Volontariato, a L'Aquila anziani e donne sole ricreano la vita di comunita'
Sostegno psicologico, aiuti economici, assistenza domiciliare e attivita' per i bambini
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 2 feb. - Ricreare la vita di comunita'. E' l'obiettivo del progetto "Interventi integrativi della domiciliarita'", promosso dal comune dell'Aquila a partire dal 2014, e realizzato da Auser (capofila) e altre 5 associazioni del territorio nell'ambito della Rete locale per i servizi di prossimita' costituita dall'amministrazione. "Il progetto si rivolge alle famiglie ad alto rischio di emarginazione e di esclusione sociale che abitano in zone degradate e prive di servizi e che, al disagio, cumulano anche le difficolta' economiche", spiega Carlo Salustro di Auser. I beneficiari degli interventi sono stati, in particolare, anziani e donne sole con minori che vivono, dal 2009, nei Moduli abitativi provvisori (Map) e nei Complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili (Progetto Case).
"A causa del sisma, le piccole attivita' commerciali e artigianali di quartiere hanno subito un tracollo, alcuni hanno perso i locali mentre in tanti i clienti, che erano i vicini di casa- spiega Salustro-. Le persone, infatti, sono state trasferite nei Map o nel progetto Case, insediamenti intorno alla citta' ma lontane con il conseguente disagio economico, psicologico e sociale".
Sono 19 le famiglie che hanno ricevuto sostegno da parte dei volontari, per un totale di 57 persone, 7 le famiglie che hanno evitato lo sfratto. Dieci i volontari Auser che hanno coordinato e gestito le attivita', 2 i tirocinanti della facolta' di psicologia che hanno partecipato al progetto insieme ad alcuni ragazzi in servizio civile. Attualmente interrotto, il progetto dovrebbe ripartire a breve, "vogliamo migliorarlo, raggiungere un numero maggiore di persone e calibrare gli interventi sui bisogni effettivi", afferma Salustro.
Sostegno economico, supporto empatico, aiuto domiciliare, collaborazione nel rapporto con i bambini. Sono alcuni degli interventi realizzati con il progetto "Interventi integrativi della domiciliarita'". Il metodo di lavoro prevede un primo incontro tra la persona e una equipe del progetto composta da uno psicologo e da un educatore dell'Auser. In quest'occasione si valutano i bisogni e si predispone un piano di prestazioni individuali, spesso domiciliari. Nei casi di difficolta' economica viene anche fatto un programma di aiuti alimentari, pagamento di utenze o affitto, acquisto di vestiario per i bambini. Inoltre, i volontari dell'Auser si occupano di impegnare i minori in attivita' ludiche e ricreative, di coinvolgere i disoccupati di lunga durata in iniziative di orientamento alla ricerca di un nuovo lavoro e di offrire supporto alle persone anziane nelle loro abitazioni. "Nel caso di un anziano solo, che viveva solo con la pensione di invalidita' e senza riscaldamento, siamo intervenuti facendo la spesa- racconta Salustro- in un altro, una signora sola che aveva subito l'amputazione di una gamba e aveva bambini piccoli ha ricevuto aiuto in particolare con attivita' ricreative per i bambini". I casi sono tutti molto diversi tra loro ma l'obiettivo e' stato sempre quello di "non farli sentire dipendenti ne' da noi ne' dal comune", conclude Salustro.
Il progetto "Interventi integrativi della domiciliarita'" e' una delle buone pratiche raccolte nel volume "Il saper fare, viaggio nell'Italia della solidarieta', le buone pratiche dell'Auser".
(Wel/ Dire)
|