(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 15 set. - La ripresa dell'anno scolastico rappresenta per i bambini un momento di passaggio delicato che necessita di alcune attenzioni che possono rendere questa fase maggiormente fluida sia per la famiglia che per il bambino stesso. Ne parlano alla DIRE Paola Vichi, psicologa e psicoterapeuta, responsabile del Servizio Psicopedagogico dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), e Francesca D'Amico, psicologa e psicoterapeuta, coordinatrice del Servizio Psicopedagogico dell'IdO.
"Il bambino, dopo tanti giorni di vacanza in cui prevalgono i tempi di svago, in cui i ritmi della giornata sono meno organizzati e scanditi e si trascorre più tempo libero insieme ai genitori, ai famigliari e agli amici, deve pian piano recuperare la motivazione e le energie per riprendere il nuovo impegno scolastico. La preoccupazione per la ripresa dell'anno scolastico è presente in ogni bambino che la esprime con modalità differenti: c'è il bambino che già a fine agosto ha lo zaino pronto e tutto l'occorrente per la scuola ed è impaziente e voglioso di iniziare una nuova avventura e rivedere le insegnanti, i compagni; chi, invece, fa fatica a pensare di dover affrontare di nuovo la scuola e arriva anche ad esternare i suoi sentimenti con il pianto, il capriccio e l'opposizione. In certe situazioni- proseguono le psicoterapeute- può essere difficile per il genitore comprendere il malessere del bambino ricorrendo a rassicurazioni e motivazioni che, seppur corrette sul piano concreto, possono essere poco vicine alle emozioni vissute dal bambino in quel momento".
Secondo le terapeute dell'IdO "risulta importante che il genitore comprenda il vero significato di quei comportamenti e accompagni e supporti la ripresa dell'anno scolastico rispettando i tempi del bambino e dedicando del tempo vissuto insieme a lui, che in qualche modo crei un ponte tra il gioco, le vacanze, la spensieratezza, la ripresa dei nuovi impegni, il lavoro e la responsabilità. I genitori, all'inizio dell'anno scolastico, sono molto impegnati e indaffarati con le liste dei libri, l'acquisto del materiale, la consultazione del sito scolastico e moltissime altre incombenze che possono essere vissute insieme al proprio figlio per creare una base sicura che renda il minore protagonista del suo essere alunno. La scelta del personaggio dello zaino e della copertina del quaderno, insieme a mamma e papà, può diventare allora occasione di condivisione e un 'semplice ma significativo rituale di inizio'. Dare valore a cose 'semplici' permette al bambino di sentire che il genitore è vicino alle emozioni di quel momento".
In alcuni bambini, invece, "la preoccupazione della ripresa può esprimersi come una vera paura che a volte può limitare fino a bloccare il rientro a scuola. Il bambino è in profonda difficoltà ed esprime il proprio malessere con comportamenti di forte disagio (pianto, angoscia, sintomi fisici). La paura diventa un grande limite che impedisce al bambino e alla famiglia di vivere la quotidianità del rientro a scuola ed esprime una profonda ansia. La paura non è diretta alla scuola in sé- avvertono le terapeute- ma a ciò che la ripresa dell'anno scolastico rappresenta: riuscire a separarsi in modo armonioso dagli affetti e trovare le energie e la fiducia nelle proprie possibilità per affrontare un nuovo impegno".
La scuola, per tutti gli alunni, deve poter considerare questo momento "come una fase delicata che necessita di particolare cura e attenzione sia da parte degli insegnanti che della struttura scolastica nel suo complesso. La scuola spesso prevede, a inizio anno, un orario ridotto e un'accoglienza mirata per i nuovi inserimenti, ma spesso un buon inizio è anche connesso a come si è concluso l'anno scolastico precedente e gli insegnanti costituiscono quel 'ponte anche affettivo' che permette al bambino un passaggio sereno. A volte però, cambiamenti organizzativi, come il trasferimento di un insegnante, il cambio di aula, etc., possono destabilizzare il bambino e la famiglia rendendo più difficoltoso l'inizio dell'anno. Solo creando un contesto di accoglienza e contenimento del problema e dei sentimenti di rabbia e delusione si può aiutare il bambino a tollerare la frustrazione e a trovare le risorse per adattarsi alla nuova situazione ed essere occasione di crescita. Nelle situazioni più complesse o francamente patologiche è opportuno che i genitori e gli insegnanti- consigliano Vichi e D'Amico- possano rivolgersi a degli specialisti per aiutare in modo corretto il bambino e attivare gli accorgimenti necessari al singolo caso sia a casa che a scuola. In alcune scuole sono presenti sportelli di ascolto a cui i genitori e gli insegnanti possono rivolgersi e che rappresentano in alcuni casi- concludono le psicoterapeute- una prima occasione per poter affrontare il problema all'interno della scuola stessa".
L'Istituto di Ortofonologia da tempo opera all'interno di numerose scuole con attività di consulenza per insegnanti, genitori e bambini sia attraverso gli sportelli psicopedagogici presenti nelle scuole di diverso ordine e grado che attraverso il Servizio Scuola per quei bambini seguiti in trattamento riabilitativo presso l'IdO. Il Servizio Scuola dell'IdO è gestito da operatori esperti nel campo che partecipano agli incontri operativi con gli insegnanti e i genitori per la programmazione del singolo bambino e offrono consulenza e informazioni attraverso una reperibilità costante allo scopo di favorire il successo formativo di quei bambini che presentano bisogni e attenzioni, perché ogni alunno possa esprimere le proprie potenzialità e la scuola sia per lui occasione di crescita.
(Wel/ Dire)