Le nuove emergenze adolescenziali: cyberbullismo, cyber sex, cutting
Cascino (IdO): L'espressione dell'adolescente tra mondo reale e mondo virtuale
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 26 apr. - Negli ultimi anni negli adolescenti sono emersi nuovi modi di esprimere la sofferenza psichica. Cio' ha richiesto a tutte le figure di riferimento che ruotano intorno a questa fascia d'eta' di modificare il proprio approccio di intervento; gli adulti, infatti, che si avvicinano a queste nuove forme di disagio devono aggiornarsi in continuazione ed essere preparati ad accogliere adolescenti 'nuovi', che esprimono il proprio mondo interno con modalita' sempre diverse. 'È importante cercare gli strumenti adatti ed efficaci per entrare in relazione con questi ragazzi in modo da farli sentire meno soli in questo mondo cosi' complicato come quello dell'adolescenza. Il cambiamento sociale, culturale e ambientale ha portato a nuove emergenze adolescenziali e l'avvento della tecnologia digitale per esempio ha introdotto tutta una nuova forma di comunicazione prima inesistente', spiega alla DIRE Silvia Cascino, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva impegnata negli sportelli di supporto psicologico presenti nelle scuole italiane e promossi dall'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma.
'E' piu' facile mandare sms perche' attraverso le faccine riesco a esprimere meglio come mi sento, senza vergogna', e' cosi' che durante il colloquio allo sportello d'ascolto della scuola una ragazza delle medie descrive l'uso di WhatsApp.
'Diversi anni fa gli adolescenti trascorrevano ore al telefono per condividere con i coetanei le loro esperienze; adesso le nuove tecnologie (smartphone, blog e social network) hanno sostituito la comunicazione telefonica diventando gli strumenti piu' utilizzati in questa fase di transizione cosi' delicata come l'adolescenza. L'adolescente, infatti- prosegue la terapeuta- sopraffatto da sensazioni nuove soprattutto di tipo sensuale, che possono essere piacevoli ma anche angoscianti, ha il compito di riuscire nel tempo a contenere, integrare e dare un senso alle numerose trasformazioni che sta affrontando nella continua ricerca di un'identita' nuova e autonoma. Proprio in questa fase in cui l'identita' infantile e' messa in crisi dai cambiamenti puberali, mentali, corporei e cognitivi, l'adolescente, confuso e disorientato, ha bisogno di essere visto, accolto, ascoltato e capito attraverso un processo di rispecchiamento'.
Nell'adolescente ritroviamo gli stessi bisogni dell'infante che, 'attraverso il rispecchiamento emotivo e l'attenzione condivisa, rappresenta se stesso come un essere con intenzioni, sentimenti e pensieri propri. Se, infatti, come sostengono Fonagy et al. (1996), il genitore ha la capacita' riflessiva che gli faccia comprendere con cura le attitudini intenzionali del bambino, questi avra' l'opportunita' di 'trovare se stesso nell'altro' come soggetto capace di mentalizzare. Se la capacita' del genitore e' carente sotto quest'aspetto, la visione di se' che il bambino si formera', sara' quella di una persona concepita come pensante, in termini di realta' fisica piuttosto che di stati mentali. Un bisogno fondamentale del bambino quindi e' quello di ritrovare i propri pensieri, le proprie intenzioni, nella mente dell'altro. Il fallimento di questa funzione- sottolinea la psicologa- porta a una disperata ricerca di modi alternativi per contenere i pensieri e gli intensi sentimenti che essi generano'.
In alcuni casi la rete puo' arrivare ad avere lo stesso valore simbolico dello sguardo della madre nella prima infanzia: 'L'essere visti dagli altri da' agli adolescenti la conferma di esistere. Nello stesso tempo pero' in un mondo virtuale cosi' vasto si verificano molteplici azioni violente. Infatti, negli ultimi anni, grazie all'ascesa del social network, l'aggressivita' del bullo si e' spostata dai banchi di scuola allo spazio virtuale, con una frequenza sempre maggiore diventando 'cyberbullismo' o 'bullismo elettronico' o 'bullismo in internet'. Gli atti di bullismo vengono compiuti tramite mezzi elettronici come sms, mms, blog, telefonini cellulari, video, siti web. La particolarita' di questo fenomeno- precisa l'esponente dell'IdO- e' che il materiale messo all'interno della rete rimane nella memoria virtuale e difficilmente puo' essere cancellato. A differenza del bullismo tradizionale la dimensione temporale e' infinita poiche' gli atti violenti non si limitano solo al contesto scolastico, ma possono perpetuarsi per l'intera giornata attraverso il web'.
'Mi prendono in giro a scuola perche' sono straniero e poi continuano a casa con Facebook mandandomi messaggi aggressivi ed escludendomi dalla chat': in questo modo 'un ragazzo di dodici anni esprime la ferita che tale violenza gli procura e l'impotenza rispetto a un gruppo di persone piu' forti di lui. La violenza telematica in certi casi puo' essere ancora piu' dannosa di quella 'reale''.
Anche la dimensione spaziale e' sconfinata. 'Il fenomeno, infatti, puo' divulgarsi in tutto il mondo. La velocita' di diffusione delle informazioni insieme all'assenza di limiti spazio-temporali puo' restituire al cyberbullo un maggiore sentimento di onnipotenza e perdita di contatto con la realta'. Il cyberbullo, infatti, agisce dietro uno schermo in qualche modo protettivo che gli permette di essere aggressivo senza assumersi le proprie responsabilita' e spesso senza comprendere l'effetto delle proprie azioni e le conseguenze che queste hanno sulla vittima. In tal modo la vittima perde la propria identita' di persona per diventare un oggetto da attaccare e da distruggere. Il web puo' quindi diventare un luogo senza limiti, accentuando negli adolescenti l'onnipotenza che non permette loro di confrontarsi con una relazione reale caratterizzata da sentimenti di vergogna, inadeguatezza e frustrazione. Apparire si sostituisce all'incontrarsi- continua la psicologa- evitando il contatto intimo che richiede impegno, responsabilita', riconoscimento e accettazione delle diversita' e dei limiti dell'altro. Avere un numero elevato di amici su Facebook e numerosi 'mi piace' per esempio aumenta il proprio narcisismo rendendo i ragazzi piu' 'fighi' e 'popolari' (su internet si trovano addirittura delle vere e proprie classifiche di popolarita')'.
La relazione 'reale' invece implica 'il mettersi in gioco a piu' livelli e l'esporsi rischiando esperienze deludenti che possono provocare dolore. L'esperienza fugace del web dove e' possibile trovare tutto e subito, non lascia spazio al tempo di costruire qualcosa di vero e di stabile sperimentando l'attesa e il desiderio. Queste esperienze virtuali vanno ad alimentare quegli elementi inerenti al Falso-Se' del soggetto. Winnicott sostiene che gia' nelle prime fasi di vita del bambino e' essenziale il ruolo della madre: attraverso la 'preoccupazione materna primaria' e' in grado di adattarsi sufficientemente ai suoi bisogni, promuovendo in lui il 'sentimento della continuita' dell'essere' (1965); solo cosi' potra' costituirsi un vero Se'. La madre che non e' in grado di facilitare il bambino nell'esprimere il suo vero Se' puo' contribuire allo sviluppo di un Falso Se' che si adatti ai suoi bisogni e ai suoi desideri. La stessa sessualita', che dovrebbe essere 'carnale', presenta degli aspetti 'falsi' se viene soddisfatta attraverso i canali virtuali'.
Il sesso online, definito anche cybersex, comprende 'tutte quelle modalita' tra due o piu' partner destinate a suscitare un piacere sessuale attraverso internet: mostrarsi nudi, in fotografia, in webcam usando un linguaggio esplicitamente sessuale. Sempre piu' frequentemente i ragazzi scattano foto con il cellulare senza permesso del soggetto fotografato e in seguito diffondono filmati intimi o pornografici (fenomeno del sexting). Come nel cyberbullismo anche in questo caso, un elemento di specificita' di tale fenomeno e' la velocita' di diffusione del materiale online: basta un solo click per diffondere in un istante tutto cio' che si desidera', aggiunge Cascini.
Allo sportello di ascolto sono 'diversi i casi di ragazzi che testimoniano questi fenomeni e arrivano a chiedere aiuto perche' intrappolati in dinamiche virtuali difficili da affrontare da soli. Una ragazza di tredici anni e' stata ricattata dal proprio ragazzo- rivela Cascini- qualora non gli avesse inviato delle sue da nuda, sarebbe stata lasciata. La ragazza ha accettato, pur di non essere abbandonata, ma lui poi ha spedito le foto agli amici che le hanno diffuse in tutta la scuola. Il ragazzo ha continuato a pretendere che lei gli inviasse altre foto, in caso contrario avrebbe fatto girare il video del loro rapporto orale. In questo caso si tratta di un vero e proprio ricatto all'interno di una coppia; puo' anche capitare pero' che un puro e semplice divertimento tra amici si trasformi poi in sexting. Una preadolescente giocando a'obbligo e verita'' su WhatsApp, ha 'dovuto' inviare una foto in reggiseno e in seguito la foto e' stata diffusa in tutta la scuola. Un 'amico della chat' ha fatto vedere la foto ai propri genitori che hanno subito preso contatto con la madre della ragazza. La giovane si e' resa conto della gravita' dell'atto solamente quando ne ha parlato con la madre che si e' attivata andando anche lei allo sportello d'ascolto per i genitori. È stato quindi fondamentale coinvolgere l'adulto affinche' l'adolescente prendesse consapevolezza e desse un senso a un atto inizialmente fatto con leggerezza ma che in realta' ha avuto conseguenze gravi'. In questi casi, spiega la psicologa, 'lo spazio d'ascolto rappresenta un contenitore di tutte le paure, l'imbarazzo e i sensi di colpa, emozioni tipiche di chi si sente violato nella propria intimita' e sfruttato per il piacere altrui. Poiche' spesso a un agito onnipotente corrisponde un sentimento d'impotenza, alcune volte il controtransfert del terapeuta e' caratterizzato da rabbia e impotenza nei confronti di una ragazza indifesa e incapace di tutelarsi. Com'e' possibile all'interno dello sportello d'ascolto aiutare un adolescente che ha subi'to un'azione virtuale? A volte la prima reazione e' di risolvere subito il problema, intervenendo in prima persona, ma il lavoro e' di accogliere e comprendere per poi restituire fiducia e speranza che le cose possano cambiare'.
In tutti questi casi, lo sportello d'ascolto quindi 'rappresenta un luogo delimitato, sicuro e protetto dove poter esprimere le proprie emozioni, idee e pensieri e dove poter incontrare un adulto di riferimento che abbia il tempo e la competenza di scoprire cosa si nasconde dietro la propria maschera. In genere- fa sapere la psicoterapeuta- i ragazzi percepiscono quasi subito se possono fidarsi e se qualcuno partecipera' emotivamente al loro dolore. Il lavoro di contenimento prevede un ascolto che tenga conto delle molteplici sfaccettature dei ragazzi: come in bicicletta si cambiano marce a seconda delle salite e delle discese, cosi' avviene nel colloquio in cui si cerca di mettersi a livello del ragazzo sintonizzandosi e adattandosi ai loro bisogni nel 'qui ed ora''.
Dall'esperienza dei colloqui allo sportello d'ascolto e' emerso 'l'immenso bisogno di questi ragazzi di non essere giudicati ma di essere accolti, ascoltati, capiti ma soprattutto riconosciuti nella loro unicita'. La comprensione condivisa e l'essere pensato permettono al ragazzo di abbandonare il proprio Falso Se' sviluppando la capacita' simbolica e il pensiero creativo. Winnicott, infatti, afferma che: 'Solo nell'essere creativi, si scopre di essere se stessi' (1971). Se la persona non e' in contatto con i propri bisogni e, le proprie emozioni, ma si abbassa alla compiacenza, si strutturera' un 'Falso se'''. Jung accosta il concetto di Falso Se' all'archetipo della 'Persona': 'L'individuo per confrontarsi con il mondo esterno indossa una maschera invece di essere a contatto con la parte piu' intima e profonda della sua anima. Si crea in questo modo una tensione tra l'essere e l'apparire, tra 'Anima' e 'Persona''.
Il mondo degli adulti quindi piu' che 'all'ipercontrollo dei ragazzi e' chiamato a conoscere ed esplorare con loro il mondo virtuale, per costruire un vero legame affettivo che permetta loro di mantenere un filo diretto con la realta', colmando la distanza emotiva creata dai rapporti virtuali. La maturazione dei ragazzi, infatti, avviene solo se si confrontano con i limiti imposti dalla presenza 'reale' dell'altro'.
Un'altra nuova emergenza adolescenziale e' il fenomeno del cutting. 'A scuola sono diversi i casi di ragazze che testimoniano tale fenomeno e arrivano a chiedere aiuto allo sportello d'ascolto. Negli ultimi tre anni, infatti, i casi di autolesionismo sono aumentati in maniera esponenziale e riguardano molti adolescenti delle scuole medie e superiori di decine di scuole di Roma e provincia, che l'equipe di psicologi dell'l'istituto di Ortofonologia ha incontrato nei colloqui. Un fenomeno soprattutto al femminile (90%), i maschi coinvolti sono solo una minima parte (10%). Tale incremento e' da addebitare, in parte, a fenomeni di imitazione di gruppo e, in parte, a una vera e propria richiesta di aiuto da parte dei ragazzi', rivela Cascini. 'La fatica a definire la propria identita' fa crescere il bisogno dei ragazzi di aggrapparsi al proprio corpo per ancorarsi alla realta', e di compiere degli agiti che si sostituiscono al processo di simbolizzazione e cioe' di pensare in termini astratti e ipotetici. Gli agiti sostituiscono il pensare, il riflettere, il verbalizzare. Come afferma A.B.
Ferrari 'il corpo dice il cambiamento prima che sia possibile pensarlo' (1992). A.M. Nicolo' e E. Romagnoli (2010) descrivono adolescenti che privilegiano le sensazioni alla relazione con l'altro, poiche' quest'ultima e' fonte di una possibile frustrazione, che non si e' pronti ad affrontare. Con il corpo infatti gli adolescenti esprimono tutti i sentimenti che li pervadono (frustrazione, rabbia, delusione) che non riescono a contenere mentalmente nemmeno con l'aiuto degli adulti. Nel corpo vengono cioe' a iscriversi ribellioni, proteste sorde ed esplicite, interrogativi, dubbi e rivalse e a volte richieste estreme di aiuto. Emerge in modo significativo- conclude- come il tagliarsi possa essere un tentativo di vivere sul proprio corpo un dolore altrimenti indicibile e anche una possibilita' di infliggere un danno al corpo infantile'.
(Wel/ Dire)
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