Chirurgia estetica, atto di liberta' e rinascita se non altera il corpo
Battista: Riesce quando non e' evidente, altrimenti puo' scatenare crisi identitarie
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 apr. - "Un atto di coraggio, liberta', rifondazione di se' e rinascita. Puo' essere anche questo un intervento di chirurgia estetica, ma solo nel caso in cui le migliorie o il tentativo della restitutio ad integrum (dopo un incidente ad esempio) non alterino le caratteristiche proprie di ogni singola persona, evitando ripercussioni psicologiche. Se, invece, un soggetto si sottopone a un intervento estetico perche' vuole assomigliare a un famoso attore o attrice, il chirurgo prima di intervenire dovra' porsi innumerevoli domande e non assecondare le voglie dei clienti". Ne parla alla DIRE Ivan Battista, psicoterapeuta e autore del libro 'Specchio delle mie brame. Psicologia della chirurgia estetica' (Nuova Ipsa editore), aggiungendo: "Bisogna informarsi bene , magari rivolgendosi anche a societa' competenti come la Sicpre (Societa' italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica)".
- Quali sono le conseguenze psicologiche di un intervento plastico? "Le conseguenze psicologiche sono ottime se l'intervento e' eseguito in modo che dall'esterno non si noti troppo alcun cambiamento evidente. In effetti- chiarisce lo psicologo- la chirurgia estetica riesce quando non e' troppo palese e non altera la morfologia del volto. Solo in questo modo apportera' dei risultati positivi alla stima del se'. Nel caso inverso-avverte Battista- si corre il rischio del non riconoscimento identitario viso-corporeo. Con l'alterazione dei connotati possono esserci ripercussioni psicologiche molto negative, e' possibile che la persona non accetti piu' il suo volto a causa di un'alterazione molto pesante delle caratteristiche somatiche. Ricordiamo che nello sviluppo della psiche, il primo Io che si viene a costituire e' quello corporeo. Se stravolto, potra' provocare una crisi identitaria e di non accettazione del se'".
- Esiste un periodo dell'anno preciso in cui si ricorre maggiormente alla chirurgia estetica? "La Primavera- conferma lo psicoterapeuta- e' la stagione che corrisponde alla rinascita della natura e, in questo contesto, l'intervento assume il significato di un atto di rinascita. Per questo motivo- prosegue lo scrittore- il desiderio scatta di piu' in suddetto periodo dell'anno. Ovviamente bisognera' anche considerare la tipologia d'intervento e le condizioni fisiche del paziente: se soffrira' di allergie o riniti allergiche non potra' indubbiamente operarsi a maggio".
- Quali sono gli interventi piu' ricorrenti? "Sono molto frequenti tutte quelle operazioni estetiche volte ad annullare gli 'indicatori' dell'eta'. Gli interventi piu' richiesti sono quelli al volto, la parte del corpo sempre scoperta. I maschi chiedono anche l'autotrapianto dei capelli- rivela lo studioso- perche' nell'immagine che l'uomo deve dare di se', il capello e' un rilevatore dell'eta'. Esemplare e' il mito di Sansone che perdendo i capelli perde la forza. Un viso con una folta capigliatura da' un'altra comunicazione".
- Che eta' hanno le persone che si sottopongono alla chirurgia estetica? "Si registra senza dubbio un aumento degli interventi in eta' adolescenziale- precisa Battista- anche se i chirurghi coscienziosi reputano sconsiderato operare un adolescente perche' il fisico cresce e si struttura, seppur lentamente, all'incirca fino ai 25 anni. Esistono tuttavia dei casi in cui e' possibile intervenire- afferma lo psicologo- se pensiamo all'adolescente con le orecchie molto a sventola, li' basta un'operazione ambulatoriale per restituire una maggiore armonia, oppure un brutto naso a roncola sul volto di una fanciulla".
- Ma cos'e' la bellezza? "Non e' un concetto astratto, esiste e ogni cultura ha dei riferimenti ben precisi. I nostri afferiscono alla cultura greco-romana, che prevede misure specifiche per quanto riguarda il corpo e l'architettura, la costruzione dei palazzi o le sculture delle statue. E' la 'misura aurea', un fatto di precise proporzioni", chiosa lo studioso.
Battista pero' ricorda che sia "i soggetti molto giovani che quelli molto vecchi non chiedono interventi per motivi economici e perche' non si pongono davvero il problema. L'eta' che va per la maggiore e' la mezza eta'. Non e' soltanto una questione di maggiori capacita' finanziarie, il cinquantenne e' anche piu' soggetto psicologicamente all'angoscia del tempo che passa e che comincia a lasciare le prime tracce sul corpo. È l'angoscia delle persone che vedono una parte della propria energia sussistere- continua Battista- ma avvertono pure il tempo trascorrere e lasciare le sue ingiurie sul corpo. È questa la molla che fa scattare la decisione dell'intervento chirurgico estetico. Ecco allora che si ricorre alla blefaroplastica, al lifting leggero, al botox come riempitivo, all'acido ialuronico o alla liposuzione sui fianchi per i maschietti e sulle cosce per le donne. Io non sono contrario all'intervento chirurgico- sottolinea lo psicologo- ma solo se migliora l'aspetto senza sconvolgerlo e se da' piacere alla persona. Cio' che e' importante e' il non rendersi ridicoli per seguire delle pretese assurde, come il 60enne che vuole apparire un 20enne. A tal proposito, esiste una sindrome detta dismorfofobia (credo ne soffrisse anche il cantante Michael Jackson) molto pericolosa- fa sapere lo psicoterapeuta- perche' si distingue per un accanimento sul proprio corpo di troppi interventi chirurgici non giustificati, che arrivano a metterlo a soqquadro. Detta sindrome si ha quando l'Io ideale corporeo differisce di molto dall'Io reale che non viene assolutamente accettato ".
- Cosa puo' fare la psicoterapia nei casi di crisi identitaria dopo un intervento andato male? "Un appoggio- sostiene Battista- puo' offrire una possibilita' di dare, attraverso il proprio racconto, parole al dolore. Questa accoglienza puo' far si' che la persona, esprimendo la sofferenza che prova, riesca a costruire una nuova identita'. Se non e' possibile rieffettuare alcun intervento riparativo per una ottimale restitutio- conclude lo psicoterapeuta- si dovra' lavorare per realizzare un percorso di accettazione della nuova identita'. Ecco perche' ogni intervento chirurgico, anche il piu' apparentemente semplice, va considerato e ponderato con grande cautela e attenzione, rivolgendosi sempre e comunque a professionisti preparati e di comprovata esperienza".
(Wel/ Dire)
|