(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 26 apr. - "Interrogarsi sulle modalita' con le quali viene pianificato a livello nazionale e internazionale la presa in carico della sofferenza psichica, un compito che va di pari passo con la riflessione sull'organizzazione e l'efficacia terapeutica di ogni singola istituzione, ossia di ogni particolare modello istituzionale e terapeutico, e' importante per poter comparare principi e metodi. È fondamentale che ogni comunita' terapeutica espliciti gli obiettivi dei terapeuti e la propria mission istituzionale". Lo scrive Metello Corulli, direttore della rivista bimestrale di psicologia 'IL PORTO' Onlus, nel nel 62esimo numero.
D'altro canto, "nell'organizzazione sanitaria di una nazione, in modo particolare nel settore della psichiatria, entrano in gioco i criteri clinici della comunita' scientifica, gli aspetti socioculturali, politici, economici, gli interessi degli enti gestori, i movimenti culturali e, talvolta, anche istanze poco scientifiche o francamente ideologiche, oltre a fattori economici e di gestione delle risorse. La consapevolezza che molte forme d'ingegneria sociale hanno fatto appello alle migliori intenzioni, per rivelarsi nel corso del tempo disadattate e dannose- prosegue il direttore- ci obbliga a interrogarci per un futuro. Questo scritto intende ricostruire seppure sinteticamente, l'excursus storico dello sviluppo delle comunita' terapeutiche nella cultura italiana, sia quelle per disturbi psichiatrici sia quelle per problematiche legate alla tossicodipendenza, offrendo al lettore un quadro esauriente dello sviluppo delle organizzazioni terapeutiche negli ultimi trenta o quaranta anni. La malattia mentale non puo' piu' essere considerata come dimensione esistenziale da allontanare ed escludere- conclude Corulli- ma deve essere affrontata come una condizione umana da studiare, interpretare, della quale prendersi cura, creando i presupposti per una coesistenza sostenibile con la vita della collettivita'".
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