Mengheri (presidente): Abbiamo 6.300 psicologi, il 50% e' fiorentino e l'85% e' donna
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 20 dic. - "In Toscana ci sono 6.300 psicologi iscritti all'Ordine regionale su 3.400.000 abitanti, l'85% sono donne e il 50% fiorentini.
All'ultima elezione abbiamo raggiunto il quorum alla fine delle votazioni, e questo indica che non c'e' un grandissimo senso di appartenenza. Uno dei nostri obiettivi di mandato e', quindi, ricucire lo strappo tra la politica professionale (l'Ordine) e i propri iscritti. Per farlo abbiamo creato un capitolo di bilancio sulle 'Politiche decentrate' a cui sono state dedicate delle risorse economiche ad hoc". Cosi' Lauro Mengheri, presidente dell'Ordine degli psicologi della Toscana, intervistato dalla DIRE sulle principali azioni messe in campo sino ad oggi.
Per coinvolgere gli psicologi toscani, l'Ordine ha "organizzato delle assemblee degli iscritti in tutte le province e, per la prima volta, abbiamo promosso anche degli eventi fuori Firenze". Sono state firmate delle convenzioni con le "tre principali case editrici italiane (Giunti, Erickson e Hogrefe) per creare una biblioteca a libera consultazione degli iscritti- aggiunge Mengheri- e attualmente abbiamo 1.000 testi a disposizione. Inoltre i nostri iscritti possono finalmente consultare gratuitamente i principali strumenti testistici.
Abbiamo stipulato dei protocolli d'intesa con altri enti: con la Prefettura di Firenze siamo impegnati nella ricerca delle persone scomparse sul territorio fiorentino; con la giunta comunale di Nardella (Polizia Municipale) promuoviamo il sostegno psicologico e la formazione agli operatori che intervengono negli incidenti stradali con decesso. Nel comune di Firenze, lo scorso anno- evidenzia il presidente-, ci sono stati 25 incidenti mortali che hanno coinvolto soprattutto adolescenti su due ruote. La polizia municipale e' la prima ad arrivare sul luogo dell'incidente ed e' spesso costretta a vedere scene difficili da comunicare alle famiglie. C'e' un alto tasso di psicotraumatologia in questi contesti e occorre formazione".
Mengheri punta infatti sulla professionalizzazione: "La debolezza della nostra categoria e' sempre stata quella di essere considerati dei 'tuttologi', noi ci battiamo contro questa visione". Il presidente dell'Ordine degli psicologi della Toscana fa parte anche di un tavolo di concertazione per la revisione dei criteri di accreditamento per il rilascio della certificazione dei Dsa (Disturbi specifici dell'apprendimento). "Sono il referente del consiglio nazionale al Miur per quanto riguarda l'area Scuola. Con un gruppo di lavoro del consiglio nazionale abbiamo redatto un documento che si intitola 'I dsa e gli altri bes. Indicazioni per la pratica professionale'. Un testo che analizza tutta la normativa esistente sull'argomento. Tale strumento sara' di grande utilita' ai clinici, agli insegnanti e alle famiglie".
I Bisogni educativi speciali (Bes) comprendono tre categorie: "La prima e' la disabilita' (la legge 104 del 1992), la seconda i disturbi del neurosviluppo (il funzionamento intellettivo limite, i disturbi dello spettro autistico, i disturbi della coordinazione motoria, i Dsa, ecc.) e la terza riguarda l'area dello svantaggio socio-culturale. Si stima che in Italia i soggetti con Bes siano circa 1 milione, mentre l'ultima stima sui Dsa (presentata a Torino circa due mesi fa) coinvolge il 3,51% della popolazione: circa 350 mila soggetti sul territorio nazionale- spiega l'esperto- ovvero 1, 2 soggetti per classe (non delle scuole d'infanzia). La diagnosi si puo' fare dalla fine della seconda elementare e all'inizio della terza".
L'obiettivo e' "formare, informare e creare un cambiamento culturale sull'argomento all'interno della scuola. Uno dei meriti della direttiva dell'allora ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, sui Bisogni educativi speciali del 27 dicembre del 2012, fu proprio quello di differenziare la didattica. E' vero che grazie alla ministra Franca Falcucci noi non abbiamo le classi speciali- afferma Mengheri-, pero' e' opportuno differenziare la didattica. Ricordo che l'Italia e' il paese al mondo che piu' investe sull'inclusione scolastica, e le persone questo se lo dimenticano".
Un altro obiettivo e' potenziare la Sanita' pubblica. "In tutta la Toscana ci sono 260 psicologi dirigenti nel servizio sanitario a fronte di un numero sempre piu' decrescente di concorsi. Con la riforma siamo inoltre passati da 12 Asl a 3 aree vaste, e se prima avevamo 12 direttore generali- sottolinea il presidente dell'Ordine degli psicologi della Toscana- ora ce ne sono 3. Se prima avevamo 12 direttori amministrativi ora ne abbiamo 3, e cosi' via". Insomma, "il mondo sta cambiando e credo fermamente che la psicologia sia una professione giovane, duttile e molto utile. È la professione in grado di costruire ponti relazionali. Per questo motivo, abbiamo proposto un progetto per l'inserimento dello psicologo nelle Case della salute, mettendo a bilancio una cifra importante. Mi auguro che nel 2017 questo progetto possa prendere l'avvio- conclude Mengheri- la Regione Toscana e' concorde su tale progettualita', che vedrebbe lavorare all'interno di un'equipe multidisciplinare lo psicologo, il medico di medicina generale e l'infermiere".
(Wel/ Dire)