(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 15 set. - Internet e nuove tecnologie, qual è il confine tra uso normale e patologico? A questo interessante e attuale tema è dedicato un recente studio della professoressa Liliana Dell'Osso, direttore dell'Unità Operativa di Psichiatria I dell'Azienda Ospedaliera. Eccone un estratto (il testo integrale è consultabile sul sito www.lanazione.it/pisa).
"Sarebbe sciocco demonizzare l'uso dell'iphone, della posta elettronica o dei social, modalità di comunicazione ormai parte della vita di tutti. Molti di noi avrebbero difficoltà a farne a meno, anche in assenza di una modalità d'uso patologica. Quello di dipendenza è un concetto spesso fraiteso: considerata in se stessa, è un meccanismo fisiologico e necessario. Siamo dipendenti dalle nostre abitudini, dal cibo, dalle persone che amiamo. Ma quando la dipendenza diviene patologica? Quando i pensieri sull'oggetto che ci interessa diventano intrusivi, ed esso diventa, da piacevole diversivo, il centro della nostra vita. Quando non riusciamo piu a smettere, neppure se lo vogliamo. È in quest'ottica che si dovrebbero valutare i possibili rischi dell'impatto del web 2.0 sulla nostra vita. Ma cosa ci attrae così tanto dei contatti virtuali, fino al paradosso di trascurare le persone in carne ed ossa per chattare al pc, magari con sconosciuti? Una spiegazione può trovarsi nella differente modalità di socializzazione offerta dalla rete, che grazie all'anonimato e al filtro dello schermo risulta appetibile, ad esempio, a chi ad esporsi nelle relazioni reali trova difficoltà. La gratificazione ricavata dall'approvazione online, tramite rapidi feedback che stimoleranno i circuiti della ricompensa, potrà portare all'instaurarsi di una dipendenza patologica dalle relazioni virtuali. E non solo sui social network, ma anche su blog, forum, canali di streaming.
E' proprio la moltepilicità di declinazioni a caratterizzare il fenomeno dell'"internet addiction". La forma più nota è quella del gioco online, presente anche nel nuovo DSM-5. In questo ambito i software più gettonati, anche se non certo gli unici, sono i "MMORPG-Massive(ly) Multiplayer Online Role-Playing Game". Giochi estremamente immersivi, dove si può creare un personaggio e svilupparne le caratteristiche sin nei minimi dettagli, a prezzo di molte ore di "lavoro" online. In un circolo virtuoso, il prestigio ottenuto dai personaggi virtuali incrementa quello del giocatore, sommandosi ai feedback postivi già ottenuti tramite gli obiettivi di gioco. Piu si considereranno importanti gli obiettivi virtuali, con relativo spostamento della ricerca di gratificazione dal mondo reale a quello virtuale, piu aumenterà il rischio di disagio soggettivo nell'uso di internet. In questo contesto si potrà giungere allo sviluppo di una dipendenza patologica, dai comportamenti disadattativi ad essa correlati".
(Wel/ Dire)