(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 20 ott. - "Questo convegno è una spinta culturale. Abbiamo superato i 30 patrocini e le 40 mila connessioni alla diretta streming perchè stanno cambiando le esigenze sia nell'ambito clinico che riabilitativo". Lo dice Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) in apertura del XVI convegno nazionale su 'Il processo diagnostico nell'infanzia'. Il primo convegno tecnologico, visibile in streaming sul sito www.ortofonologia.it.
"Sedici convegni sono tanti, ma noi combattiamo al fianco dei bambini da oltre quarant'anni. Abbiamo più di 1.000 minori in carico- fa sapere lo psicoterapeuta dell'età evolutiva- ne vediamo migliaia ogni anno e siamo a contatto con altri centri che a loro volta ne vedono altre migliaia. Da molto tempo assistiamo ad un'inadeguata considerazione dei sintomi, priva di una comprensione delle cause alla base, che possono essere diverse. Da qui assistiamo ad una esplosione di diagnosi descrittive che hanno poco delle origini del problema. Forse l'evidence based- afferma Castelbianco- è stato utilizzato in modo parziale causando tanti problemi".
Castelbianco ha poi citato le parole di Allen Frances, professore emerito alla Duke University che ha partecipato alla stesura del DSM III e ha presieduto la task force del DSM IV: "Negli ultimi 20 anni si è avuta un'inaspettata impennata di tre categorie diagnostiche, che sono diventate popolari, un fenomeno in parte favorito dal DSM IV: i disturbi dello spettro autistico sono aumentati di 20 volte; il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è triplicato; i disturbi bipolari sono raddoppiati".
A questi dati si aggiungono altri numeri che ci danno il senso di una vera esplosione diagnostica: "Negli Usa si parla oggi di 1 autistico ogni 50, mentre qualche anno fa era 1 ogni 400". Passando alla dislessia (disturbo specifico dell'apprendimento), il direttore dell'IdO aggiunge: "Fino al 2014 la diagnosi era basata sul tempo impiegato e il numero di errori fatti. Nel 2015 è stato invece inserito, per la stessa diagnosi, l'elemento della presenza di difficoltà di comprensione del testo ed è stata indicata la causa neurobiologica. Come IdO- fa sapere Castelbianco- abbiamo realizzato un lavoro nelle scuole su 1.200 bambini, notando che solo 60 minori potevano essere indicati come dislessici e tra questi molti erano anticipatari (avevano iniziato le elementari a cinque anni)".
Infine, l'Adhd, la sindrome da deficit dell'attenzione e dell'iperattività, "la cui esistenza è stata messa in discussione dal suo stesso inventore e la cui percentuale di incidenza varia a seconda delle zone d'Italia: 4%,12%; 0,3%. Qui si è aperto un altro problema, quello della comorbidità (coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo), ma- continua il direttore dell'IdO- come dice Frances 'La compresenza di più disturbi non implica tuttavia che l'uno sia indipendente dall'altro o richiedano trattamenti diversi'. Le diagnosi multiple possono essere riconducibili a un'unica eziologia e possono rispondere a un unico trattamento".
Castelbianco conclude: "Una diagnosi accurata porta grandi benefici, una diagnosi non accurata provoca disastri. Un esempio sono i 500.000 bambini ad alto potenziale che non vengono riconosciuti. L'IdO li sta individuano con il Miur per riconoscerli e integrarli in modo adeguato. Quest'anno il nostro obiettivo è approfondire il tema della diagnosi, il prossimo anno ci focalizzeremo sulla terapia".
(Wel/ Dire)