Nicastro: Libere dalla dicotomia sessualità-aggressività
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 26 gen. - "Nel processo di cura bisogna dare spazio alla creatività non solo del paziente ma anche del terapeuta, e alla possibilità di quest'ultimo di esprimere ciò che sente e vede accadere in terapia attraverso un linguaggio e una teorizzazione propria adattata allo specifico paziente". Ne è convinto Marco Nicastro, psicoanalista e autore del libro 'Pensieri psicoanalitici' (Arpanet), una raccolta di riflessioni, anche provocatorie, nate da alcune intuizioni e concetti emersi nel corso della sua attività di psicoterapeuta.
"La mia esigenza era di riflettere su alcune dinamiche che sorgono nel rapporto terapeuta-paziente in modo libero dalla teoria psicoanalitica tradizionale. Lo stesso Jung - ma non fu il solo all'interno della psicoanalisi - affermava in vari suoi scritti che la rinuncia ad alcuni parametri del setting psicoanalitico, ad esempio il lettino, favorivano un rapporto più diretto e umano tra terapeuta e paziente, riducevano le possibilità di regressione, sostenevano il processo terapeutico e l'autostima del paziente riducendo al contempo il rischio di un'eccessiva dipendenza dal terapeuta". Il dare meno "importanza alla teoria tradizionale - e in generale a qualsiasi forma di teoria - aiuta ad esplorare nuovi concetti e a non effettuare interventi standardizzati sulla base delle regole che ci vengono insegnate dai manuali di psicoterapia".
Jung può essere "molto attuale, perché nella sua teoria dava rilievo alle dimensioni della spiritualità e della creatività dell'individuo- precisa Nicastro- rispetto alla concezione freudiana che invece riduceva il funzionamento psichico e i disturbi psicopatologici o all'ambito dell'aggressività o a quello della sessualità. Il fatto di dare rilievo a dimensioni psichiche libere dal conflitto patologico, come appunto la creatività e la spiritualità, è un elemento che può risultare molto rilevante anche oggi, epoca in cui si è ridotta l'importanza delle ideologie forti e delle religioni nelle società più avanzate. Ritenere una risorsa la possibilità di dare un significato più vasto alla propria esistenza o di accrescere il proprio potenziale creativo inteso come lo sviluppo di interessi culturali, artistici e di capacità sempre nuove di affrontare gli eventi, elaborando un senso globale della propria vita - processo che Jung chiamava individuazione - può ancora rappresentare- conclude Nicastro- uno scopo primario per la psicoterapia e una suggestione affascinante per l'uomo contemporaneo".
(Wel/ Dire)