(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 23 feb. - Attenzione, non sempre il navigatore satellitare e' affidabile. Noel Santillan, un turista americano in viaggio in Islanda, e' arrivato per sbaglio alla periferia del Circolo Polar (Siglufjordur), a piu' di 250 miglia di distanza dall'albergo che aveva prenotato nella vicina Reykjavik. Come mai? Aveva seguito le indicazioni del Gps in dotazione nella macchina a noleggio presa in aeroporto. Il commerciante del New Jersey e' subito diventato una celebrita' sui mezzi d'informazione islandesi, pronti a 'strombazzare' sulla sua escursione 'accidentale'.
Eppure il ventottenne non ha colpe, ha solo seguito le indicazioni del suo navigatore: Siglufjordur ha una strada chiamata Laugavegur, nome omonimo di un'importante arteria di Reykjavik. Il vero mistero e' perche' il commerciante abbia ignorato i segnali stradali indicanti la capitale islandese.
L'uomo ha poi rivelato al New York Times che era molto stanco e si era affidato completamente al Gps.
Di episodi del genere ce ne sono tanti. Secondo la testata americana, "forse quello piu' infame" riguarda una "donna in Belgio che chiese al suo Gps di portarla verso una destinazione a meno di due ore di distanza. Due giorni dopo, si ritrovo' in Croazia".
O ancora, "un paio di svedesi seguirono erroneamente il loro navigatore per la citta' di Carpi (mentre invece volevano visitare Capri). Cosi', un ufficiale del turismo italiano fece notare seccamente alla BBC che 'Capri e' un'isola' e i due turisti non immaginarono nemmeno che avrebbero dovuto attraversare un ponte o prendere una barca". Alcuni errori hanno anche avuto risvolti tragici. La storia, ad esempio, di una coppia che ha ignorato i segnali che indicavano una 'strada chiusa', finendo per cadere da un ponte nell'Indiana lo scorso anno. Tutti incidenti disastrosi i cui protagonisti sono automobilisti che si trovano su strade in disuso e che poi, ad esempio, scompaiono in zone remote della Death Valley in California. È diventato un fenomeno cosi' comune che i Park Rangers hanno dato loro un nome: 'Morti per Gps'.
Alcuni ricercatori hanno analizzato il comportamento dei conducenti che utilizzano il Gps. Il risultato? Risultano 'distaccati' dall'ambiente che li circonda, e questo perche' "il navigatore satellitare ha eliminato gran parte del bisogno di prestare attenzione".
(Wel/ Dire)