Bencivenga e Uselli: Comprendere la psicopatologia e' lavoro dinamico, solo cosi' si arriva a pratiche affidabili
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 23 feb. - Chi sono gli adolescenti che incontrano la Comunita' e "chi e'" la Comunita' che incontra loro? A rispondere e' l'ultimo libro di Claudio Bencivenga ed Alessandro Uselli dal titolo 'Adolescenti e Comunita' terapeutiche tra trasformazione e nuove forme di malessere' (casa editrice Alpes).
"Come incipit sentiamo di accostarci al pensiero di Bollas (1987) sostenendo che: 'Quando il ragazzo arriva all'adolescenza, se soffre di eccessivo dolore psicologico, si trova di fronte all'orribile dilemma di essere incapace di simboleggiare la sofferenza'. Questa situazione di sofferenza- spiegano gli autori- il cui esito patologico e' l'assenza di simbolizzazione, configura quello stato di 'conosciuto non pensato' che diviene esplorabile soltanto attraverso le relazioni oggettuali. Compito di una Comunita' terapeutica per adolescenti e' fornire relazioni oggettuali nuove e vivificanti che permettano all'adolescente di riprendere in mano i compiti di sviluppo, presentargli il mondo attraverso quella modalita' object-presenting di cui ha parlato Winnicott (1965) e che riconosce la necessita' di tempi e modi appropriati per rendere disponibile l'oggetto nel momento in cui l'individuo ne ha bisogno".
Bencivenga e Uselli si accostano "al pensiero di Bollas in quanto egli ha parlato anche di malattia normotica, quella condizione per la quale il soggetto diviene 'oggetto nel mondo degli oggetti', disinteressandosi della vita soggettiva e medicandosi solo tramite oggetti concreti. Una condizione sempre piu' nota per chi attualmente si approccia al mondo adolescenziale, ma che sembra avere caratteristiche ben piu' sfaccettate rispetto a quella che classicamente ha visto tale condizione frutto delle distorsioni dello sviluppo tra il bambino e il suo ambiente primario. Appare quanto mai irrinunciabile riferirsi anche ad altri parametri di valutazione- chiosano gli autori- che integrino il momento storico in cui viviamo, lo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione, le difficolta' sociali che si riversano sui genitori e che non possono non influenzare gli stili di accudimento".
Il lavoro di comprensione della psicopatologia e' "un lavoro dinamico che abbisogna di riflessioni rinnovate che si muovano lungo vertici di osservazioni plurali. Solo in questo modo il nostro mosaico mentale puo' condurre a buone chiavi interpretative e pratiche affidabili". È quindi in questa direzione che nasce il libro: "Nell'idea di proporre un invito a incontrarsi e a riflettere insieme, dando a ogni scritto un'impronta fortemente volta al dialogo. Sono nate cosi' le due sezioni che compongono questo testo. Nella prima sono presentati i contributi di clinici e ricercatori che esprimono il loro punto di vista sull'attualita' della psicopatologia dell'adolescente e delle Comunita' per adolescenti. La seconda sezione del libro e' la parte che abbiamo chiamato, non a caso, 'Conversazioni': si tratta della trascrizione fedele di quattro incontri- concludono- nei quali abbiamo dialogato con personaggi illustri del mondo della psicoanalisi, che hanno voluto condividere con noi i propri pensieri sugli adolescenti e le Comunita' Terapeutiche".
(Wel/ Dire)