Battista: Una relazione duratura implica l'accettazione dell'altro
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 9 feb. - 'La piu' bella dichiarazione d'amore del mondo l'ha scritta Camillo Sbarbaro, un poeta ligure: 'Padre, se anche tu non fossi il mio. Padre se anche fossi a me un estraneo, per te stesso egualmente t'amerei'. Vuol dire 'Ti amo per quello che sei, a prescindere e ad oltranza'. Cosa impossibile per chi vive le relazioni in maniera epidermica e consumistica'. A dirlo e' Alessandro Ivan Battista, psicoterapeuta, saggista, scrittore e autore, tra tante altre sue pubblicazioni, di 'Assalto all'amore. Contro le banalita' del piu' antico e nobile dei sentimenti' (Ibs.it).
- Che differenza c'e' tra innamoramento e relazione d'amore? 'L'amore e' un'energia molto grande, in perpetuo movimento e, proprio a causa di questo suo moto incessante, e' poliedrico e possiede mille sfaccettature. In esso rientrano varie tipologie: l'amore amicale, l'amore per la sapienza, l'amore per la famiglia, l'amore per i figli. Parlando di amore di coppia e' opportuno oltre che 'comodo per l'esposizione' fare una distinzione tra innamoramento e relazione d'amore- prosegue lo psicologo- l'innamoramento e' una fase di stordimento in cui sono forti le proiezioni reciproche di entrambi i partner. Potremmo definirlo come uno stato di fusionalita' dei loro Io. È una strategia di Madre Natura che aiuta a incontrarci per mezzo di un'illusione. Tale abbaglio accade all'interno di questa fase fusionale, dove ciascuno dei due coinvolti riveste l'altro delle proprie proiezioni personali e vive tale momento illusorio con molto entusiasmo. I due innamorati sentono di essere quasi come un Io solo. In sostanza- spiega il saggista- esiste un Animus e un'Anima che sono rispettivamente il portato psicologico dell'idea del maschile nella mente della donna e dell'idea del femminile in quella dell'uomo. Carl Gustav Jung cosi' li definiva tra i suoi archetipi. Ad esempio, quando 'incontro' un'altra persona, il suo sguardo, il tono della voce, il modo di camminare, di vestire, di comportarsi funge da detonatore rispetto al mio immaginario psicologico dell'altrui genere. È una lettura interessante che ci aiuta a spiegare anche i tradimenti incomprensibili che possono avvenire nella fase innamoramentale- aggiunge Battista- perche', se questa e' vissuta in maniera altamente fusionale, potrebbe portare ad una percezione ansiogena della perdita dei margini dell'Io di uno dei due partner. Come conseguenza, costui per vedere definiti nuovamente i contorni del suo Io e abbassare il livelli di ansia, potra' vivere un flirt con un'altra persona quasi a voler compiere un atto di autoconservazione'.
- Secondo lei il romanticismo e' andato in pensione? 'Dobbiamo fare una distinzione tra romanticismo e sentimentalismo. Il primo, molto pericoloso, e' un flirtare con la morte che di frequente porta a caderci dentro. Il romantico vive la relazione in maniera passionale e travolgente oltre ogni misura. È totalitaristico. Ricordo il suicidio del giovane Werther nel romanzo di Goethe. Il sentimentalismo, invece, e' una modalita' di proporsi nelle relazioni orientata alla commozione, all'empatia, alla necessita' di essere confermati e, se eccessiva, rischia di essere troppo melensa o addirittura asfissiante'.
- Cosa succede dopo l'innamoramento? 'La seconda fase, definiamola cosi' per agio d'esposizione - rientrate le proiezioni psichiche reciproche e se si e' in grado di dischiudersi ad essa -, porta all'instaurarsi della relazione d'amore tra gli amanti. Detto stadio e' sotteso a livello neurofisiologico da altre tipologie di neurotrasmettitori. Se a guidare l'innamoramento sono le catecolamine che entrano in gioco, euforizzano e annullano la sofferenza, le sostanze neurofisiologiche che sostengono la relazione sono le endorfine che ci fanno sentire equilibrati e sicuri all'interno di una relazione importante. La relazione d'amore significativa e congruente in una coppia e' cosi' influente che- fa sapere lo psicoterapeuta- perdere il partner puo' comportare una risposta depressiva di tipo reattivo molto dolorosa e pericolosa, perche' arriva facilmente ad abbassare l'immunocompetenza di chi sta soffrendo il distacco'.
- Come si fa a passare dall'innamoramento alla relazione d'amore? 'Saper amare e' un'arte, e' un fatto educativo e non tutti lo sanno fare. Non c'e' molta preparazione su cosa voglia dire unione di coppia al giorno d'oggi- precisa lo studioso- ma il passaggio soterico (di salvezza rispetto alla prospettiva di restare soli, se non desiderata), che conduce dalla fase fusionale a quella di relazione, e' avviato da cio' che noi tecnici chiamiamo il riconoscimento del tu. Tale transito prevede il ritiro della maggior parte delle mutue proiezioni. L'ideale lo vagheggiamo nell'innamoramento, ma nessun partner puo' competere con l'ideale nella realta' dei fatti. Quindi, e' destinato a 'soccombere'. Se riesco a capire questo ed entro in una dimensione di accettazione reciproca il rapporto va avanti'.
- Cosa succede nelle separazioni di coppia? 'Il mito platonico dell'altra meta' del cielo e' un mito, per l'appunto, che, interpretato male, ha procurato e continua a procurare tanti danni; un alibi inattaccabile per le persone che non riescono ad andare oltre la fase innamoramentale poiche' credono che detta fase sia l'amore. Dire 'Ti lascio perche' non sei l'altra meta' del cielo', in verita', sottende un'incapacita' ad accettare l'altro nella sua interezza, con i suoi pregi e i suoi difetti, confondendo l'amore con il periodo specifico dell'innamoramento che, fortunatamente, ha una durata limitata nel tempo. In un noto libro di Ellen Fisher, 'Anatomia dell'amore', si legge che la coppia primitiva quando figliava era costretta a rimanere vicina perche' doveva curare il bambino che ancora non deambulava. Con la crescita del piccolo, la coppia poteva disunirsi perche', acquisita una maggiore padronanza nella deambulazione, il bambino era in grado di seguire il gruppo: sua principale dimensione protettiva. Finita la funzione di accudimento stretto, i due genitori potevano dedicarsi con piu' agilita' ad altre funzioni. Un periodo che in media durava 3 anni, lo stesso tempo medio che tiene in vita oggi gli innamoramenti. Interessante, vero? Se andiamo ad analizzare a fondo la neurofisiologia, poi, riscontriamo che il cervello non riesce a reggere l'aumento del flusso delle catecolamine oltre una certa durata'.
- Chi lascia di piu', gli uomini o le donne? 'Nei due generi, se vogliamo generalizzare, quello piu' debole e' il maschile. I maschi hanno maggiore difficolta' a chiudere le storie e tendono a tenere piu' piedi in una scarpa. Erich Neumann, uno dei piu' brillanti collaboratori di Jung, sostiene che nella prima infanzia, quando si sviluppa la rincorsa verso l'identita' di genere, il maschile e' espulso dal pianeta madre poiche' sospinto dalla sua ricerca verso il padre. Dunque, una delle esperienze psichiche primarie sperimentate dal maschile e' quella di allentamento e perdita del rapporto viscerale materno. Il femminile, invece, rimane nel femminile e la sua maggiore esperienza psichica a tal proposito sara' piuttosto di competizione con la madre. Nelle fiabe, come Cenerentola o Biancaneve ad esempio, troviamo che la madre e' matrigna e la fanciulla deve allontanarsene per potersi salvare. Il maschile e', quindi, piu' vulnerabile nei rapporti amorosi. L'uomo e' cosi' fragile in questo ambito che, quando perde un rapporto importante, va incontro ad una vera e propria frantumazione dell'Io. Puo' vivere una crisi di furor narcisistico- chiosa il terapeuta- che in casi estremi puo' portare a compiere atti scellerati. Tutti i giorni leggiamo sui giornali di atti di violenza contro le donne perpetrati da un maschile che reagisce con brutalita' a un accadimento che, a sua volta, percepisce profondamente quale estremo sopruso verso il suo Io. Non e' una giustificazione. La vulnerabilita' del maschile in questo ambito e' cosi' pronunciata che lascia scarsissima possibilita' all'elaborazione dell'abbandono. Spesso, in tali eventi, l'Io del maschio va in pezzi e si produce in una reazione di furore che lo induce a compiere gesti criminali'.
- Cosa tiene insieme le coppie? ' Oltre le cosiddette parti in luce e ben riconoscibili, aggiungerei che, a volte, giocano un ruolo determinante le psicopatologie reciproche ad incastro.
Anche se non siamo patologici gravi e dichiarati, c'e' sempre una parte inconscia nella nostra psiche che puo' entrare in risonanza con quella inconscia del partner rispetto a questi portati tendenzialmente patologici. Il sadico e il masochista e' l'esempio classico o, ancora, lo e' il complesso paterno (o materno) irrisolto che porta a scegliere una persona piu' matura'. - Ha scritto 'Amori d'ufficio', un libro sulle relazioni illecite nate nel luogo di lavoro, come mai? 'Ho notato che la stragrande maggioranza delle persone lavora per convenienza- afferma lo psicoterapeuta- magari ha rinunciato al suo sogno di realizzazione lavorativa ed e' entrata nel mondo del lavoro adattandosi a cio' che e' riuscita a trovare. La non gratificazione dovuta a questa scelta porta a un aumento del thanatos, dell'angoscia esistenziale, e il piu' grande antidoto a tutto cio' e' l'eros, per usare dei termini freudiani. Ecco che la 'cura' per una insoddisfazione lavorativa puo' essere un/una collega capace di accendere l'eros. Capita spesso sul posto di lavoro perche' e' li', in genere, che ognuno cerca di presentarsi ed esprimersi al meglio. La relazione, quando e' espressione di reciproca accettazione e conferma, da' soddisfazione. Qualora, poi, fosse illecita, offre un livello di eccitazione in piu'. Si sa che il proibito ha sempre esercitato un grande fascino e una trascinante tentazione. Dunque, quando la relazione sul posto di lavoro parte, lecita o illecita che sia, si va in ufficio sapendo che c'e' questo scambio, questo feeling, questa comprensione che e' sovente una risposta a una insoddisfazione reciproca. Le storie illecite, perche' uno dei partner o entrambi sono generalmente gia' impegnati, nella maggioranza dei casi finiscono male- conclude Battista- proprio perche' sono sostenute da un'illusione innamoramentale ancora piu' forte e necessaria. In ambito lavorativo, diamo sempre il meglio di noi stessi, stiamo piu' all'etichetta, siamo piu' curati. Con il tempo, pero', inevitabilmente emergono i difetti che, in tali situazioni, sono piu' difficilmente sopportabili'.
(Wel/ Dire)