Ricerca del Fatebenefratelli di Brescia. Monitorati 82 ricoverati con gravi disturbi
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 apr. - I malati mentali fanno paura, soprattutto se hanno commesso reati e sono stati rinchiusi in un ospedale psichiatrico giudiziario. Ma e' proprio vero che sono pericolosi? Da uno studio condotto dal Fatebenefratelli di Brescia sembrerebbe di no. Per un anno sono stati monitorati 82 pazienti affetti da disturbi mentali gravi e ricoverati in strutture residenziali del Nord Italia (tra i quali circa meta' con un passato di ricovero in Opg o di incarcerazione), tutti con una storia significativa di comportamenti violenti (documentati a livello clinico). Tali pazienti sono stati comparati a 57 pazienti simili per eta', sesso e diagnosi, ma che non avevano mai commesso gesti violenti. È emerso che i pazienti con un passato violento ora non lo sono piu', ne' verso se stessi o le cose ne' verso altre persone. Il motivo e' semplice: perche' vengono curati bene e non hanno la possibilita' di abusare di alcool o sostanze stupefacenti. Cio' migliora la loro vita e di chi e' loro vicino.
"C'e' molta stigma verso le persone con problemi di salute mentale, figuriamoci verso quelle che sono state in un ospedale psichiatrico giudiziario. Ma il punto e' che se seguite con competenza e professionalita' non sono pericolose", sottolinea fra Marco Fabello, direttore generale dell'Irccs Fatebenefratelli.
I risultati di questa ricerca, la prima in Italia, sono utili anche per capire cosa accadra' nei prossimi anni con la chiusura, ormai quasi completa, degli Ospedali psichiatrici giudiziari. I pazienti sono stati trasferiti nelle "Residenze per l'esecuzione di misure di sicurezza" (Rems), strutture gestite dai Dipartimenti di salute mentale in collaborazione con il ministero della Giustizia. Ogni Rems non dovrebbe avere piu' di 20 posti letto. "È fondamentale la formazione degli operatori che ci lavorano - sottolinea fra Marco Fabello -. Il mio auspicio e' che si punti molto su questo. Come dimostra la nostra ricerca, i pazienti se curati bene non commetto piu' atti di violenza".
È ora in corso una seconda parte della ricerca che coinvolge ben 250 pazienti seguiti dai Dipartimenti di salute mentale di Brescia, Garbagnate, Legnano e Monza: questa parte del progetto consentira' di capire in che condizioni vivono chi e' seguito solo ambulatorialmente. Sono pazienti che possono gestirsi la giornata come meglio credono, e quindi per esempio non e' sicuro che non bevano alcolici o non facciano uso di stupefacenti.
(Wel/ Dire)