(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 13 ott. - Sono libri che si possono guardare negli occhi. Occhi di persone che vivono il problema della salute mentale. Sabato 10 ottobre si è svolta la giornata mondiale della Salute mentale, e al Museo del Novecento di Milano è stato possibile incontrare e leggere 19 libri della "Biblioteca vivente": dall'infermiera che cura schizofrenici e allo stesso tempo soffre di una malattia mentale al giovane che prende una botta in testa e perde (per sempre?) la memoria o una parte di essa. In circa mezz'ora è stato possibile farsi raccontare da queste donne e uomini la loro storia.
"Mettono a disposizione dei lettori un pezzo della loro autobiografia-spiega Ulderico Maggi di Abcittà, una delle cooperative che ha organizzato l'evento-. È l'occasione per sfatare i tanti pregiudizi che circondano la malattia mentale e le persone che ne soffrono. È una mezz'ora in cui si possono magari fare quelle domande che non si osa altrimenti fare".
La Biblioteca vivente si presenta come una vera e propria biblioteca, con i bibliotecari e un catalogo di libri umani tra cui scegliere. "Come avviene con i libri cartacei, anche con quelli viventi si crea un rapporto unico con il lettore-aggiunge Ulderico Maggi-. E da questi incontri si esce comunque cambiati".
A Milano l'esperienza dei libri viventi è stata promossa anche in altri contesti e su altri temi: dai quartieri difficili (come Quarto Oggiaro o via Padova) ai detenuti, agli immigrati. "I pregiudizi esistono sempre nei confronti di tante categorie di persone o luoghi-sottolinea Ulderico Maggi-. Nessuno può dire di non aver pregiudizi, l'importante è esserne consapevoli e agire per superarli".
(Wel/ Dire)