Righetti: Una mamma che vive serenamente la gravidanza influisce positivamente sulla crescita del figlio
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 12 apr. - La puericultura parte dalla pancia. 'È stato confermato da nostri studi sperimentali e da altre ricerche internazionali che il feto ha una sua vita psichica e dopo la 20esima settimana di gestazione, in un contesto di tipo relazionale, sa dare in modo volontario. Questo significa che il bambino ha gia' dalla nascita un bagaglio di esperienze fatte in utero che gli permetteranno di nascere con una competenze di tipo psicologico'. Lo rivela alla DIRE Pier Luigi Righetti, psicologo psicoterapeuta, docente di psicologia della genitorialita' nell'Istituto universitario Salesiano di Venezia ed autore del libro 'Elementi di psicologia prenatale' (edizioni Magi) - Cosa aiuta la mamma a sintonizzarsi con il feto durante la gravidanza? 'Chiarendo che non e' possibile trovare all'interno della vita psichica del feto dei predittori per la psicopatologia. Abbiamo dei dati certi, e scientifici, sulla relazione feto-madre in condizioni di normalita'. Posso affermare che una mamma che vive serenamente la sua gravidanza influisce positivamente sulla crescita del bambino'.
- Cosa vuol dire vivere serenamente la gravidanza? 'Significa vivere anche momenti di tristezza e gioia, l'importante e' che non si prolunghino troppo nel tempo. Mi fa molta piu' paura una mamma depressa dopo la nascita che non prima'. Perche'? 'Dopo la nascita c'e' una relazione totalizzante con il bambino, un prendersi cura reale. La relazione madre-bambino si muove sia su un registro oggettivo e fisico (ad esempio se piange, la mamma gli da' da mangiare), che su quello relazionale e psicologico, dove il bambino partecipa al contesto relazionale. Sono tutti dati confermati negli ultimissimi tempi anche da indicazioni di tipo neurologico e genetico. Le conferme neurologiche- precisa lo studioso- arrivano dai neuroni specchio, per quelle genetiche mi riferisco invece al concetto di epigenetica, dove l'ambiente, anche dopo la nascita, puo' modificare il gene del bambino'.
- In questo caso qual e' l'ambiente? 'Non si sviluppa semplicemente un bambino ma un bambino all'interno di un contesto relazionale significativo al suo sviluppo L'ambiente e' appunto la mamma o chi si prende cura del piccolo. Questa dimensione di cura influisce molto sul suo sviluppo. Ricordiamo che la relazione e tutti i concetti d'intersoggettivita' sono studiati da tempo (Daniel Stern ne e' un esempio)- ricorda il professore di Psicologia della genitorialita'- eppure solo ultimamente ulteriori conferme sono arrivate appunto sia dalla neurologia che dall'epigenetica'.
- Le donne che soffrono incinta con nausee e dolori, come fanno a vivere serenamente la gravidanza? 'Oggi la mamma che desidera una gravidanza mette sul piatto delle possibilita' il fatto di non stare bene- afferma il professore- e il sentimento va aldila' del dolore. Lo dico anche pensando ai bambini prematuri e al fantasma del 'E' nato prematuro per colpa mia' che si sviluppa nel genitore, sebbene i motivi possano essere numerosi. È un fantasma che permane nel tempo- spiega lo psicologo- anche quando i figli stanno bene e sono cresciuti, queste mamme rimarranno con tali sentimenti che, per assurdo, le aiuteranno nell'accudimento e nella crescita dei figli. Poi e' vero che ci sono dei contesti dove alcune richieste del neonato possono essere causa di psicopatologie della mamma. Per esempio, in mancanza di altri predittori possiamo fare diagnosi di disturbo del sonno del bimbo solo a 3 anni compiuti- chiosa lo psicoterapeuta- se pero' il bambino non dorme o ha un sonno molto irregolare e la mamma non riesce a gestire questa situazione, la donna potrebbe manifestare delle condizioni psicologiche a volte anche patologiche'.
- Qual e' la paura di tutte le mamme? 'La depressione post partum, che si chiama depressione puerperale in quanto e' reattiva alla nascita di un bambino e si manifesta entro il primo anno di vita del piccolo. Dopo il primo anno di vita si parla di depressione maggiore. Il termine post partum e' sbagliato perche' indica le 24-48 ore dopo la nascita. In Italia abbiamo la certezza del 15% delle donne che dopo il parto attivano una depressione puerperale- avverte l'esperto- in realta' sembra che ci sia un sommerso del 15% e il dato reale e' del 30%. L'altro 15% che sfugge ai clinici sono mamme che da sole riescono a risolvere il problema ricordando che, nell'adattamento al bambino, piu' passa il tempo piu' la mamma si adatta'.
- Come si costruisce un contesto relazionale significativo? 'Quando il bambino e' accettato e quando la gravidanza e' accettata. Anche se non e' una regola- avverte il docente di psicologia della genitorialita'- quanti bambini sono abbandonati alla nascita ma si sviluppano bene lo stesso? La relazione e' un qualcosa che va aldila' di chi la mette in atto, pero' se viene costruita dalla presenza di un papa', una mamma e un figlio e' migliore. Oggi ci confrontiamo con la procreazione eterologa dove il 50% del contesto genetico non e' della coppia che si incontra. Dai follow-up delle ricerche risulta che lo sviluppo del bambino e' sano se la relazione dello sviluppo e' favorevole al suo sviluppo, ovvero se i genitori saranno accudenti e in sintonia con l'eta' del piccolo'.
- Quando si forma la genitorialita'? 'Non c'e' una data precisa- replica l'esperto- c'e' chi comincia ad essere genitore nel momento in cui rimane incinta e chi impara ad essere genitore gia' da quando e' bambino e giocava con le bambole. La genitorialita' e' un'evoluzione importante nella vita della persona. Si basa sulle relazioni- continua lo studioso- oggi non parliamo piu' di maternita' o paternita' se non per indicare un processo biologico, ma parliamo di maternalita' e paternalita' per indicare il processo psicologico e psicodinamico del fare e del divenire genitore. Sulla base di queste informazioni certe, perche' abbiamo una letteratura scientifica molto ampia che ce lo dimostra, potremmo dire che anche un bimbo che cresce in una coppia omogenitoriale potrebbe avere uno sviluppo sano. Il genitore, a prescindere dal genere, deve assumere un buon ruolo relazionale. In mancanza di dati sperimentali- aggiunge Righetti- non posso essere certo se sara' un buono sviluppo, ma con queste premesse potrei dire di si' aldila' degli aspetti politici, etici e bioetici'.
- Il feto puo' influenzare la puericultura? 'Si. La modificazione non viene in modo monodirezionale, il feto da' segnali e richieste- conferma Righetti- anche se e' difficile individuarli, se non impossibile. I segnali del bambino sono invece precisi: richiede coccole e attenzione. Solo con il suo pianto dice se ha fame o se prova dolore. In questo contesto gli americani usano il termine 'motherese' indicando le capacita' che mette in atto la mamma, che non hanno un'identificazione scientifica ma che hanno valore comunque'.
- In che modo il prendersi cura della madre influisce sullo sviluppo del bambino? 'Bisogna sicuramente che la famiglia abbia mille occhi su una mamma piu' fragile in modo che e farla vedere in caso di difficolta'. È importantissimo il ruolo del pediatra di famiglia, che si deve occupare del benessere del bambino e della mamma, visitando i piccoli (come previsto nei bilanci di crescita) a 3-6 e 9 mesi. Anche i medici di famiglia hanno un ruolo importante perche' conoscono bene i loro pazienti. Insomma, non patologizzare cio' che non e' patologico ma avere un occhio di riguardo'.
- Come cambia la relazione di sviluppo genitori-bambino nel caso della procreazione medicalmente assistita? 'Il dato e' favorevole. Oggi in Italia 3 bambini su 10 nascono aiutati dalla procreazione medicalmente assistita- afferma Righetti- e, da un punto di vista epidemiologico, tra 10 anni ne avremo 5 su 10 che nasceranno da una procreazione assistita perche' e' in aumento la sterilita' maschile, molto piu' difficile da curare. Questo significa che molto presto avremo nei nostri consultori tanti bambini nati dalla procreazione assistita, e in questo momento le poche ricerche fatte ci dicono che hanno uno sviluppo uguale a tutti gli altri bambini. Io dico- sottolinea Righetti- apriamo gli occhi anche noi clinici perche' non so cosa potra' succedere domani'. Oggi gli 'operatori sanitari che si occupano di bambini non possono dimenticare nella loro anamnesi di farsi raccontare qualcosa sulla gravidanza e su come sia stata ottenuta'.
Un grande problema della 'psicopatologia e' l'essere figlia della sua societa' e delle sue relazioni. Oggi non e' in grado di stare al tempo con le modifiche sociali. È talmente veloce il cambiamento che tra me e mio figlio non passa sola una generazione ma tre. Spesso la psicopatologia non e' in grado di stare dietro a questo evolversi del sociale e non so tra 10 anni come sara' la procreazione assistita, se un bene o male. Adesso e' sicuramente un bene', conferma lo studioso. Righetti sta lavorando, da un punto di vista clinico, con un ambulatorio specifico rivolto alle coppie giovani che vanno incontro a forme tumorali. 'Prima di intervenire con le terapie oncologiche, chirurgiche o farmacologiche, raccogliamo e crioconserviamo gli spermatozoi, gli ovociti o il tessuto ovarico. È importante garantire la futura genitorialita' al giovane ventenne sottoposto a una terapia oncologica- conclude- con il rischio di perdere la sua fertilita''.
(Wel/ Dire)