La Peer education cambia lo sguardo di giovani e adulti
Ne parla Monica Borile, pediatra, al 7° Joint Meeting
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 13 ott. - I bambini sono belli e innocenti, gli anziani saggi, e gli adolescenti? "Esistono tanti modi per definirli, ma spesso lo sguardo dei giovani su loro stessi è negativo. Si vedono male, anche se in tanti lavorano nel volontariato, studiano e desiderano una società migliore che al momento non sa dove collocarli. Sono un problema, fanno rumore, corrono rischi: dall'alcol alla droga, dai comportamenti sessuali a rischio alle gravidanze indesiderate, che in America Latina superano il 15%. È un'età speciale che necessita di gente che lavori in modo speciale e diverso: medici, docenti, psicologi e genitori devono avere uno sguardo differente sull'adolescenza". Queste le parole di Monica Borile, pediatra e adoloscentologa della CODAJIC (Confederación de Adolescencia y Juventud de Iberoamericana y el Caribe) che, al 7° Joint Meeting di Catanzaro in Pediatria e medicina dell'adolescenza dal 20 al 24 ottobre nell'Auditorium dell'Università degli Studi 'Magna Græcia', presenterà il programma 'Educatori tra Pari: Attori e Promotori Comunitari nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Nazionale di Comahue nella Patagonia Argentina'.
È un progetto che "propone spazi per l'educazione alla salute nella scuola, differenziati in modo tale da assicurare zone decentrate per attività e gruppi specifici secondo l'età evolutiva adolescenziale . Ha dato impulso allo sviluppo di buone pratiche di apprendimento-servizio- prosegue Borile- con una nuova generazione di cooperazione e solidarietà, per promuovere iniziative di continuo incontro e dialogo tra Scuola/Università, tali da favorire la salute integrale degli adolescenti.
L'effettivo coinvolgimento degli studenti promuove la loro inclusione sociale come promotori della salute attraverso il lavoro nelle comunità educative".
A 9 anni inizia lo sviluppo puberale, dai 12 ai 18 c'è la piena adolescenza e poi segue quella tardiva. "Un arco temporale lungo- prosegue la pediatra- una vera opportunità per fare prevenzione. Il ragazzo che fa sport e mangia bene sarà un adulto sano, ma in America Latina abbiamo un tasso di obesità pari al 30%. Gli adolescenti non fanno sport, non giocano fuori casa, stanno al computer e dormono male".
Parlando del Bel Paese il medico aggiunge: "In Italia mancano spazi e servizi per gli adolescenti, che non possono essere aperti al mattino quando sono a scuola. Chi lavora con loro?- si domanda Borile- in Italia ci sono soprattutto endocrinologi che si occupano di crescita e sviluppo. Ma abbiamo bisogno di un lavoro interdisciplinare, che coinvolga insegnanti, infermieri, psicologi e tutti i terapisti".
L'educazione tra pari "vuol dire che gli adolescenti hanno bisogno di uno spazio per parlare di ciò che vivono. Così gli studenti di Medicina, Psicologia, Infermieria, Ostetricia e Fisioterapia, prima della laurea, possono lavorare insieme e condividere il loro sapere con i più giovani. I temi sono quelli che i ragazzi vogliono affrontare: bullismo, effetti di alcol e droghe, sesso e contraccezione, depressione, disturbi d'ansia, disturbi alimentari, suicidio, violenza in famiglia e nelle istituzioni. Questo stesso programma viene svolto anche i Colombia, Cuba ed Equador".
'Educatori tra Pari' ha vinto anni fa un premio della Società italiana di medicina dell'adolescenza (Sima) perché "rappresenta un lavoro non istituzionale capace di andare dietro e oltre le mura. I ragazzi non hanno bisogno di una cattedra sulla sessualità- precisa il pediatra- ma di parlare delle cose che gli succedono, magari giocare a pallone e guardare le stelle.
Sappiamo che su google c'è tutta l'informazione, ma quella che loro cercano viene dagli amici. Nel programma i volontari sono supportati dagli esperti".
Il progetto pilota risale al 2000, quando l'organizzazione Rehué a El Bòlson (Rìo Negro, Argentina - www.rehueong.com.ar) avviò il primo corso di 'capacitaciòn' (preparazione) di adolescenti su temi indicati da loro stessi. Furono coinvolti una decina di ragazzi volontari, una pediatra, due psicologhe e una docente. L'idea di partenza era cambiare il ruolo dell'adulto nell'attività di prevenzione: medici, assistenti sociali ed educatori fanno un passo in dietro, si concentrano sulla formazione di gruppi di studenti che trasmettono i contenuti ai coetanei.
"È un modo nuovo di fare prevenzione usando la creatività: cortometraggi, forum in internet, spot pubblicitari radiofonici, volantini con l'applicazione delle tecnologie più recenti per favorire una crescita armonica e la capacità di esprimere un progetto di vita. L'educazione tra pari rappresenta uno dei più significativi modelli di lavoro con e per gli adolescenti. Essa li riconosce quali primari attori nella promozione del proprio benessere- conclude Borile- e nella realizzazione di azioni di prevenzione di comportamenti a rischio".
(Wel/ Dire)
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