E spazio a nuove metodologie didattiche. Se ne parla il 24 giugno a Catania
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 14 giu. "Sebbene il DSM 5 (il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) abbia aperto a nuove prospettive, resta di fondamentale importanza la centralita' del clinico nella diagnosi. Anche la letteratura internazionale lo sottolinea". Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), portera' questa consapevolezza al convegno del 24 giugno a Catania su 'Lo spettro autistico. La legge n.134/815 e i suoi risvolti clinici e sociali'. Un evento per fare il punto con gli esperti e le istituzioni, riflettendo insieme sull'ultimo libro curato dell'onorevole Paola Binetti.
Il convegno e' promosso dall'Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica (IMPA) nell'Aula Magna del Liceo scientifico 'Boggio Lera', in via Quartarone 3 dalle ore 16.
Parteciperanno il sottosegretario all'agricoltura Giuseppe Castiglione; Paola Binetti, deputato Ap e membro della XII commissione Affari sociali, nonche' relatrice della legge sull'autismo; Riccardo Mondo, fondatore dell'IMPA, analista junghiano, didatta del Centro italiano di psicologia analitica (Cipa) e docente IdO.
"È imprescindibile dunque la valutazione del clinico pur utilizzando i test golden standard per la diagnosi dell'autismo- prosegue Di Renzo- perche' ogni bambino ha il diritto a un'attenzione speciale, a una diagnosi attenta, differenziale e precoce, ma sempre monitorata. È stato dimostrato che una diagnosi data in modo sbagliato e non adeguatamente elaborata dai genitori produce effetti negativi".
A Catania l'evento si svolgera' in una scuola per "sottolineare, oltre al rafforzamento delle competenze sotto il profilo cognitivo, l'importanza d'integrazione e confronto in un contesto mediato dal gruppo classe". Questa, secondo Binetti, "e' la forza su cui puntare e che nel libro richiama l'attenzione sui capitoli relativi allo sviluppo delle metodologie didattiche, compreso l'uso delle nuove piattaforme. I bambini con autismo- afferma il neuropsichiatra infantile- devono poter familiarizzare con quei mezzi un po' fuori dall'ordinario, che li aiutino a rafforzare la loro capacita' di concentrazione e attenzione, mettendoli davanti a una sfida di apprendimento. Dobbiamo aiutarli a sviluppare a 360 gradi un profilo di competenze che li renda piu' padroni della situazione nella misura del possibile. Non parlo di ragazzi ad alto funzionamento- precisa il deputato Ap- ma di soggetti in grado di trasformare in forme diverse di apprendimento l'esperienza scolastica, senza necessariamente ricondurla a una pedissequa imitazione o realizzazione dei programmi didattici". A scuola, continua Binetti, "non ci sono solo i programmi scolastici. Ci sono le relazioni con i colleghi, gli interessi che possono nascere e la possibilita' di sviluppare percorsi individualizzati anche con l'aiuto degli insegnanti di sostegno. Da questo punto di vista i famosi master sull'autismo messi in piedi dal Ministero dell'Istruzione, dell'Universita e della Ricerca (Miur) possono risultare una risorsa molto importante".
- Oggi su cosa e' carente la scuola italiana? "La scuola deve insegnare ad imparare, non deve solo offrire dei contenuti ma degli strumenti per apprendere. I canali di apprendimento dei bambini autistici sono originali e tagliati su misura, in base a un profilo concreto di cose che sanno e possono fare- continua l'esponente della XII commissione della Camera- bisogna che chi insegna si metta nei loro panni per capire in che modo il minore usa le sue competenze per imparare. Il docente dovra' quindi cercare di rafforzare e potenziare questi canali, piuttosto che piegare le peculiarita' dei bambini autistici alle modalita' del gruppo". Questa "e' la grande intelligenza del professore che si trova davanti a soggetti di tipo autistico. Ogni bambino e' diverso dall'altro, e fare di tale differenza un valore aggiunto e non un ostacolo per l'apprendimento e' cio' a cui il bravo insegnante dovrebbe puntare. Occorre riuscire a mantenere alto il profilo di relazione per capire come la persona apprende e funziona- conclude il medico- perche' piegarlo alle capacita' e competenze del gruppo significa correre il rischio di alterare l'equilibrio naturale dei soggetti con autismo e depotenziare le loro risorse".
(Wel/ Dire)