il cavallo, l'asino e il cane", fa sapere alla DIRE Elena Mignosi, docente di Teorie, strategie e sistemi della formazione e coordinatrice delle due proposte formative.
Entrambi i corsi considerano l'animale come partner e mediatore. "Si lavora in equipe multidisciplinari formate dallo specialista dell'animale, lo psicologo, il medico e il veterinario". La novita' e' quindi l'asino: "Se l'Ippoterapia esiste da tanto tempo, cosi' come le attivita' assistite con i cani, l'Onoterapia (la pet therapy con gli asini) e' invece piuttosto recente. Nasce in Italia a fine anni '90 anche per recuperare un animale destinato all'estinzione: il 70 % degli asini era scomparso dal dopo guerra in poi, non essendo piu' utilizzati nelle campagne, ne' per generare muli per gli alpini".
Eppure si tratta di una specie antichissima. "Spesso si accomuna al cavallo- prosegue Mignosi- ma l'asino e' un animale diverso in termini di abitudini etologiche. È un animale sociale che non puo' vivere da solo, ama il contatto. È estremamente intelligente, ha una sua personalita', e per farlo collaborare lo si deve trattare come un partner. Bisogna convincerlo a fare le cose, incuriosirlo- sottolinea l'esperta- perche' non e' sottomesso o facilmente sottomettibile. Da qui il detto 'testardo come un asino'".
Questo antico animale matura in 3 anni e "vive sui 40-45 anni, con un lungo periodo di apprendimento- fa sapere la studiosa- nei primi anni il suo cervello e' molto plastico. Egli impara guardando. Come i cani, gli asini amano il contatto fisico, si attaccano con la schiena e poggiano la testa sulla spalle. Adorano inoltre il grooming- sottolinea Mignosi- si grattano con i denti l'uno con l'altro".
Rispetto al cavallo, l'asino e' piu' lento, prudente e resistente. Un animale spartano e robusto, "usato dalle classi sociali piu' povere per svolgere i lavori umili. Caratteristiche che nell'immaginario collettivo lo hanno reso disprezzabile, se pensiamo 'alle orecchie d'asino' e alla figura del somaro a scuola". Tuttavia dei vantaggi ci sono dal punto di vista psicologico: "In termini proiettivi, chi ha una scarsa autostima si rispecchia nell'asino, non ne ha paura ma lo percepisce simile e affine. Ecco che l'asino diventa un meraviglioso mezzo per lavorare sull'immagine di se'".
È un animale ottimo per i bambini. "Come sistema di difesa gli asini si bloccano. Davanti a un bambino che da' colpi o tira il pelo, l'asino reagisce con l'immobilita'. Un cane puo' mordere, un cavallo scalciare,un gatto reagire graffiando, gli asini, invece, restano fermi rendendo vani i comportamenti aggressivi che a poco a poco si esauriscono".
Come si utilizza in terapia? "Mentre i cavalli sono efficaci principalmente per la riabilitazione fisica, gli asini sono soprattutto adatti ad affrontare le situazioni di disagio psichico, grazie alla loro pazienza infinita e alla forte capacita' di empatia e di sintonizzazione. Siccome sono grandi di statura e accoglienti- ricorda la docente- stimolano e promuovono il contatto fisico nelle persone che hanno difficolta' a entrare in relazione. A volte le facciamo stendere sull'animale a pancia in su o in giu', l'asino assume allora una postura di piacere, con le orecchie all'indietro, gli occhi socchiusi, fino ad emettere un grande soffio profondo e ritmico che indica benessere. Questo suono, allo stesso tempo, ha un effetto calmante sulle persone".
L'asino sente lo stato d'animo dell'altro e lo rispecchia: "Se si e' nervosi o tesi, l'asino lo percepisce. Entra in relazione e permette a chi ha uno scambio con lui di regolarsi in base a quello che gli rimanda". La professoressa dell'Unipa lavora da 10 anni con questi animali e ha visto il loro effetto benefico sui soggetti con disagio psichico e problemi di di ordine psicologico e fisiologico, dai disturbi del comportamento alimentare all'autismo. "In quest'ultimo ambito l'Onoterapia ha effetti straordinari, che vogliamo analizzare piu' approfonditamente attraverso un lavoro di ricerca con l'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma- precisa Mignosi- per vedere quale ruolo puo' avere l'asino nella terapia dell'autismo". La ricerca iniziera' a settembre e sara' condotta su 50 bambini autistici dai 2 ai 5 anni. "Partiremo dalla costruzione di uno strumento osservativo specifico per spiegare cosa succede nella relazione tra bambini autistici e asini, per definire una griglia di riferimento".
L'obiettivo ultimo e' "promuovere una cultura nuova verso gli animali, verso il mondo naturale, verso gli aspetti non verbali e il contatto relazionale. Non e' un caso che i pet, animali di affezione, crescano a dismisura- conclude Mignosi- perche' c'e' un isolamento e una difficolta' di contatto fisico in aumento nella societa' Occidentale, che vengono riversati e compensati nell'animale di affezione che si tiene a casa. Gli interventi assistiti con gli animali aprono quindi ampi spazi di intervento, non solo in ambito clinico, ma anche educativo, formativo, ricreativo e di promozione della salute".
(Wel/ Dire)