"Nel Lazio avviato progetto sperimentale su dati clinici"
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 6 ott. - "La prevalenza delle disabilità del neurosviluppo è sensibilmente aumentata negli ultimi decenni e sfiora oggi il 15% in età pediatrica. È una vera emergenza sanitaria e sociosanitaria che richiede interventi immediati per evitare che da condizioni disfunzionali si passi a disabilità più complesse". Così Carmelo Rachele, responsabile nazionale area neuropsichiatria infantile della Fimp (Federazione italiana medici pediatri), in occasione del Congresso nazionale a Roma dal primo al 3 ottobre.
"Per molti disturbi del neurosviluppo- ha proseguito- vi è spesso un ritardo diagnostico di circa 2 anni. Un simile ritardo, privando il bambino di tempestivi interventi abilitativi, è causa di insuccessi terapeutici e di trattamenti assistenziali poco incisivi nel modificare favorevolmente l'evoluzione del disturbo stesso".
La difficoltà nella definizione diagnostica delle disabilità neurocognitive, ha aggiunto Rachele, rappresenta "una criticità che richiede misure per favorire lo sviluppo di 'attività cliniche qualificanti', necessarie per facilitare percorsi diagnostico-assistenziali efficaci. Appare chiara, allora, la necessità di una revisione dei bilanci di salute con l'inserimento di nuovi item, oltre che la creazione, all'interno degli stessi, di uno schema di valutazione psicomotoria semplificata capace di rendere la pratica clinica più 'sensibile' nell'intercettare tempestivamente segnali di allarme e indicatori di rischio". Per i bilanci di salute, secondo il responsabile nazionale area neuropsichiatria infantile della Fimp, è necessaria "una 'revisione differenziata' che tenga conto del momento evolutivo del bambino e della specifica sensibilità dei vari item nel riconoscimento precoce del rischio".
Intanto, dal congresso della Fimp è emerso che ad oggi non esistono strumenti di screening ad elevata sensibilità e specificità in grado di ridurre in maniera significativa i numerosi falsi positivi e negativi. "La presenza dei nuovi item nei diversi bilanci di salute- ha quindi chiarito l'esperto della Fimp- potrà invece consentire una valutazione longitudinale di tutti i segnali di allarme e degli indicatori di rischio, dando la possibilità di creare una 'nuova chat', più adatta sicuramente al modello organizzativo della pediatria italiana e capace di 'autopotenziarsi' nel corso dei primi 18 mesi. La maggiore sensibilità di questa nuova tipologia di chat è infatti dovuta, oltre che alla possibilità di un'osservazione longitudinale, anche all'utilizzo di bilanci di salute più 'sensibili' al riconoscimento delle atipie comportamentali e capaci di rilevare alcuni dati anamnestici, auxologici e clinici, che appaiono essenziali per la definizione del sospetto diagnostico e non indagati dalle chat attualmente in uso".
Rachele ha fatto ancora sapere che "nella Regione Lazio è stato avviato un progetto sperimentale, che prevede l'utilizzo di un sistema computerizzato in grado di far confluire, in un 'database', alcuni dei dati clinici osservati dal pediatra nei vari bilanci di salute. Questi dati, seppur apparentemente poco significativi quando presi singolarmente, possono, integrandosi, rappresentare un indicatore di rischio per determinati disturbi del neurosviluppo e generare, quando presenti, degli alert che, pur non potendo definire una diagnosi, esprimono comunque un chiaro significato di richiesta di attenzione nei confronti del bambino. In questo progetto verrà data particolare importanza alla riscoperta della semeiotica neurologica e neuro evolutiva- ha concluso infine l'esperto Fimp- quali elementi di base per dare ricchezza e fascino alla pratica clinica del pediatra di famiglia".
(Wel/Dire)