(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 27 ott. - "Quanti di voi si sono masturbati nell'ultima settimana?". Nell'Aula Verde della facolta' di Giurisprudenza a Salerno sono solo in pochissimi ad alzare la mano, primo tra tutti il professor Giso Amendola, nell'ilarita' generale. "Vedete?- osserva Maximiliano Ulivieri, da sempre in prima linea nella lotta per il diritto alla sessualita' dei disabili- la masturbazione e' un tabu' anche per i normodotati, immaginate cosa puo' significare per i disabili. Quando eravate ragazzini e iniziavate a provare le prime pulsioni, vi chiudevate nella vostra stanzetta. Io avrei anche potuto masturbarmi, ma come potevo chiudermi nella mia stanzetta? (Ulivieri e' affetto da una grave disabilita' fisica- ndr). Avrei dovuto chiederlo alla mamma!". Inizia con questa provocazione l'intervento di Ulivieri, che avvicina gli studenti del campus di Salerno al tema della sessualita' dei disabili, nell'ambito della giornata di studio dedicata alla figura dell'assistente sessuale per le persone con disabilita'.
Hanno partecipato al seminario anche il sessuologo Fabrizio Quattrini, tra i piu' attivi sostenitori della campagna per l'istituzione dell'assistenza sessuale ai disabili come professione e la filosofa e fotografa Anna Pierobon, che si e' candidata come "lovegiver" o assistente sessuale. Non sono mancate le testimonianze di genitori di ragazzi disabili, come quella di Elvira Adinolfi, madre di Federico, e quella di Enrico Pistilli, vicepresidente dell'associazione "Genitori della nostra famiglia".
Ad arricchire il dibattito anche l'esperienza di Francesco Napoli, presidente della cooperativa sociale "Capovolti", che si occupa di persone con disabilità psichica e ha raccontato la storia di un ragazzino disabile che seguiva, Nico. Quando il ragazzo "ha iniziato a toccare le persone nelle parti intime- ha raccontato Francesco- io l'ho lasciato fare, nello stupore generale". Secondo quanto raccontato da Napoli, è stata proprio la sua reazione comprensiva, "non traumatica" di fronte ai bisogni espressi da Nico, a consentire al giovane di avviare un percorso "che lo ha portato anche a rivelare di aver subito un abuso sessuale".
L'incontro è stato organizzato dall'ateneo in collaborazione con Sodalis Centro Servizi per il Volontariato e l'associazione "Genitori della nostra famiglia". È il secondo organizzato in provincia di Salerno, che prova ad esplorare la figura dell'assistente sessuale o "lovegiver".
Le istituzioni, però "non si sono mai viste" racconta Maria del Centro Servizi per il Volontariato, anche se, tornando all'intervento di Ulivieri: "i campani sono tra i più attenti all'argomento, a dispetto di quel che si dice delle persone del sud".
(Wel/ Dire)