Donna ghanese allontanata dal figlio. Pichierri: Sono sconcertata
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 12 gen. - Angela F. è una giovane donna africana giunta in Italia circa 15 anni fa. Ha ricevuto un provvedimento di allontanamento dal proprio bambino perché desiderosa di rendersi autonoma dalla struttura comunitaria che li ospitava.
"È un caso che mi lascia sconcertata e senza strumenti difensivi, rispetto a una donna che ha vissuto in comunità dai 9 ai 18 anni". Con la maggior età Angela "è uscita dalla comunità e si è resa economicamente autonoma, salvo poi ritrovarsi abbandonata dal compagno subito dopo la nascita del figlio.
Allora si è rivolta nuovamente ai servizi sociali, per trovare tutele e riuscire a sostenere il suo bambino". Un racconto doloroso quello che Catia Pichierri, responsabile dell'ufficio legale dell'associazione Rete Sociale Aps, fa alla DIRE.
"Ciò che chiedeva Angela era di poter uscire dalle strutture residenziali- continua l'avvocato- nel rispetto di un provvedimento di sgancio alla comunità emesso dallo stesso tribunale. Gli assistenti sociali e la struttura stessa non sono stati in grado però di offrire quell'autonomia che la giovane donna cercava".
Angela non si arrende, "riesce a trovare un lavoro al di fuori del progetto imposto dal servizio sociale- aggiunge la legale- ma gli assistenti sociali e la comunità, dove la signora è accolta con suo figlio, hanno iniziato a mettere in evidenza una sua presunta inadeguatezza genitoriale". Pichierri ripete che "la ribellione della donna è dettata dall'esigenza di uscire dalla comunità, dal desiderio di rendersi indipendente e autonoma economicamente, sempre in sintonia con il provvedimento del tribunale. Quello che ne è seguito, da maggio 2015, è invece un nuovo provvedimento emesso sulla base delle relazioni negative dei servizi sociali, senza ascoltare e dare voce a questa madre".
Ad oggi, quindi, "ci troviamo con un provvedimento di allontanamento della madre dalla comunità e un bambino di due anni e mezzo che risiede in una struttura, a mio avviso sprovvista di quei requisiti necessari ad ospitare un minore di due anni e mezzo. La legge- conclude- prevede che fino a 6 anni i bambini siano collocati in una famiglia affidataria o in una comunità familiare".
(Wel/ Dire)