(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 28 giu. - "Questa societa' ha masticato anche l'esame di Stato, che non fa sognare piu' i giovani". È dura la critica di Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva, ma le sue motivazioni sono solide: "Un tempo l'esame di Stato simboleggiava il momento in cui si raggiungeva l'eta' per avere la prima macchina, per uscire la sera e fare tardi, per anelare viaggi lontani e regali costosi, addirittura l'automobile. Oggi, invece, tritati dalla logica del 'tutto e subito', gli adulti sono pronti a soddisfare ogni desiderio degli adolescenti anche solo per un compito in classe o una interrogazione e ben prima che abbiano 'portato a casa' un risultato importante come la maturita' a conclusione di una tappa esistenziale".
Lo psicologo e' sicuro: "Questo esame e' stato declassificato dai giovani stessi- sottolinea- perche' viene percepito come un qualcosa da dover fare per poi cambiare ambiente, per andare all'universita', entrare nel mondo del lavoro oppure per non fare nulla, ma non viene vissuto per un cambiamento di vita.
Nonostante il fatto che, in ogni caso, iniziera' un periodo della vita diverso da quello della scuola".
Il problema "non e' l'esame di Stato, che continua ad avere una sua logica e un suo valore,- ripete lo psicoterapeuta- ma che ad esso non siano piu' collegate quelle aspettative che prima facevano sognare i ragazzi. Sarebbe opportuno- consiglia il direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO)- che gli adulti dosino di piu' le cose che donano ai giovani. È importante che gli adolescenti possano vivere questi 13 anni di scuola con partecipazione, affinche' il ricordo che ne derivera' rappresenti una soddisfazione che si tramuti in una spinta per il futuro".
Certo, il momento della valutazione puo' far paura. "L'essere esaminati mette in ansia tutti, giovani e adulti- avvisa il direttore dell'IdO- e poi la carica di tensione dipende anche da come viene vissuto a casa: e' un momento ricco di aspettative oppure no? È sicuramente il primo grande esame della vita- continua l'esperto- ed e' giusto che venga vissuto con emozione e ansia, altrimenti sarebbe solamente squalificato. Cio' che conta, ricordando l'esperienza raccontata da Carlo Verdone - che prese da un amico una pasticca di anfetamina pensando che sarebbe stato piu' brillante, ma ebbe solo molta piu' confusione - e' piu' producente dormire di piu' per essere freschi e pronti sia agli scritti che agli orali. Fare le cinque del mattino sui libri non significa sapere di piu'- conclude Castelbianco- ma comporta solo di esporre molto male quello che si sa".
(Wel/ Dire)