(DIRE-Notiziario Psicologia) Roma, 29 set. - Stare sempre sul chi va là e soffermarsi fin troppo a lungo su pensieri negativi crea stress e ansia, ma sembra essere anche la condizione di base per la creatività. È quanto emerge da una ricerca appena pubblicata sulla rivista Trends in Cognitive Sciences da un gruppo di ricercatori guidati dal dottor Adam Perkins del King's College di Londra, esperto di studi sulla personalità.
I MECCANISMI DEL PENSIERO ANSIOSO - Alla base di questa condizione c'è un incremento di attività spontanea di un'area del cervello chiamata corteccia prefrontale mediale, che si trova dietro la fronte, nella parte centrale. È da lì, attraverso collegamenti ad alcuni nuclei di un'altra struttura cerebrale, l'amigdala, che viene governata la gestione della paura per la presenza di reali stimoli pericolosi nell'ambiente, ma è sempre da lì che in alcune persone nasce quell'attività spontanea e continua che tiene all'erta anche quando non ci sarebbe un reale motivo.
PENSIERI NEGATIVI MA ANCHE CREATIVI - Questo stesso meccanismo neurale, che di per sé rappresenta la base dell'atteggiamento nevrotico e ansioso, è però al contempo, secondo il dottor Perkins, anche il motore di quel rimuginio mentale che sta alla base del lavoro creativo. Per giungere alle sue conclusioni, il dottor Perkins ha utilizzato ricerche precedenti effettuate dal dottor Jonathan Smallwood dell'University of York, un esperto di basi neurali del sognare a occhi aperti. Durante i suoi studi, realizzati con l'uso della Risonanza Magnetica Cerebrale, il dottor Smallwood aveva dimostrato proprio l'aumento di attività nelle aree cerebrali della corteccia prefrontale mediale in persone che tendono ad avere spontaneamente ricorrenti pensieri negativi.
L'ESEMPIO DI ISAAC NEWTON - Un esempio lampante di questo collegamento tra il rimuginio dell'ansia e quello dell'attività creativa è stato, secondo gli autori della ricerca, il grande scienziato Isaac Newton, che sembra soffrisse proprio per l'impossibilità di riuscire a fermare la generazione spontanea dei pensieri. Dal suo cervello scaturirono grandi teorie di fisica, ma anche un continuo tormento. Interrogato su come facesse a generare idee tanto nuove e brillanti, una volta rispose: "Il problema da risolvere resta costantemente davanti a me, e aspetto finché il primo abbozzo si apre lentamente, un po' alla volta, in una luce piena e chiara".
(Wel/ Dire)