(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 apr. - L'immagine sfugge e bisogna saperla fermare per attivare un confronto con essa. "Quanto siamo disposti a farci cambiare dalla nostra dimensione onirica? Verso i sogni abbiamo una responsabilita' etica che richiede un raffronto con l'oggetto dell'incontro, sapendo che piu' doniamo piu' ci trasformiamo". Una prospettiva generosa e coraggiosa quella di Riccardo Mondo, professore di Psicologia del sogno della scuola di specializzazione in psicoterapia dell'eta' evolutiva dell'istituto di Ortofonologia (IdO).
"Lasciamo allora che i sogni avvengano, come se ci immergessimo nell'acqua dell'immagine onirica- consiglia l'analista junghiano- osservandola poi da ogni angolazione, cogliendone il dato fenomenico nella sua consistenza caratteristica e lasciandola vivere anche nelle sue trasformazioni piu' inattese e inquietanti". Nell'interpretare il sogno bisogna "capire cosa esso porta di nuovo alla coscienza (da' anche informazioni sulla relazione terapeutica); prendere in considerazione il contesto personale della vita di chi sogna e la sua esperienza psicobiografica; raffrontare il contenuto simbolico del sogno con i motivi tipici pertinenti alla cultura, alla storia e alla mitologia. Questi motivi ampliano il contesto personale del sogno- spiega lo studioso- e lo mettono in relazione con l'inconscio collettivo. Infine, attenersi all'immagine del sogno restando quanto piu' possibile vicino a cio' che e' stato sognato".
Sono due le modalita' interpretative: "Riduttiva-causale, che coincide con la ricerca delle cause e quindi con la spiegazione. È un processo di conoscenza delle dinamiche inconsce che hanno prodotto i differenti simbolismi del sogno- continua lo psicoterapeuta- cercando di ripercorrere all'inverso il cammino che da questi si e' svolto. Al simbolo viene quindi attribuito un significato prefissato"; finalistica: "Assegna al simbolo onirico un significato non ancora dato e che non trarrebbe origine da alcunche'. Contiene in se' un'alterita' sconosciuta".
Esistono, inoltre, diverse dimensioni del campo del sogno: LA DELUCIDAZIONE - La delucidazione indica l'espressione di dati di fatto generalmente accettati e condivisi dei significati razionali. Ne esistono due tipologie: oggettiva-collettiva, soggettiva-individuale. "Nel primo caso la funzione che riveste collettivamente l'oggetto informa- chiosa Mondo-, nel secondo caso i significati variano a seconda del soggetto".
L' AMPLIFICAZIONE - "L'amplificazione e' una delucidazione metaforica, un come se che rende il sogno piu' sonoro, ricco di echi e piu' ampio. E' un allargamento del contesto personale del sogno con motivi paralleli e corrispondenti al mito. Stare bene da soli vuol dire stare in connessione con il collettivo e l'amplificazione ricrea questa connessione".
L'IMMAGINAZIONE - "Ogni parte del sogno e' un punto di partenza da ampliarle con nuove immagini, sia proseguendo l'azione per vedere quale sviluppo potrebbero avere, che risalendo all'origine del sogno per capire come si e' prodotta la situazione di apertura".
LA COMPENSAZIONE - "La compensazione presiede all'equilibrio ottimale della vita psichica e apre al concetto di psiche come sistema di autoregolazione: il dominio conscio e diurno dell'uomo e' continuamente corretto dal dominio inconscio e notturno. La nevrosi per Jung e' nella separazione tra conscio e inconscio, che non entrano in comunicazione".
COMPLEMENTARIETÀ E COMPENSAZIONE - Sono entrambe modalita' di correzione equilibratrice della posizione unilaterale della coscienza. Entrambe lavorano per ampliare la consapevolezza e per superare delle posizioni rigide a favore del cambiamento e della crescita della personalita'. La compensazione e' evidenza dell'opposto polare della posizione cosciente. La complementarieta' amplia la posizione cosciente mediante l'aggiunta di ogni pezzo mancante. "È sempre utile considerare incompleta la comprensione di un sogno- aggiunge Mondo- fino a quando non abbia rivelato un'informazione che getti luce su un punto cieco o abbia messo in discussione la posizione unilaterale della coscienza del sognatore".
IL SOGNO E IL PICCOLO POPOLO - "James Hillman, a differenza di Jung, tende ad acquisire una visione gruppale indebolendo l'io onirico (Jung da' pari centralita' all'Io e all'inconscio). Lo psicoanalista americano si avvicina alle culture orientali che parlano appunto dello svuotamento dell'Io". Come? Mondo consiglia di "raccontare il sogno in terza persona; prestare attenzione ai vari attori del sogno; immaginare la scena onirica dalla loro prospettiva; chiedersi che trame relazionali si sviluppano tra di loro e quali elementi strutturali (archetipici) personifica ogni attore onirico; e- conclude- quali dinamiche di gruppo sono rappresentate; qual e' l'intenzione del regista onirico?".
LA DUPLICITÀ DEI SOGNI - I sogni non sono ambigui, le immagini si presentano sempre in forme certe. "La duplicita' non sta nell'immagine ma nella sua rappresentanza. Il lavoro sui sogni e' arduo da compiere per il terapeuta ed e' arduo da accettare per il paziente- chiosa lo psicoterapeuta- forse perche' non e' mai possibile vedere dove si e' inconsci. Ecco che allora il lavoro sui sogni e' un lavoro di precisione, applicato a materiali invisibili e in movimento. Per lavorare con cio' che non si conosce e' importante porsi nella posizione di una persona che non sa".
COM'È' COSTRUITA UN'IMMAGINE - Le immagini si compongono di: Trama (seguire la tessitura del sogno), emozione (non e' detto che sia esplicitata); simultaneita' (nessuna parte precede o causa un'altra parte, ogni parte del sogno e' simultaneamente presente); inter-relazioni (formata da elementi connessi, che vanno ascoltati in quanto appartengono alla politica del corpo e non ci sono posizioni privilegiate all'interno dell'immagine); valore (alcune immagini sembrano piu' potenti, piu' attraenti di altre. "Un'immagine innaturale si presume abbia piu' valore perche' 'opus contra naturam'"); struttura.
"Va distinta la trama narrativa del racconto del sogno dallo sfondo immaginale- raccomanda l'analista junghiano- la narrazione tende a trasformare il sogno nel viaggio dell'Io nel mondo infero. Allora si dovra' trattare la narrazione in maniera archetipica, sospendendo il giudizio di buono o cattivo".
COSA CI ALLONTANA DAL SOGNO - "Ci allontana dal sogno qualsiasi interpretazione, generalizzazione, valutazione, prognosi- conclude Mondo- qualsiasi consiglio diretto, che riguardi la situazione di vita dell'analizzando".
(Wel/ Dire)