Dal Friuli a Lampedusa in bici: l'impresa di Mila
59 anni, diabetica, e' un'operatrice della riabilitazione
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 apr. - "Passo e porto un'esperienza". Mila Brollo risponde cosi' quando le si chiede chi sta incontrando nelle tappe del suo viaggio attraverso l'Italia. Friulana, 59 anni, diabetica, Mila Brollo e' partita da Gemona del Friuli, il suo paese, lo scorso primo aprile e punta ad arrivare entro due mesi a Lampedusa in sella alla sua bicicletta, una FuturE bike realizzata da tre imprenditori torinesi impegnati da anni nel settore delle energie alternative che hanno deciso di accompagnarla in questo viaggio. "Sono partita per un problema di salute, per rimettermi in sesto, perche' pedalare aiuta - racconta - ma poi ho pensato di utilizzare questo viaggio per dare risonanza ad alcuni temi che mi stanno a cuore". Cosi' ha coinvolto i media e ha imparato a usare i social, "cosa non semplice alla mia eta'", per raccontare questo viaggio. Mila di mestiere fa l'operatrice della salute mentale e ha pensato che questa era un'ottima occasione per sensibilizzare su un tema, "di cui si parla troppo poco". Poi c'e' il tema dell'ecosostenibilita', della bicicletta come riabilitazione. Lo ha scritto anche suo blog Biciterapia, "la bicicletta fa il mio stesso mestiere, riabilita". E ancora l'idea di parlare di cose serie in modo positivo, trasversale, per colpire l'immaginario. Proprio come questo viaggio. "Viaggio da sola, con un piccolo bagaglio e una borsa con le attrezzature per fare i controlli sul diabete e mandare i dati alle due universita' che mi seguono per la loro ricerca". Durante il viaggio, infatti, Mila sara' monitorata da uno staff medico dell'Universita' di Trieste e da un ricercatore dell'Universita' di Pisa. Nella sua 'impresa' e' sostenuta da Fareassieme.fvg, associazione composta da utenti, familiari, operatori della salute mentale e fa parte del movimento nazionale di Parole ritrovate. Il viaggio e' patrocinato dalla Fiab, la Federazione italiana amici della bicicletta, In quattro giorni Mila ha percorso 330 chilometri, poco piu' di 80 al giorno, "ma dopo Bologna dovro' rallentare - dice - perche' iniziano gli Appennini".
Nei posti in cui si ferma Mila Brollo fa incontri con utenti dei servizi di salute mentale, i loro famigliari, gli operatori, "io passo e se c'e' qualcuno che vuole parlare, mi puo' chiamare".
Quest'anno e' il quarantennale del terremoto del Friuli, avvenuto il 6 maggio 1976. "La mia vita e quella del mio paese, che e' stato raso al suolo, sono state sconvolte quel giorno. Per questo ho deciso di incontrare altre realta' terremotate, per portare la testimonianza che la ricostruzione si puo' fare, in Friuli c'e' stata".
Arrivera' a Roma il 26 aprile e ripartira' il 28. Il punto finale del viaggio e' l'isola di Lampedusa, una scelta non casuale, dove e' previsto un incontro con il mondo allargato della salute mentale, utenti, familiari, operatori, amici.
"Nella salute mentale abbiamo lavorato tanto per aprire le porte da Basaglia in poi e adesso non siamo capaci di aprire altre porte - dice - e poi in psichiatria si dice che non basta aprire la porta ma bisogna andare incontro. Ecco io sto andando incontro". L'idea di arrivare a Lampedusa e' arrivata vedendo cosa accade in Friuli, realta' di transito dei rifugiati. "Non poteva stare li' senza fare niente - conclude - Il mio viaggio e' niente in confronto a quello che hanno fatto queste persone, la mia fatica la dedico a loro".
(Wel/ Dire)
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