(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 23 feb. - "La cooperazione internazionale e' un accordo tra due parti, e come tale un atto di fiducia reciproca". Lo rivela alla DIRE, Carmine Soprano, economista specializzato in microcommercio trasfrontaliero ed empowerment economico delle donne della Banca Mondiale, impegnato in alcuni progetti di cooperazione allo sviluppo in Africa.
Da una lato c'e' "il donatore - di solito un singolo paese o un organismo multilaterale come la Banca Mondiale (BM) - affida le sue risorse finanziarie e umane (ovvero il lavoro di alcuni suoi funzionari) a un beneficiario nell'ambito di un progetto concordato. Dall'altro lato- continua l'esperto della BM- il beneficiario (nel caso della Banca e' quasi sempre il governo di un Paese in via di sviluppo, ma puo' essere anche un altro soggetto istituzionale locale: Ong, Universita', Centri di ricerca etc.), che si affida alla professionalita', alle competenze e alla generosita' (interessata) del finanziatore.
Dico interessata dacche', come in ogni altro accordo, anche in cooperazione le parti in causa hanno priorita' strategiche e finalita' geo-politiche specifiche, e non necessariamente simili. Ai fini della fiducia diventa dunque fondamentale che i progetti da finanziare siano condivisi sin dal principio".
- Come si declina questo meccanismo della fiducia all'interno della Banca Mondiale? "É il risultato di un lavoro a quattro mani tra i funzionari della mia organizzazione e quelli del governo beneficiario", risponde il funzionario. In sostanza, "si individua un settore che sia una priorita' strategica per entrambi (ad esempio il microcommercio trasfrontaliero), si definiscono una o piu' questioni che rappresentino una problematica di sviluppo (come il tema della violenza di genere ai posti di frontiera) e si prepara un progetto (generalmente disegnato dai funzionari della Banca con inputs tecnici della controparte governativa, che a loro volta sono spesso il risultato di consultazioni nazionali con la societa' civile, le Ong, le associazioni di categoria etc.). L'obiettivo- precisa l'economista- e' concordare un'iniziativa le cui attivita' e finalita' riflettano al meglio le specificita' del contesto locale in cui andranno implementate". Una volta preparato, il progetto dovra' essere approvato dal Consiglio d'amministrazione della Banca Mondiale e dal governo e/o parlamento del paese beneficiario. "É questo l'atto di conferimento ufficiale della fiducia".
- Nel lavoro che attualmente la vede coinvolto in Africa perche' e' centrale il tema della fiducia? "Uno dei progetti su cui sono impegnato mira a facilitare il microcommercio e a migliorare il trattamento dei piccoli commercianti trasfrontalieri (che sono soprattutto donne), in determinate aree del Congo e di alcuni suoi paesi confinanti - la cosiddetta 'Regione dei Grandi Laghi'. Si tratta di zone incredibilmente povere- sottolinea il cooperante allo sviluppo- spesso molto isolate e caratterizzate da tensioni etnico-politiche che negli anni hanno causato vari conflitti (oggi terminati)". In questi luoghi, "trasportare una cesta di pomodori o un sacco di farina oltre il confine, per poi venderla nel paese accanto, e' spesso l'unica fonte di sussistenza per le popolazioni locali. Il tutto peró si svolge in un clima di grande sfiducia: I commercianti vedono gli agenti di frontiera come funzionari corrotti, pronti a estorcere mazzette o a chiedere prestazioni sessuali prima di lasciarli passare. Gli agenti, d'altro canto- chiosa Soprano- considerano i trasfrontalieri dei piccoli trafficanti evasori, che per non pagare le tasse passano per i cespugli invece che per la frontiera ufficiale. La verita', come sempre, sta nel mezzo, e puó emergere solo in un clima di reciproca fiducia". - Cosa fa la Banca per favorire la creazione di tale clima? "Il nostro progetto promuove incontri e corsi di formazione congiunti, in cui gli agenti di frontiera fanno da formatori ai trasfrontalieri- fa sapere Soprano- introduce linee telefoniche anonime e gratuite (gestite da funzionari fidati e monitorate da Ong e societß civile), per consentire alle donne di denunciare abusi e violenze subiti alla frontiera. Finanziamo, infine, campagne volte a sensibilizzare agenti e commercianti sui rispettivi diritti e doveri alla frontiera. Queste ultime, in particolare, si servono di canali innovativi quali
video musicali in lingua locale". É una costruzione di "fiducia lenta e progressiva- ricorda l'economista- che richiede pazienza e perseveranza, ma che si puó concretizzare in risultati strepitosi. Non ha prezzo sentire da una poverissima commerciante, al termine di un corso di formazione, che quella e' stata la prima volta nella sua vita in cui si e' sentita libera di dire la sua in presenza di doganieri (uomini)".
- Riesce a 'misurare' (quantitativamente) i progressi sul fronte 'fiducia', ovvero l'impatto sociale e istituzionale del progetto? "Quantificare l'impatto di un progetto su una dimensione qualitativa come la fiducia non e' cosa facile - cosí come non lo e' misurare la qualita' dell'apprendimento nel campo dell'istruzione o l'entita' della sensibilizzazione prodotta da una campagna sui cambiamenti climatici. Nel caso dei posti di frontiera nella Regione dei Grandi Laghi, tale misurazione e' resa ancor piu' difficile da alcuni fattori di contesto. Tra gli altri, la carenza di dati disponibili (affidabili), l'alto tasso di analfabetismo tra i trasfrontalieri, l'irregolarita' della fornitura elettrica mista all'assenza quasi totale di connessione internet (che limitano le possibilita' di raccolta dati tramite GPS, tablets, etc.), nonche', a volte, la reticenza di alcune istituzioni locali. Cio' premesso- continua il cooperante- l'impatto sociale del nostro progetto verra' valutato in due modi. Dal punto di vista strettamente quantitativo, gli obiettivi raggiunti saranno misurati attraverso indicatori numerici quali il tasso di frequenza di agenti e commercianti ai corsi di formazione, l'indice di copertura delle campagne di sensibilizzazione nelle aree locali, e il numero di casi di violenza risolti tra quelli denunciati attraverso il servizio telefonico gratuito". Sul fronte qualitativo, "d'altra parte- chiosa Soprano- i sondaggi anonimi raccoglieranno le impressioni e il grado di soddisfazione dei beneficiari del progetto su temi quali il trattamento dei commercianti (donne) alla frontiera, l'onestß e la trasparenza nelle transazioni trasfrontaliere, la quantitß e qualitß delle informazioni fornite dai funzionari etc. É un progetto ambizioso e ad alto rischio- conclude l'economista- in un contesto in cui la fiducia latita da tempo, ergo terreno fertile per una cooperazione innovativa, attenta alle esigenze locali e seriamente orientata ai risultati. Sono molto fiducioso".
(Wel/ Dire)