(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 19 gen. - "Se biologicamente il cervello fosse anarchico dalle componenti emozionali negative in cui viene tuffato nella vita, probabilmente tutto il biologico funzionerebbe meglio". Un pensiero provocatorio quello di Vincenzo Soresi, autore del celebre testo 'Il cervello anarchico' (Utet), che sviluppa il tema della Psiconeuroendocrinoimmunologia definita PNEI.
"Un approccio a cui sono arrivato attraverso lo studio di un tumore polmonare particolare, un'ossessione che mi ha seguito per 35 anni all'ospedale di Niguarda- rivela il Pneumologo oncologo- essendo un carcinoma a struttura neuroendocrina".
Il sistema neuroendocrino è composto da "cellule che si attivano in funzione del microambiente. Necessita di ormoni e di neurotrasmettitori. È un sistema fondamentale nella comunicazione e parla con il sistema immunitario attraverso i neurotrasmettitori. Questi due sistemi comunicano, inoltre, con le strutture emozionali del cervello, che sono le strutture profonde dell'ipotalamo".
Nel suo ultimo libro 'Mitocondrio mon amour' (Utet), il medico descrive "come il nostro biologico costruisca, già nella vita fetale, tutte le strutture profonde del cervello sulla base delle emozioni, che modulano le risposte biologiche. Se siamo accolti in un ambiente armonico, ricco d'amore, senza stress e senza aggressività, tutte queste costruzioni avvengono in maniera corretta, altrimenti inizierà un disagio psichico che si tradurrà in un'alterazione biologica".
- Che soluzioni possiamo offrire? "La prima risposta deve arrivare dalla società- risponde il libero studioso di neuroscienze- prendersi carico delle gestanti con disagio psichico ed aiutarle ad accogliere il bambino con maggiore consapevolezza. Occorre inoltre una buona cultura a livello scolastico, a partire dai nidi e dalle materne. In Inghilterra David Cameron sta sviluppando una legge in questo senso. Esiste lì già un tutor che si affianca alle donne gestanti in situazione di disagio, con una comprensione di questi momenti fondamentali".
Nel 2010 Soresi promosse un convegno dal titolo 'Perché dobbiamo amare i bambini' in cui uno dei padri delle neuroscienze, Mauro Mancia, parlò di 'Memoria implicita': "Tutte le strutture emozionali sono nella memoria implicita a cui non abbiamo accesso- ricorda il medico- non è un inconscio rimosso, ma una memoria emozionale che ci butta nel mondo. La malattia psicosomatica nasce nei primi anni di vita, non è un'ipotesi astratta ma una realtà biologica".
- Quali altre soluzioni propone? "Quando si è sotto stress, consiglio la Mindfulness- aggiunge Soresi- una tecnica di meditazione del mondo occidentale che modula il biologico e riduce lo stress. Questa dovrebbe essere proposta anche ai ragazzi. Il regista David Lynch, ad esempio, ha già organizzato nelle scuole dei corsi di meditazione in Inghilterra, andando quindi ancora più a fondo, con ottimi risultati".
- Cos'è il Mitocondrio? "È il batterio che milioni di anni fa si è affiancato alla cellula che viveva senza ossigeno. Quando questo batterio ha dato ossigeno alla cellula essa ha avuto l'energia ed è nata la vita, la natura e tutti gli animali. Arrivando all'homo Sapiens- sottolinea lo studioso- ogni cellula muscolare ha dai 3 ai 4 mila mitocondri. Tre anni fa lessi un bellissimo articolo in cui si riportava uno studio scientifico condotto negli Stati Uniti su venti sessantenni. Venne fatta su di loro la biopsia del muscolo quadricipite e poi comparata con quella di venti diciottenni volontari. L'espressione genica dei mitocondri dei soggetti era nettamente inferiore, perché anche i mitocondri erano vecchi come la cellula. Questi sessantenni vennero poi allenati in pedana per 40 minuti 3 volte la settimana, e dopo sei mesi gli fu ripetuta la biopsia: i mitocondri erano esattamente uguali a quelli dei giovani. Il vero segreto dell'invecchiamento- suggerisce Soresi- è lavorare in un fitness non stressogeno per potenziare il recupero mitocondriale. L'attività fisica induce da parte dei muscoli la liberazione di alcuni ormoni specifici che nutrono il cervello. Oltre che studiare e avere una mente aperta, è necessario camminare 30 minuti almeno 4 volte la settimana. Più facciamo attività aerobica e più ossigeniamo il mitocondrio; più la relazione biologica tra le cellule e il mitocondrio è ottimizzata e meno sviluppiamo malattie, infiammazioni e tumori. Studi scientifici confermano, infatti, come l'attività fisica prevenga il tumore e riduca le recidive". Soresi cura un sito di prevenzione
(www.octopusmed.it) con articoli scientifici sul tema.
- Cos'è l'effetto placebo? "Sull'effetto placebo c'è la novità dell'evoluzione- precisa l'oncologo- l'ultima affascinante teoria sull'evoluzione si chiama evo-devo: evolution developement, evoluzione e sviluppo. Noi potremmo essere più simili a un riccio di mare che a una scimmia, perché l'evo-devo è un pool di geni che codifica un determinato sistema. Quindi, l'occhio del riccio ha un pool di geni più simile al nostro che a quello di un altro animale. Questa novità in senso evolutivo sta portando a costruire dei genomi specifici per determinati sistemi. Il placebo è costruito proprio da un pool di geni definito Placeboma, che potrebbe attivarsi e dare senso a terapie farmacologiche come gli antidepressivi. Lavori scientifici hanno dimostrato che gli antidepressivi funzionano se c'è un placeboma adeguato a farli funzionare. Una scoperta che ha spiazzato la medicina".
L'effetto placebo ha "una potente attività terapeutica- chiosa il medico- solo che non è attuabile in medicina perché diventa un inganno. Allora è meglio proporre un galenico con piccolissime dosi di farmaco, quale terapia legittima che gioca molto sull'effetto placebo".
- Nel suo libro 'Il cervello anarchico', lei parla di arte e creatività. Perché? "La bellezza del nostro cervello è la plasticità. Se sviluppiamo interessi di tipo diverso dai soliti paradigmi, il cervello aprirà e chiuderà nuove connessioni liberando i neurotrasmettitori che ci danno benessere. Il cervello è l'unico organo su cui possiamo lavorare per avere un rientro di benessere. Da una parte allora il cammino e dall'altra l'interesse su cose nuove. Io consiglio la musica dodecafonica, che muove nuove connessioni. La musica è lo strumento che maggiormente attiva il cervello su un piano neuronale, e più la mente viene spinta in canali non consoni più aprirà nuove connessioni. Provocate il vostro cervello- conclude lo studioso- e provocate i vostri interessi. In fondo è' stata proprio la sete di conoscenza a fare prevalere l'homo sapiens sugli altri ominidi".
(Wel/ Dire)