Onda fa il punto sulle difficolta' cliniche affrontate nell'arco della vita
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 13 dic. - Tenere conto delle differenze tra uomini e donne dal punto di vista clinico e sociale e diffondere una medicina di genere. E' l'obiettivo che si e' posto questo anno l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) che da dieci anni fotografa lo stato di salute della donna in Italia.
Nel Libro Bianco viene fatto il punto sulle difficolta' cliniche che ogni donna deve affrontare nel corso della sua vita. La sicurezza della donna e del neonato. Il 10% dei parti avviene ancora in luoghi considerati non sicuri, impreparati alle emergenze. Per questo bisogna creare una rete nazionale di punti nascita sicuri in cui siano effettuati almeno 500 parti all'anno, un numero che garantisce una sufficiente esperienza medica e una adeguata organizzazione. Secondo gli ultimi dati delle Schede di dimissioni ospedaliere (2014), le strutture in cui si registra un volume di attivita' inferiore ai 500 parti l'anno rappresentano circa il 28.1% (nel 2010 erano pari al 28.9%) e in base ai dati registrati nell'ultimo Rapporto CeDAP, soltanto 107 si trovano in punti nascita con un volume di parti annui maggiori di 1.000.
Altro requisito indispensabile e' la presenza h24 di figure come il ginecologo, l'ostetrica, l'anestesista e il neonatologo-pediatra.
Salute sessuale e riproduttiva. In Italia si fanno sempre meno figli: il tasso di fecondita' totale e' pari a 1.39 figli per donna. L'innalzamento dell'eta' materna alla prima gravidanza si e' spostato dai 23/25 anni del 1970 agli attuali 31.4. Per questo il Ministero della Salute ha avviato il Piano nazionale per la fertilita' e finanziato una serie di intervento a sostegno delle giovani mamme. "Abbiamo cercato di incentivare le nascita attraverso il bonus per gli asili nido, 1.000 euro annui, e dando 800 euro per il primo figlio. Ma dobbiamo ricordare che le donne devono poter usufruire di un welfare diversificato", ha detto durante la presentazione, Paola Boldrini della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. Il Piano contempla anche l'aspetto della tutela e della conservazione della fertilita' nei pazienti oncologici prevedendo la nascita di Centri di Oncofertilita'.
La prevenzione di malattie cardiovascolare. Le malattie cardiovascolari non sono piu' un problema esclusivamente del genere maschile, ma costituiscono la principale causa di mortalita' e disabilita' nella popolazione femminile di eta' superiore ai 50 anni. Ai fattori di rischio "tradizionali" (ipertensione arteriosa, tabagismo, diabete mellito, sovrappeso, familiarita' per cardiopatie, eta') si sono aggiunti altri fattori specifici per il genere femminile: disordini trombofilici, malattie autoimmuni, sindrome dell'ovaio policistico, complicanze nella gravidanza e nella menopausa.
Oltre a sensibilizzare le donne su questi aspetti, e' importante fare formazione nella comunita' scientifica per assicurare alle pazienti precocita' di diagnosi e un maggiore accesso ai programmi di riabilitazione cardiovascolare.
La salute mentale e fisica. In Italia nascono piu' bambini che bambine ma dopo i 50 anni prevalgono le donne: nel 2016 i centenari sono 18.765, di cui solo poco piu' di 3 mila maschi. I super centenari (110 anni e oltre) sono 22, due maschi e 20 femmine tra le quali spicca la persona piu' longeva al mondo che ha piu' di 116 anni. Nonostante la maggiore longevita', la donna ha piu' patologie e ha una salute percepita peggiore di quella dell'uomo: al di sopra dei 75 anni, una donna su tre presenta la sindrome della fragilita', una su due e' affetta da almeno due malattie croniche. Fragilita', solitudine e perdita dell'autosufficienza pesano sulla donna anziana che spesso soffre anche di disturbi psichici. La depressione maggiore colpisce le donne da due a tre volte piu' degli uomini e si accompagna ad ansia, disturbi del sonno e della alimentazione.
(Wel/ Dire)