Mercurio: La terapia junghiana è un gesto di amore verso la psiche
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 26 gen. - L'approccio junghiano va controcorrente, richiede tempo in un mondo che corre alla ricerca di soluzioni rapide. "Jung consiglia: 'State calmi, riflettete sui fenomeni, vedete cosa dice l'inconscio attraverso i sogni, capite che tipo di elaborazioni si possono realizzare in modo creativo o artistico, e arrivate lentamente a una comprensione più completa che, possibilmente, porterà al superamento del problema". A ricordarlo è Robert Mercurio, socio analista e fondatore dell'Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica (Arpa) di Roma, intervistato dalla DIRE sull'attualità del pensiero di Jung a quasi un secolo di distanza. - Come evitare che la terapia junghiana soccomba ai tempi moderni? "Continuando a vivere questo approccio nelle nostre vite, come testimoni. Accettare dei compromessi con altri sistemi è la soluzione peggiore che si possa trovare. Il valore del messaggio di Jung- afferma Mercurio- deve essere protetto e coltivato. Per fortuna sono ancora molte le persone che vogliono dedicare tempo a loro stesse. La terapia jughiana è una specie di disciplina- precisa l'analista- ogni settimana si decide di riservare una o due ore di tempo per conoscere più approfonditamente gli aspetti misteriosi della propria personalità. È un gesto di amore e dedizione verso la psiche, che non deve mai essere trattata in modo meccanicistico".
- È possibile rendere il pensiero junghiano una filosofia di vita? "In un'intervista Jung disse che la psicoterapia non è sempre e solo la ricerca della soluzione a un problema di tipo nevrotico, ma è paragonabile alla filosofia antica- continua il fondatore dell'Arpa Roma- qualcosa che coinvolge l'essere umano nella sua interezza". La psicologia junghiana non si accontenta di una "visione riduttiva o semplificativa di un fenomeno, punta a dare il giusto peso alla questione della complessità- chiosa lo psicoterapeuta- in sintonia con alcune delle teorie scientifiche, come la teoria della complessità, alla base della scienza moderna". Jung è stato "un precursore in questo senso. Si pensi che molte considerazioni entrate a far parte della mentalità new age le ha elaborate circa 80 anni fa, così come l'importanza dell'ecologia, di un rapporto con i valori del femminile o la necessità di adottare una visione olistica della realtà". - In un momento di declino delle ideologie, il concetto di complessità può orientarci in un mondo senza punti di riferimento? "Le ideologie in senso forte propongono un modello collettivo e le persone si adeguano a un modello collettivo. Jung afferma che è più importante guardarsi dentro, ascoltare i sogni e cercare di cogliere la strada che l'inconscio propone a ogni individuo. In questo percorso egli propone una nuova visione di 'comunità': le persone che hanno uno stesso rapporto con il sé si incontrano sincronisticamente e si trovano insieme per creare una nuova forma di comunità dove non ci siano rivalità, ma una piena accettazione di se stessi e degli altri. Una grande speranza e un nuovo modo di stare insieme".
- Cosa direbbe l'analista svizzero dei fatti di Colonia in riferimento ai valori delle donne? "Il pensiero femminile, il pensiero Yin, è profondamente dialogico- risponde Mercurio- per cui puntare il dito e colpevolizzare non è mai una buona idea. Al contrario, è un atteggiamento femminile scadente, è ciò che fanno i genitori che colpevolizzano i figli, è un gioco di potere. Lo spirito femminile è soprattutto dialogico, ricerca la verità sapendo che ognuno ne ha un piccolo pezzo e- conclude- tutti insieme potremo ricomporre una verità che ci permetterà di vivere uniti".
(Wel/ Dire)