È il libro 'Amare in assenza' scritto da Raffaele Felaco e Flora D'Anselmo
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 7 giu. - La psicoterapia come nuovo rituale per l'elaborazione del lutto, in una societa' in cui i riti del passato sono stati abbandonati e sostituiti dalla negazione della morte, grazie anche al processo di spettacolarizzazione mediatica. Questo il tema al centro del libro 'Amare in assenza - Fronteggiare il lutto con la psicoterapia', scritto da Raffaele Felaco, psicologo e docente di Psicologia sociale e delle dinamiche familiari all'universita' del Molise, e dalla psicologa Flora D'Anselmo.
"Il tema del lutto si inserisce nell'ampio dibattito in corso sul fine vita- scrivono gli autori- che ha favorito una piu' profonda interrogazione sulla capacita' dell'uomo moderno di relazionarsi alla perdita, sulle strategie che puo' e che riesce ad attivare per farvi fronte e sullo spazio che la nostra societa' offre al dolore, allo smarrimento e al sentimento di impotenza individuale e collettiva di fronte alla morte. Sin dall'antico Egitto, ogni societa' ha creato o fatto propri specifici rituali che consentivano di esternare la sofferenza per la morte, prendere coscienza della limitatezza della natura umana e consentire successivamente al dolore di evolvere e trasformarsi. A causa dei problemi sociali e dei fattori culturali, nell'attuale momento storico mancano per la prima volta rituali adeguati".
Nel contesto specifico del "nostro Paese, resistono coraggiosamente alcune forme residuali di culture passate- ricordano- c'e' ancora chi indossa il lutto, chi mantiene viva la memoria della lamentazione funebre e chi trova consolazione nella fede religiosa e nelle sue pratiche rituali. Ciononostante, il processo di conformismo globale sta omologando i comportamenti a prassi tipiche delle societa' Occidentali, per cui non si e' in grado di parlare del proprio dolore".
E' possibile individuare qualche attivita' socialmente legittimata in grado di rinforzare i rituali che ancora oggi resistono? E' possibile istituire nuove forme rituali in grado di facilitare il processo di adattamento alla perdita e fornire adeguato sostegno alle persone in lutto? Gli autori del libro sono persuasi che la psicoterapia "risponda a questi requisiti e che, con la sua ritualita', con il setting terapeutico, con lo spazio che concede all'espressione delle emozioni, con l'ascolto attivo, l'accoglienza e il contenimento del dolore possa essere un rito contemporaneo socialmente condiviso e, soprattutto, efficace a fronteggiare l'immane compito psicologico che la morte impone".
Il volume scritto a quattro mani rappresenta la prima pubblicazione della casa editrice napoletana 'Kaizen', specializzata in testi scientifici, in particolare universitari.
(Wel/ Dire)