"Attenzione ad aspetto emotivo e osservazione sia globale"
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 20 ott. - I numeri fanno una diagnosi? No. Ma questi numeri sono reali. "Sono bambini venuti da noi: -1,76 ds (deviazione standard dalla media) si chiama Matteo, -14,56 ds si chiama Caterina. Lei ha fatto 86 errori alla prova di scrittura, con un'adeguata capacità tecnica di lettura. La bambina non era però disortografica, aveva un disturbo dell'attaccamento con un severo stato depressivo. Ad aiutarla è stato un intervento di psicoterapia e di counseling". Lo racconta Francesca Sgueglia della Marra, logopedista del servizio di Valutazione e diagnosi dell'Istituto di Ortofonologia (Ido), nel corso dell'ultimo giorno del XVI convegno nazionale (18 ottobre) incentrato sul 'Mondo Scuola'.
"Rivendico per i bambini il diritto di sbagliare- continua Sgueglia della Marra- dovrebbero avere più tempo". Parlando di diagnosi, la logopedista ne propone una ecologica: "Dobbiamo chiederci quanto impatta quella difficoltà sulla vita del minore, sulle sue relazioni, come viene gestita la frustrazione dei genitori nel non avere un figlio 'perfetto'? Dobbiamo arrivare a una diagnosi differenziale e cercare di individuare le matrici di queste difficoltà per arrivare poi a un intervento terapeutico mirato".
La storia del disturbo deve essere tracciata "soprattutto quando arrivano ragazzi grandi. Un'anamnesi specifica- spiega Sgueglia della Marra- richiede di vedere l'evoluzione dei prerequisiti, l'andamento degli apprendimenti dalla prima elementare, l'assetto psico-affettivo con cui è arrivato in prima elementare, la gestione del problema in termini personali (il grado di frustrazione), familiari e scolastici. Da anni- chiosa la logopedista-consigliamo di far seguire il bambino nei compiti da un tutor, perché spesso i compiti sono fonte di conflitto tra il bambino e i genitori".
Coniugare rigore, creatività e plasticità con la piena consapevolezza di ciò che si deve andare a vedere: "I test sono indispensabili ma bisogna utilizzarli in maniera plastica- precisa la logopedista- appropriata alle caratteristiche di ogni singolo bambino, e non per batterie. Dobbiamo essere rigorosi nell'utilizzo degli strumenti operativi, ma anche empatici per sintonizzarci con quel singolo bambino. Non sempre la performance coincide con le capacità o le difficoltà".
I parametri che più lentamente si normalizzano sono la velocità e la fluidità, "elementi che si strutturano se c'è un ambito emotivo adeguato nella strategia sublessicale. Se i bambini sono preoccupati di sbagliare arrivano a un blocco e si fermano. A volte- fa presente Sgueglia della Marra- regrediscono nella loro capacità e destrutturano la morfologia della parola leggendo in modo molto lento, fino ad arrivare ad una modalità fonemico-sillabica. In questo modo non sbagliano più, ma interrompono anche la loro capacità di lettura. Si tratta di una modalità emotivo comportamentale dettata da un assetto generale del bambino".
La disgrafia è "sempre più presente nelle classi in questi ultimi anni-fa sapere la logopedista dell'IdO- e non si manifesta dalla prima elementare, ma dalla quarta-quinta elementare alle medie. Parliamo spesso di una disgrafia di copertura difensiva di matrice emotiva. Per questo motivo- conclude- l'osservazione deve essere rivolta alla globalità del bambino".
(Wel/ Dire)