(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 2 feb. - "Prozac contro Sindrome di Down, diffusa la sperimentazione negli USA e in Italia". Una notizia "allarmante" per l'Istituto nazionale di pedagogia familiare (Inpef), "liquidata nelle pagine in doppia cifra, sui giornali, quelle pagine che arrivano a sfogliare in pochi e in cui si parla invece, sorprendentemente e con una inquietante leggerezza, di riportare in auge un prodotto che ha causato molto dolore, nonostante sia stato subdolamente soprannominato 'la pillola della felicita''".
Molti i passaggi "sconvolgenti di quanto si apprende dalle dichiarazioni in proposito. Ne colpisce, innanzitutto uno, preliminare: 'Buoni risultati sui topi; non e' detto che nell'uomo l'effetto sia lo stesso' (fonte Repubblica 16 gennaio 2016). L'adozione, seppure in forma sperimentale, di tale 'soluzione'- si legge nel comunicato- certa nella drammaticita' dei rischi e delle conseguenze, avverrebbe dunque anche in assenza di alcun beneficio certo o almeno probabile. Non solo: stride, tra i molti elementi nebulosi contenuti tra le righe dei pochi articoli in proposito, il punto in cui si riassumono le differenze tra la sperimentazione statunitense e quella nostrana, che avverra' a Napoli, nella 'terra dei fuochi', anche se nessuno ci spiega il perche' sia stata scelta una terra cosi' gia' tanto provata".
Se negli USA, infatti, "si somministreranno ingenti dosi di Fluoxetina a 14 donne incinte, in Italia si ricorrera' ad una strategia diversa: bambini dai 5 ai 10 anni faranno da cavie, senza alcun dato scientifico che giustifichi la massiccia dose sui minori di uno psicofarmaco cosi' invasivo. Sono sconvolgenti, in tal senso, le parole della dottoressa Renata Bartesaghi, docente del dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell'universita' di Bologna: 'Sapevamo che nel cervello con sindrome di Down c'e' un difetto nel neurotrasmettitore serotonina [...] Abbiamo quindi pensato che la fluoxetina potesse dare benefici. Sui topi l'esperimento e' riuscito, portando a un aumento dei neuroni e a un miglioramento delle capacita' cognitive. La dimostrazione che il Prozac possa funzionare anche sugli uomini e' pero' ancora lontana: non e' detto che nell'uomo l'effetto sia lo stesso. [...] speriamo di avere delle prime indicazioni'".
"L'esperimento italiano sara', dunque, diverso da quello statunitense- ricorda Vincenza Palmieri presidente Inpef e fondatrice del Programma Vivere Senza Psicofarmaci- dove il farmaco verra' dato gia' durante la gravidanza. 'E' un approccio che suscita un po' di perplessita', anche perche' le dosi utilizzate saranno molto piu' alte- sottolinea ancora Bartesaghi- ma ovviamente tutti speriamo che abbia successo'. 'Non e' detto'... 'Speriamo'...".
Il presidente dell'Inpef continua: "Ci chiediamo come sia ammissibile che un intervento del genere si possa giustificare sulla base di un nulla scientifico ma, anzi, si ponga in essere per aprire le strade a quella che e' meno di un'ipotesi scientifica. Ci chiediamo come sia possibile autorizzare a cuor leggero una prassi che nella peggiore delle ipotesi - e non che la migliore sia auspicabile - con una unica somministrazione coinvolge 2 soggetti, e, di fatto, si arrivi a drogare un feto attraverso la madre. Alla fine della cosiddetta sperimentazione, infatti, si arrivera' ad avere 2 soggetti entrambi dipendenti: il figlio e la stessa madre. Una madre che, oltre al disagio di dover affrontare un fatto nuovo nella propria vita - l'arrivo di un figlio - e oltre a dover affrontare l'idea di crescere un bambino con una sindrome, si vedra' introdurre un'ulteriore devastazione: quella della 'pillola della felicita''". A fronte di una "mera 'speranza', si lasciano una donna e un bambino nel dramma conclamato degli psicofarmaci. Cosa si vuole dimostrare?- chiede Palmieri- Si vuole forse cosi' dire che la mamma sara' 'un po' piu' felice', assumendo il Prozac, visto che dovra' prendersi cura di un bambino con la sindrome di Down? Qualcuno pensa, quindi, che un bambino con la sindrome di Down si meriti una molecola particolare per essere, lui, piu' felice? Piu' 'intelligente'? O forse, in realta', sta avvenendo altro? Le case farmaceutiche, dopo aver agganciato il bacino di utenza piu' ampio possibile (bambini, donne, anziani...) agganciano oggi, 'finalmente', anche l'area della disabilita'. Rappresenta una ghiottissima fetta della popolazione (in Italia si contano circa 5 milioni di disabili a vario titolo, mentre non esiste una vera e propria banca dati relativa alla sindrome di Down, nonostante si possa stimare che ne sia colpito un bambino ogni 700/1000 nati).
"C'e' qualcuno che vuole affermare che un bambino down non sia capace di un grande amore o di una grossa felicita'? Certo, e' evidente che ci sia del lavoro da fare, ma di sicuro non attraverso tali sperimentazioni. Dopo aver diagnosticato in tutti i modi i cosiddetti 'normali', attraverso una serie infinita di malattie nuove e patologie inventate - Iperattivita', Dsa, Disturbi dell'attenzione, della condotta, disintegrazione della fanciullezza (e' chiamata proprio cosi'), borderline... - ora, non resta che 'dedicarsi' a quelli che erano stati accantonati nell'area della disabilita' e dell'handicap- denuncia la pedagogista- ora si aggiunge al giro d'affari un'ulteriore fetta, con la taciuta 'speranza' di un successo (finanziario)!".
Per l'Inpef e' "curioso tutto cio', visto che molti studi e fatti dimostrano storie di successo ed esperienze molto belle, ricche di risultati importanti per il benessere e la gioia di questi bambini che nulla hanno a che vedere con rischi, medicine e psicofarmaci. Esperienze sane, come quella di chi punta sui 'diversi talenti', straordinari e meravigliosi, di questi bambini. La ricerca scientifica e' sempre la benvenuta ma non con psicofarmaci! È fondamentale, allora, che questa notizia non sia relegata nelle ultime pagine dei giornali. È fondamentale gridare che non si mettono le mani sui bambini. Ne' per interesse, ne' per nessun altro motivo. Bisogna fermarli per non esserne complici. Perche' siamo l'Umanita' per bene- conclude Palmieri- la Comunita' civile, responsabili del Futuro di tutti".
(Wel/ Dire)