"Regione dia loro la possibilita' di avere cure adeguate"
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 6 dic. - "Il Comitato dei genitori Irccs San Raffaele Pisana dichiara il reparto pediatrico occupato perche' non abbiamo piu' tempo da perdere e vogliamo che il diritto alle cure dei nostri figli venga difeso dalle istituzioni che dovrebbero farlo senza pressione da parte dei famigliari. I bambini non hanno colore politico ma hanno diritto al futuro!".Lo scrive in un comunicato Maria Gemma Di Trocchio, presidente del Comitato Genitori Irccs San Raffaele Pisana di Roma.
I genitori hanno preso questa decisione "dopo mesi di attesa senza nessuna risposta da parte di Zingaretti; dopo essere stati ricevuti dai suoi dirigenti Panella e D'Amato senza nessuna soluzione certa; dopo la manifestazione sotto la Regione Lazio- prosegue Di Trocchio- per chiedere di modificare la delibera della giunta regionale ed evitare la chiusura del reparto pediatrico dell'Irccs San Raffaele Pisana; dopo che ancora una volta ci sentiamo dire le cose a meta' e dette anche in malo modo".
Alla manifestazione, che si e' svolta il 30 novembre, erano presenti "famiglie di tutta Italia: Milano e Bari, Ravenna e Brindisi, Caserta e Viterbo- fa sapere il Comitato- perche' il reparto pediatrico e' la casa dei nostri ragazzi, e' la via verso un futuro migliore e la difenderemo con tutte le nostre forze.
Non chiediamo a Zingaretti un miracolo per i nostri figli, ma dar modo a loro di poter avere le cure adeguate. Si', lo pretendiamo".
Giorgio Albertini, direttore del dipartimento di Scienze delle disabilita' congenite ed evolutive, motorie e sensoriali dell'Irccs San Raffaele-Pisana, chiarisce alla DIRE: "Chiudere il reparto di Neuroriabilitazione pediatrica delle Disabilita' dello sviluppo significa non fare piu' ricoveri a partire da domani, non dimetteremo i pazienti ma attenderemo che finiranno il loro ciclo di cura. Nel frattempo e' stato costituito un tavolo tecnico, in cui c'e' anche l'Ospedale Bambin Gesu'. Dovevamo produrre un documento tecnico, ma al momento siamo fermi".
Albertini ricorda: "Ho trascorso 5 anni della mia vita a girare tutti gli uffici della Regione Lazio. Voglio una procedura per capire se i bambini con disabilita' dello sviluppo potranno accedere al famoso 'Codice 56': ovvero alla riabilitazione intensiva- spiega il medico- non mutuando pero' le regole degli adulti. Non puo' essere il post ictus- avverte il direttore-, se il nostro paziente ha avuto una sofferenza perinatale e ha un aggravamento a 7 anni, e' chiaro che non potro' considerarlo una post-acuzie, dovro' considerarlo una riacutizzazione di un problema. Bisogna produrre regole piu' chiare, evidenti e basate anche su criteri classificativi moderni. Questi- conclude- sono un po' obsoleti".
(Wel/ Dire)