L'intervento psicologico in ginecologia, punto centrale dello sviluppo intero della donna
Righetti (Iusve): Bisogna lavorare di piu' sull'adolescenza, e' fascia scoperta
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 14 giu. - Il libro 'L'intervento psicologico in ginecologia' (Edizioni Magi) e' il frutto dell'esperienza di lavoro di due psicologi nei dipartimenti ospedalieri di maternita' infantile (Ostetricia, Ginecologia e Pediatria). A raccontarla alla DIRE e' uno dei due specialisti, Pier Luigi Righetti, psicologo psicoterapeuta e docente di Psicologia della Genitorialita' nell'Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE): 'Insieme a Dario Casadei, ormai scomparso, abbiamo messo a punto un protocollo operativo negli ospedali che va dalla preparazione psicologica degli interventi di chirurgia ginecologica, come l'oncologia, ai percorsi di nascita delle donne incinta. È un settore dove e' molto importante il corpo femminile (inteso come corpo e psiche), e- sottolinea il docente- anche la Societa' italiana di ginecologia ed ostetricia da diversi anni lo considera come il punto centrale dello sviluppo intero della donna, dalle prime mestruazioni alla menopausa'.
- Cos'e' la mestruazione? 'E' un appuntamento evolutivo- risponde Righetti- una di quelle esperienze che succedono nello sviluppo della donna e che determinano un salto nella crescita. Con l'arrivo del primo ciclo la ragazzina entra nel mondo delle donne sia dal punto di vista riproduttivo (e' pronta a procreare) che psicologico (entra nel mondo degli adulti)'. La mestruazione si accompagna a una evoluzione del corpo dal punto di vista fisiologico, emotivo e psicologico per tutta la vita della donna: 'I fianchi si allargano, il seno si ingrossa, il fisico abbandona le forme della ragazzina. Quando la donna andra' in menopausa, uno dei segnali principali sara' proprio l'irregolarita' prima e poi la chiusura della vita mestruale dopo. Si chiude il mondo della giovinezza per aprirsi quello della seconda e terza eta''.
La mestruazione e' anche un segnale spesso inequivocabile di malessere: 'Esistono forme leggere e, a volte, piu' pesanti di depressione mestruale e premestruale durante e dopo il ciclo', sottolinea lo studioso. Nei disturbi alimentari, 'in particolare nell'anoressia, un segno tangibile che la donna sia in una fase anoressica e' il salto anche di tre cicli mestruali. In questo caso, l'assenza delle mestruazioni puo' indicare la presenza di un disturbo aldila' delle disfunzioni ormonali'.
- A che eta' arriva la menopausa? 'Dal punto di vista riproduttivo 35 anni e' l'eta' in cui la riserva ovarica comincia ad essere piu' scarsa a livello qualitativo e diventa piu' complicato rimanere incinta- precisa lo psicoterapeuta-; la menopausa invece si colloca in una fascia d'eta' che varia moltissimo tra i 50 e i 60 anni'. Il professore tiene pero' a precisare: 'La mancanza di mestruazione non significa mancanza di sessualita' ed emotivita'. A 60 anni le donne portano avanti una vita sessuale qualitativamente buona. Non e' detto che per avere un soddisfacente rapporto sessuale bisogna avere le mestruazioni o determinati livelli ormonali. Per vivere meglio questo passaggio, il ginecologo spesso consiglia delle terapie farmacologiche che aiutano la donna a poter affrontare in modo piu' rilassato l'ingresso in menopausa. Comunque- ripete- da un punto di vista fisiologico non cambia nulla, vengono a mancare certi ormoni, ma altri arrivano a sostituirli'.
Eppure la donna in menopausa ha nuove paure. 'E' forte l'idea 'mi manca il mestruo, quindi non provero' piu' piacere'. Pensiamo che di fronte a delle patologie puo' capitare di togliere l'utero anche in eta' lontane dalla menopausa, come 35-40 anni. Significa togliere un sito del corpo femminile che ha due funzioni fondamentali: mestruale e l'essere la casa del feto. Dal punto di vista sessuale- continua Righetti- l'utero non ha nessuna funzione, casomai e' coinvolto di piu' il condotto vaginale. Oggi negli interventi di Isterectomia si bada bene a non alterare le determinazioni nervose collegate al sistema nervoso centrale che producono il piacere sessuale. La chirurgia ginecologica cerca quindi di rispettare la qualita' di vita della donna'.
Una donna informata su quello che succedera' dopo l'intervento e rassicurata sul fatto che avra' una vita sessuale normale e' una donna che affronta meglio il problema. 'Spesso le donne si confrontano tra di loro, son piu' legate al senso comune, e ne deriva che non ascoltano i consigli dei clinici (ginecologi o psicologi) su come affrontare il periodo menopausale. Capita di frequente- afferma il terapeuta- la necessita' di fare un lavoro di sensibilizzazione psicologica anche sui compagni'.
FERTILITÀ, FEMMINILITÀ E SESSUALITÀ. 'La non capacita' di procreare spinge molte donne a credere di non essere abbastanza femminili. Eppure oggi esistono molte patologie che impediscono la procreazione e tante soluzioni, come la procreazione medicalmente assistita, in cui l'attivita' riproduttiva non e' legata a quella sessuale. A volte la donna fa un'associazione mentale tra il 'non riesco a rimanere incinta' e il 'non sono in grado ad avere un rapporto sessuale''.
- Cosa succede nell'ambito della procreazione medicalmente assistita? 'Pensiamo che 3 bambini su 10 in Italia nascono con la procreazione assistita- rivela lo studioso- e il loro numero aumentera' ora che c'e' anche la possibilita' della fecondazione eterologa con il donatore esterno alla coppia'. Perche'? 'Purtroppo e' in sensibile aumento l'infertilita' di tipo maschile che e' stile di vita dipendente- chiosa il professore- ed e' molto difficile curarla, se non con la procreazione assistita'.
- Come arriva, da un punto di vista psicologico, la donna ad una fecondazione assistita? 'Abbiamo studiato un po' tutto il processo psicologico di una donna che intraprende un percorso di procreazione assistita e che arriva a una diagnosi di sterilita' dopo almeno un anno di tentativi senza risultati. È vero che l'Oms (Organizzazione mondiale della Sanita') afferma che si puo' parlare di infertilita' di coppia solo dopo almeno un anno e mezzo di rapporti liberi'. Righetti ricorda che 'la capacita' riproduttiva umana e' pari al 23%, quindi e' molto bassa. È difficile avere un bambino, non e' facile. Quando la donna si sottopone a un protocollo di procreazione assistita consegna il proprio corpo al ginecologo e gli chiede di ridarglielo solo dopo essere stato ingravidato, in modo da provare a staccare le emozioni da cio' che le sta succedendo. In realta'- conferma lo psicologo- e' uno stato positivo, perche' in questo modo la donna resiste alle difficolta' che si possono incontrare durante un protocollo e cerca di prepararsi al test di gravidanza se non e' rimasta incinta. Esistono dei percorsi sostenuti dagli psicologi che preparano a vivere le possibilita' di insuccesso con maggiore tranquillita'. Molto dipendera' dalla sensibilita' dell'e'quipe che segue il protocollo di procreazione assistita e che accompagna la coppia'.
- Quali sono le percentuali di successo? 'La statistica internazionale dice che la possibilita' di successo della procreazione assistita si aggira intorno al 25-35%. Tende ad aumentare fino a 5 cicli ripetuti, dopo di che si abbassa drasticamente'.
- Quali sono le caratteristiche psicologiche di un buon ginecologo? 'Un buon ginecologo, come tutti i buoni professionisti, dovrebbe informare e rendere continuamente consapevole la paziente sulle procedure che sta mettendo in atto. Deve offrire uno spazio per il counseling- ricorda Righetti-, e una buona firma sul consenso informato e' una tutela di tipo legale per il professionista'.
- Quali sono, secondo lei, le aree di miglioramento? 'L'aria adolescenziale. L'adolescente e' in una zona di nessuno, non e' piu' considerato un soggetto pediatrico ma non e' ancora un adulto- precisa lo psicoterapeuta- e vive un momento della crescita fondamentale per la sessualita' e per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e da contagio che potrebbe incontrare se non informato. È una fascia scoperta. Molti centri e numerosi professionisti si danno da fare, tuttavia non abbiamo ancora una cultura italiana per quanto riguarda la sessualita' nell'adolescenza, ne' dal punto di vista psicologico, ne' medico e ginecologico. I giovani si fanno visitare poco, soprattutto i genitori non li sensibilizzano ad essere visitati. Anche i consultori, che in Italia lavorano bene, spesso non riescono ad agganciare l'adolescente'.
Al centro di Fisiopatologia della riproduzione umana dell'Ospedale di Conegliano Veneto Righetti, con il sostegno della sezione di Conegliano Veneto della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), ha dato vita a una esperienza molto interessante: l'ambulatorio per il mantenimento della fertilita' nelle coppie che vanno incontro a situazioni tumorali, soprattutto giovani. 'Preserviamo la loro fertilita' raccogliendo spermatozoi, ovociti, o pezzi di tessuto ovocitario da trattare- fa presente il professore- perche' spesso queste patologie si risolvono e danno una possibilita' di vita normale a questi giovani, pero' trattamenti come la radioterapia o la chemioterapia portano con se' l'infertilita'. Noi clioconserviamo la loro fertilita' e la ridiamo ai trentenni che vogliono avere un figlio attraverso le tecniche di procreazione assistita.
L'esperienza e' partita 6/7 mesi fa- conclude Righetti- e cominciamo gia' ad avere una decina di coppie trattate'.
(Wel/ Dire)
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