L'associazione 'Il fiore nel deserto' aiuta cosi' minori e donne vittime di violenza
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 7 giu. - "La riabilitazione e la cura devono puntare a un reale reinserimento sociale". A crederlo e' l'associazione 'Il Fiore nel deserto', nata a Roma nel 2000 con l'obiettivo di rispondere in modo concreto ai bisogni delle persone con fragilita', e in particolare ai minori e alle donne vittime di violenza. Per questo motivo ha creato il progetto Accoglienza: "Cio' che e' nato concretamente nel 2000 e' la comunita' casa famiglia 'Il Fiore nel deserto' per gli adolescenti in misura civile e penale, accreditata al Comune di Roma. Nel 2009- racconta Vittoria Quondamatteo, fondatrice e responsabile legale dell'associazione di promozione sociale- e' stata creata un'altra casa famiglia, 'Casetta rossa'. Una comunita' psicoeducativa per 10 adolescenti in fase di post acuzie. Infine, nel 2011, e' stata costruita un'ultima casa famiglia per adolescenti in misura civile e/o penale in gruppo misto (maschi e femmine), dal nome 'Un passo dal fiore'".
Il progetto Accoglienza "non si limita all'accoglienza fine a se stessa- continua la psicoterapeuta sistemica-, noi vogliamo aiutare i ragazzi a rielaborare il trauma dell'aver commesso un reato o dell'essere stati allontanati dalle loro famiglie puntando sulla formazione. Questo vuol dire riavviare il loro processo evolutivo, perche' il collocamento in comunita' in un certo qual modo lo interrompe. Infatti- sottolinea Quondamatteo- offriamo loro strumenti per l'inserimento lavorativo sia attraverso la cooperativa integrata 'Magia nel deserto', che con un progetto di gastronomia sociale portato avanti nell'azienda agricola per la produzione del miele, delle saponette e delle verdure di stagione biologiche. I prodotti vengono venduti nella sede dell'associazione in Via Nomentana 1367 per poter dare ai giovani dei contratti di lavoro. Ad esempio abbiamo due ragazzi rifugiati che hanno completato il percorso di riabilitazione e attualmente hanno un contratto vero e proprio".
'Il Fiore nel deserto' segue al momento 28 adolescenti in accoglienza e 6 ragazzi suddivisi in 3 appartamenti di semi autonomia: "Questi ultimi vivono da soli ma sono monitorati dagli operatori due o tre volte a settimana perche' non hanno ancora raggiunto un'autonomia totale a livello economico, psicologico e affettivo. Ci sono anche minori stranieri, ma la maggioranza sono italiani. La media d'eta' e' di 15 anni e mezzo. In genere- precisa la fondatrice- trascorrono circa un anno e mezzo/due in casa famiglia, successivamente o ritornano in famiglia oppure vanno in semiautonoma". Il progetto Accoglienza prevede anche il progetto Tratta per il reinserimento e il recupero dei minori provenienti dal circuito della prostituzione.
Chi e' l'adolescente che rientra nel progetto accoglienza? "Esistono due tipologie di minori- risponde la psicoterapeuta-, abbiamo il ragazzo che proviene da una famiglia non multiproblematica, piu' o meno normale e con un livello sociale medio, che pero' non e' stata in grado di contenere l'adolescente in una fase particolarmente critica della sua vita. Sono giovani tendenzialmente molto fragili, che per far fronte a questa angoscia e fragilita' mettono in atto dei comportamenti esplosivi. L'uso del reato puo' diventare per loro l'unica espressione di un disagio, l'unico modo per dire al mondo che stanno male. Certo- afferma la psicoterapeuta- esistono altre possibilita', come il rifiuto di andare a scuola o l'aggressivita' agita nei confronti dell'uno o dell'altro familiare. La seconda categoria di adolescenti accolti riguarda un numero importante di minori adottati, che a 14-15 anni iniziano a manifestare una serie di problematiche relative sia alla fase adolescenziale che ai temi piu' specifici dell'adozione, a partire dalla ricerca delle origine. Per affrontare tutte queste difficolta' attiviamo i percorsi di terapia individuali, di terapia familiare e i laboratori artistici di musica, teatro, danza e radio web".
'Il Fiore nel deserto' lavora molto con le famiglie: "Restano sempre in contatto con i minori tranne se il tribunale disponga l'interruzione dei rapporti familiari. Tuttavia, in accordo con i servizi sociali e il tribunale- conclude- cerchiamo di coinvolgerle".
L'11 giugno alle 19 i minori de 'Il Fiore nel deserto' metteranno in scena il musical 'Gin e Paolo. Una leggenda metropolitana', in Via Nomentana 1367, per rappresentare tutto il lavoro realizzato in comunita'. È una storia d'amore che li vede protagonisti dall'inizio alla fine, dalla scrittura alla regia e alla coreografia. Sara' una serata di raccolta fondi per aiutarli a lavorare e a diventare autonomi.
(Wel/ Dire)