Con visori speciali registrate fonti disturbo: primo e' il pedone
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 apr. - La preoccupazione maggiore per chi va in bicicletta? Non tanto le auto (a meno che non ci si trovi a un incrocio) ma i pedoni, soprattutto se camminano vicino alla pista ciclabile. E' il risultato a cui sono giunti i ricercatori della Scuola di Ingegneria dell'Alma Mater di Bologna, che da un anno a questa parte stanno conducendo alcuni test su ciclisti volontari per capire quali sono le principali distrazioni per chi va in bicicletta e, di conseguenza, quali sono i rischi maggiori che possono causare incidenti. Il team del Dipartimento di ingegneria civile (Dicam), guidato dal professor Federico Rupi, ha fornito 20 persone di occhiali speciali dotati di due telecamere: la prima punta alla strada, riprendendo la visuale del ciclista; la seconda, a infrarossi, registra i movimenti degli occhi di chi va in bicicletta. Si tratta degli stessi visori usati nei supermercati per capire il comportamento del cliente e distribuire meglio sugli scaffali i prodotti da vendere.
Cosi' attrezzati, i 20 volontari hanno fatto un percorso di due-tre chilometri circolando sia in strada (quindi insieme alle auto), sia sulle piste tracciate sui marciapiedi (cioe' insieme ai pedoni) sia sulle ciclabili protette. "Attraverso lo sguardo del ciclista possiamo individuare gli elementi di disturbo e quelli su cui si concentra", spiega Rupi alla DIRE. E dai primi risultati emerge appunto che chi va in bicicletta "fissa con molta attenzione e a lungo il pedone a lato della pista ciclabile, perche' e' considerato piu' imprevedibile". Un altro ciclista che arriva in senso opposto, invece, "e' osservato solo una volta da lontano e poi non viene piu' considerato".
Su strada, invece, i ciclisti prestano attenzione soprattutto "alle intersezioni- spiega ancora Rupi- in particolare se sono presenti dei veicoli", ma anche alla segnaletica stradale e allo stato dell'asfalto. Sempre il Dicam, ogni anno fa un'indagine sulla mobilita' ciclabile a Bologna, misurando i flussi delle biciclette nel periodo settembre-ottobre sia con operatori sul campo sia con strumentazioni tipo radar. E cosi' si e' scoperto che dal 2009 a oggi i ciclisti sono aumentati del 60% a Bologna e che sulle piste ciclabili circola il 40% in piu' di persone (che si sono quindi spostate dalle strade). E' stata rilevata anche una tendenza ad aumentare anche del 15% la lunghezza del percorso pur di fare piste ciclabili sicure o evitare strade trafficate.
Molti ciclisti pero' "scelgono ancora la strada perche' vanno piu' veloci- spiega Rupi- pur correndo rischi maggiori. Il tempo di percorrenza e' un fattore molto considerato. La bicicletta e' piu' rapida del trasporto pubblico in citta', in molti casi anche delle auto". I ricercatori hanno misurato una velocita' media di 12 chilometri orari sui pedali, contro ad esempio i 10 chilometri orari di velocita' commerciale degli autobus. La ricerca e' stata presentata ieri sera alla Velostazione di Bologna, in un incontro organizzato da Comune e Ateneo sulla mobilita' sostenibile, alla presenza dell'assessore alla Mobilita' Andrea Colombo e del prorettore vicario Mirko Degli Esposti. L'Alma Mater ha diversi i progetti di ricerca in corso sulle biciclette, tra cui uno curato dal Dipartimento di Sociologia e uno, finanziato per tre anni dalla Ue ("Xcycle"), guidato da Luca Pietrantoni del dipartimento di Psicologia, che punta a capire i fattori che causano gli incidenti su due ruote. Saranno fatte osservazioni sul campo, con biciclette dotate di sensori.
(Wel/ Dire)