(DIRE-Notiziario Psicologia) Roma, 29 set. - "Andiamo, che adesso mi premia. Vado da quella macchina, che e' da un po' che non paga". Questo e' il modo di esprimersi di un giocatore d'azzardo patologico, che pensa di avere di fronte un essere umano e non una macchina. Un comportamento sintomatico di un problema: umanizzare le slot machine aumenta le giocate. Chi e' stimolato a razionalizzare il gioco e a considerare le macchine per cio' che sono - scatole che rispondono ad algoritmi - lascia prima. La sfida contro un "umanoide" e' ben piu' stimolante che confrontarsi con un computer che reagisce per algoritmi. Lo rivela uno studio dell'Universita' di Milano-Bicocca, pubblicato sull'ultimo numero del Journal of Experimental Psychology: Applied, realizzato dai ricercatori Paolo Riva, Simona Sacchi e Marco Brambilla del Dipartimento di Psicologia. "Questa ricerca - spiega un ricercatore del team, Paolo Riva - mostra uno dei possibili fattori che porta le persone a dedicarsi a questa forma di gioco d'azzardo: l'umanizzazione della macchina". E suggerisce una via per combattere la dipendenza: "Le slot machine andrebbero presentate per quello che sono: non una persona, non una mente, ma semplicemente una macchina costruita per far guadagnare chi la gestisce", completa il ragionamento Riva.
La ricerca e' stata condotta su oltre 400 persone in quattro studi diversi. Protagonisti del primo due gruppi: da un lato i non giocatori (la spesa settimanale per l'azzardo e' zero), dall'altra i giocatori con almeno 100 euro spesi nel gioco a settimana. I partecipanti sono stati chiamati a esprimere il proprio grado di accordo o disaccordo (su una scala da 1 a 5) rispetto a una serie di affermazioni, quali: "Le slot machine agiscono secondo le proprie intenzioni" e "La slot machine puo' decidere di premiarmi ogni volta che vuole". Ad attribuire caratteristiche umane alle slot machine sono in grande maggioranza i giocatori abituali: oltre il doppio dei non giocatori. Gli altri esperimenti hanno coinvolto, invece, gli studenti dell'ateneo: un gruppo eterogeneo, per la maggior parte composto da non giocatori. A meta' dei partecipanti e' stata presentata una macchina per giocare online in questo modo: "Quando si gioca alle slot machine online non si deve ricorrere ad alcuna strategia in particolare. Ricorda che la slot machine puo' decidere se farti vincere o perdere quando vuole lei". All'altra meta' e' stato detto: "Quando si gioca alle slot machine online non si deve ricorrere ad alcuna strategia in particolare. Ricorda che la slot machine e' regolata da un algoritmo matematico pre-programmato per erogare un certo numero di vincite e di perdite". Ogni partecipante poteva giocare 5 euro. Chi ha giocato contro la macchina "antropomorfizzata" ha giocato il 45% di volte in piu' rispetto a chi ha sfidato la "fredda" macchina. La presentazione del gioco, quindi, ha influito pesantemente sul comportamento. E anche sul conto con il quale hanno chiuso i giocatori: nel primo caso tre euro, nel secondo 4,50 euro. Il denominatore comune e' che a giocare si perde. Sempre.
(Wel/ Dire)