Da diagnosi differenziale a terapia. 24-25/10 workshop a Barletta
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 13 ott. - 'Integrazione sensoriale, autoregolazione o autismo? Dalla diagnosi differenziale alla terapia', è la due giorni di workshop esperenziali promossa a Barletta il 24 e 25 ottobre da Francesca Spadaro, psicologa dell'età evolutiva del Centro Generazioni.
"L'obiettivo è rispondere alla necessità degli operatori di imparare a distinguere alcuni disturbi evolutivi che fanno parte del quadro autistico ma che spesso si riscontrano anche distintamene da esso, lasciando aperti alcuni dubbi diagnostici e di intervento". Spiega Spadaro che, dopo il successo del convegno 'Gli Autismi nei Luoghi, nei Modelli e nelle Persone' del marzo 2014, propone per il 2015 degli incontri con Emanuele Trapolino, direttore dell'Unità operativa semplice di Neurologia neonatale dell'Ospedale pediatrico Giovanni di Cristina di Palermo; Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell'età evolutiva e responsabile del servizio terapie dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma; Elena Vanadia, neuropsichiatra infantile dell'IdO; Amy Zier, terapista occupazionale.
Gli esperti illustreranno le domande che generalmente vengono proposte ai genitori quando si ha il sospetto che vi sia un disturbo evolutivo importante in età precoce come: Il bambino si agita quando sente rumori troppo forti? Appare troppo sensibile al tatto? È fortemente disturbato dalle etichette dei vestiti, da cibi troppo duri o troppo morbidi? Ama accendere e spegnere le luci? Si innervosisce molto quando gli viene chiesto di cambiare luogo o attività? "Tali domande sono esemplificative di alcuni dei sintomi dello spettro autistico che già si evidenziano prima due anni- chiarisce la promotrice della due giorni a Barletta- sono quindi utilizzate per fare una diagnosi precoce e poter fare accedere i bambini al più presto ai necessari interventi terapeutici e educativi. Ancor prima dell'anno di età, inoltre, spesso il medico pediatra si trova di fronte a neonati che presentano particolari risposte fisiologiche e motorie ai cambiamenti: per esempio una pelle marezzata anche in assenza di un cambiamento climatico rilevabile o una risposta posturo-motoria eccessiva anche in assenza di stress evidenti.
Tali casi possono mostrare una vulnerabilità sensoriale e del sistema di autoregolazione del neonato- precisa Spadaro- che spesso è sottovalutata in mancanza di strumenti di osservazione strutturati".
Domande e osservazioni che possono "identificare un disturbo di processazione sensoriale o un disturbo di autoregolazione che, uniti alle difficoltà relazionali e in alcuni casi al ritardo di linguaggio, confluiscono nella diagnosi di autismo. Tuttavia, il disturbo di processazione sensoriale e il disturbo di autoregolazione sono difficoltà evolutive a sé stanti, che possono cioè prescindere da un quadro autistico e- aggiunge la psicoterapeuta- presentarsi singolarmente o associati ad altre patologie che emergono già in età precoce".
Durante le due giornate proposte, alcuni dei maggiori esperti nazionali e internazionali in tema di disturbi evolutivi, presenteranno un approfondimento sul disturbo di integrazione sensoriale e sul disturbo di autoregolazione, in relazione al quadro autistico e proponendo possibili diagnosi differenziali nei casi in cui tali disturbi non siano invece riconducibili all'autismo. Dopo delle brevi presentazioni teoriche degli argomenti, le giornate avranno un carattere esperienziale. I partecipanti potranno infatti lavorare in piccoli gruppi per conoscere e imparare ad usare strumenti e strategie di intervento utili nella quotidiana attività professionale.
I workshop sono rivolti agli operatori che quotidianamente si confrontano con problemi diagnostici e con programmi terapeutici in età evolutiva, in particolare medici pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, psicoterapeuti, logopedisti, terapisti della neuro e psico motricità, educatori.
Ci saranno anche dei workshop paralleli di 4 ore ciascuno, e saranno ripetuti in modo identico per tre slot durante le due giornate, così da avere un pubblico di massimo 25 partecipanti in ogni workshop. Saranno in tal modo favoriti l'interazione con il docente e il lavoro pratico. All'interno dei workshop si potrà discutere di casi clinici reali portati dai docenti e provare l'uso di strumenti di valutazione.
I partecipanti ruoteranno all'interno dei tre moduli previsti, in modo tale che ciascuno potrà frequentare tutti i workshop durante le due giornate.
(Wel/ Dire)