Modena, l'esperto: A scuola colleghi omertosi o superficiali
Castelbianco: Rabbia, maturata dal nido, si traduce in violenza
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 2 feb. - Bisogna dare gli strumenti giusti ai colleghi di quegli insegnanti che commettono atti cosi' gravi, come i maltrattamenti sui bambini affidati durante l'orario scolastico. A sostenerlo Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), a proposito di quanto successo a una scuola per l'infanzia di Pavullo, dove M.G., 52enne maestra-coordinatrice, e' considerata responsabile del reato di maltrattamento aggravato sui bambini a lei affidati, tutti di eta' compresa tra 3 ed i 5 anni. Per questo i Carabinieri della Compagnia di Pavullo nel Frignano hanno eseguito un'ordinanza cautelare di arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Modena, Eleonora De Marco, nei suoi confronti.
"Il problema grande che si pone, non e' solo il comportamento di questa persona- ha detto Castelbianco- Il vero problema e' che se ne sono accorti i genitori (hanno fatto partire le indagini con le loro segnalazioni, ndr) ma non i colleghi di questa donna. O non se ne sono accorti o non hanno voluto attivarsi per motivi diversi. Questo significa che per evitare che accadano queste cose, l'unica possibilita' e' dare strumenti ai colleghi per segnalare alle autorita' che accadono questi fatti e non aspettare che i genitori si accorgano di questa situazione".
I colleghi, quindi, hanno avuto un comportamento "omertoso o superficiale, ed e' una cosa negativa da comunicare ai bambini. È come se un elemento delle Forze dell'ordine vedesse un collega rubare e stesse zitto. Non accade perche' non e' possibile". Il punto, prosegue, il direttore dell'Ido "non sta nel fatto che uno si alza e mena, ma nel comportamento reiterato dell'insegnante che ha commesso gli abusi".
I piccoli che hanno subito le violenze, "devono tornare all'asilo, e va spiegato loro che la persona che si comportava cosi' e' stata portata via dai Carabinieri e che non tornera' mai piu' in quell'asilo. E devono poter raccontare alla persona che andra' ad ascoltarli, per esempio uno psicologo, tutti i fatti per tirarli fuori e per riappropiarsi dello spazio dell'asilo.
Spazio che e' il loro".
(Wel/ Dire)
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