A Bologna 32 casi di disturbi mentali ogni 100.000 abitanti
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 13 dic. - I migranti corrono maggiormente il rischio di cadere in problemi psichiatrici. Non perche' piu' vulnerabili o piu' fragili di costituzione, ma per effetto di una difficile integrazione nel nuovo contesto sociale. Non a caso, i disturbi mentali sono piu' frequenti non solo tra le persone che provengono da altri Paesi, ma anche tra i cosiddetti "migranti interni", ovvero chi si sposta da una parte all'altra dell'Italia. E' quanto emerge da uno studio condotto da Ilaria Tarricone, ricercatrice dell'Alma Mater di Bologna e psichiatra del Policlinico Sant'Orsola.
"Tra i migranti aumenta il tasso di rischio psicosi- spiega Tarricone- non perche' sono piu' vulnerabili o piu' fragili, ma per la difficile integrazione con l'ambiente". Piu' soggetti ai disturbi mentali sono gli uomini e chi vive in aree urbane. A Bologna, lo studio rivela che le psicosi riguardano 16 casi su 100.000 abitanti, ma tra i migranti il tasso e' doppio: 32 casi su 100.000 residenti. "I fattori di rischio classici per i disturbi mentali- sottolinea la ricercatrice- come l'essere single o disoccupato o consumatore di cannabis, sono pero' piu' frequenti tra gli italiani". Quindi, la psicosi tra i migranti e' soprattutto dovuta "a cause esterne": la difficile integrazione, appunto. Tanto e' vero che anche "i migranti interni (cioe' chi si sposta da una parte all'altra dell'Italia, ndr) presentano un rischio psicosi del tutto simile" a chi proviene da un altro Paese. Tarricone ha anche raccolto le schede di consulenza psichiatrica urgente al Sant'Orsola di Bologna tra maggio 2015 e aprile 2016. Si parla di oltre un migliaio di persone, tra le quali il 53% e' donna. L'eta' media si aggira intorno ai 52 anni e nel 57% dei casi si tratta di un ritorno (cioe' hanno avuto gia' contatti in passato). Il 74% presenta altre comorbilita' mediche, nell'84% dei casi vengono inviati ai servizi (per il 15% di loro scatta il ricovero).
Per la stragrande maggioranza si tratta di italiani (95%). Per quanto riguarda i migranti, invece, le cosiddette seconde generazioni "rappresentano circa il 2% dei casi", quindi "in linea" col tasso di presenza nella popolazione. Sono invece "sotto-rappresentati" gli immigrati di prima generazione, forse a causa di una "scarsa conoscenza dei servizi", dovuta proprio alla difficolta' di integrazione. "Pero' mi aspetto un trend in aumento- mette in guardia Tarricone- perche' il 25% dei bambini alle materne e' di seconda generazione". La psichiatria parla per questo di "faccia nera della luna" e ritiene "doveroso mantenere un'attenzione specifica" in futuro.
(Wel/ Dire)