Taddei (universita' Firenze): Fa capire 'come funziona' piu' che puntare sul valore numerico, e migliora la diagnosi
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 26 apr. - Spiegare come funziona l'intelligenza, non limitandosi semplicemente a misurarla attraverso un test. "È stato l'obiettivo perseguito da due studiosi americani (Jack A. Naglieri e Jagannath P. Das), che hanno messo a punto una teoria del funzionamento cognitivo definita 'PASS' (Pianificazione, Attenzione, Simultaneita' e Successione). Un'area di ricerca che affonda le sue radici nel pensiero di Aleksandr Luria, neuropsicologo russo, allievo e collaboratore di Vygotsky e fondatore della neuropsicologia moderna". Lo ricorda alla DIRE Stefano Taddei, psicologo clinico e professore di Psicologia della Salute presso l'Universita' di Firenze.
"Questa teoria si basa, infatti, sulle idee del neuropsicologo russo, che aveva identificato tre unita' funzionali nella nostra struttura nervosa: l'attenzione, connessa alla formazione reticolare e alle strutture sottocorticali e associata al tronco dell'encefalo, il diencefalo e le regioni mediane degli emisferi; simultaneita' e successione, associata alle aree temporali, occipitali e parietali della corteccia cerebrale- spiega lo psicologo- volte alla percezione, all'analisi e alla memorizzazione delle informazioni in modo da elaborare la successione delle informazioni e leggerle attraverso una visione d'insieme; e la capacita' di pianificazione, preposta al controllo e alla regolazione dell'azione associata alle aree motorie, premotorie e prefrontali. Le tre unita' funzionali operano in modo integrato e funzionale".
Se le scale che misuravano l'intelligenza, "come le wechsler, avevano un'idea operazionale di intelligenza, almeno fino agli anni '90- sottolinea Taddei- i due studiosi volevano invece capire come funziona la mente e come mai alcuni ragazzi vanno male a scuola pur mostrando punteggi brillanti al QI". Come lo hanno fatto? "Misurando i processi che regolano l'apprendimento e che corrispondono alle 3 aree identificate da Luria (Pianificazione, Attenzione, Simultaneita' e Successione) attraverso un test, di cui ho seguito la traduzione in italiano: il Cognitive Assestment System (CAS)", rivela il professore.
Secondo Taddei il CAS e' uno strumento particolarmente utile per la valutazione dei disturbi dello sviluppo. "Offre un'idea non tanto di quanto funzioni bene il sistema cognitivo del bambino e dell'anziano, ma, piuttosto, di come funziona", aggiunge lo studioso. "I test classici d'intelligenza informano su quanto funziona la nostra intelligenza dandoci un punteggio (dopo gli anni 2000, la Wisc 4 ha fornito dei punteggi piu' articolati, ma e' sempre tutto in funzione di un criterio di efficienza rispetto alle prestazioni)". L'idea di Naglieri e Das e' invece andare a vedere "come il sistema cognitivo elabora le informazioni, la sua capacita' di fare piani e di prestare attenzione. Il loro test e' molto usato in psicologia- fa sapere il docente universitario- ed e' estremamente utile nella psicologia che si occupa dei disturbi dei bambini (Disturbi specifici dell'apprendimento - Dsa, disturbi del neuro-sviluppo). Abbiamo notato che i Dsa coinvolgono spesso i processi di simultaneita' e di successione, molto meno quelli di attenzione e pianificazione. Un dislessico parla bene, e' attento, brillante, interessato e curioso- ricorda lo psicologo clinico- ma quando deve leggere e' spesso una tragedia. Avra' dei buoni punteggi in tutto, ma avra' delle cadute nella capacita' di decodificare le lettere, quindi nella successione (si veda il libro 'L'uso clinico del Cognitive Assessment System', di Stefano Taddei e Paola Di Pierro, Cortina editore)".
- Perche' il CAS e' utile? "Perche' e' stato tarato su soggetti dai 5 ai 17 anni, anche se la teoria e' valida per tutti. Sto provando ad utilizzare questo modello teorico nello studio delle demenze, soprattutto per quelle vascolari e meno per l'Alzheimer. Invece, alcuni studiosi canadesi lo usano per i pazienti che hanno avuto un Ictus, per esaminare la corrispondenza delle zone dove si e' verificata la lesione rispetto al funzionamento alle prove CAS".
Si tratta insomma di uno strumento utile per avere informazioni sul funzionamento cognitivo. "Aiuta il clinico ad individuare le aree disfunzionali- ripete il professore- perche' con la Wisc avro' soprattutto una misura di sintesi di quanto il soggetto sara' efficiente". Il CAS e' quindi un contributo alla conoscenza, perche' vedere come funzionano i processi permette di avere una idea piu' precisa del sistema cognitivo del soggetto e quindi un'idea di come intervenire. "Se vedo che il bambino ha una debolezza nella successione, potro' indirizzare il logopedista o l'educatore ad aiutarlo in quell'area". A tal fine, i ricercatori che si occupano della teoria PASS hanno prima messo a punto un metodo che si chiama 'PASS Reading Enhancement Program (PREP). "Su questo versante Naglieri ha successivamente messo a punto dei materiali per insegnanti e genitori basati proprio sul rafforzamento della funzione di pianificazione. Il mio gruppo di ricerca ha invece messo a punto dei materiali pubblicati da Erickson con il titolo 'Autiamoli ad imparare' e specificamente dedicati agli insegnanti e ai genitori".
- Il CAS puo' essere utile per contrastare i falsi positivi? "Ho visto diverse centinaia di protocolli e discusso con chi aveva esaminato diversi bambini, collaborando con il neuropsichiatra Carlo Benvenuti. Il medico ha inserito nei protocolli della sua valutazione l'uso sistematico del CAS e ho potuto notare come sia cambiata, in modo spettacolare, la diagnosi in tantissimi casi. È fondamentale capire come funziona il ragazzo per orientare la diagnosi. Stiamo portando avanti degli studi sui disturbi del linguaggio con una implicazione importante sull'area della successione e- prosegue lo studioso- posso dire che il contributo della conoscenza dei processi evolutivi modifica radicalmente la visione diagnostica".
Il gruppo di lavoro di Taddei sta lavorando per raggiungere "una migliore comprensione diagnostica, mettendo a punto materiali pensati per la riabilitazione, da proporre agli operatori del settore (e semmai agli insegnanti di sostegno) per il trattamento-rimedio de i bambini con problemi conclamati". Inoltre, "abbiamo anche iniziato a immaginare la figura del 'maestro' che si avvale delle teorie neuropsicologiche per conoscere e aiutare il ragazzino, che non ha particolare problemi, a funzionare meglio".
Non e' un'idea astratta ma un progetto gia' partito in diverse realta' scolastiche: "Un'esperienza l'abbiamo avuta in una scuola di Colle di Val d'Elsa, in provincia di Siena, e in una scuola in provincia di Brescia in collaborazione con la dirigente scolastica Luciana Ferraboschi e con il contributo diretto degli insegnanti. Adesso stiamo per partire con un nuovo progetto d'informazione per gli insegnanti e di raccolta dati in un'altra scuola sempre in provincia di Siena". Il professore universitario tiene a concludere con una battuta sulla validita' dei test d'intelligenza: "Con qualsiasi test di intelligenza trovero' sempre una differenza enorme tra le risposte date da bambini cinesi, italiani, olandesi o spagnoli. Questo perche' le risposte intellettive sono sensibili alla cultura di appartenenza. Con il CAS i risultati sono sovrapponibili proprio perche' funzioniamo tutti allo stesso modo. Non c'e' differenza nei punteggi al CAS tra bambini in base alla cultura- afferma- e lo dimostra uno studio italo-americano recentemente pubblicato su Psychological Assessment".
(Wel/ Dire)