(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 17 nov. - "Gli studi epidemiologici retrospettivi riportano che il 20% della popolazione generale ha una diagnosi attuale di disturbo mentale e il 50% ha sofferto di disturbi mentali almeno una volta nella vita. Negli studi epidemiologici prospettici queste percentuali sono raddoppiate, suggerendo che i disturbi mentali stiano diventando praticamente ubiquitari. Negli ultimi 20 anni Il fenomeno più pericoloso riguarda l'aumento di 40 volte del disturbo bipolare nei bambini. Non credo che vi sia realmente un aumento epidemico dei disturbi mentali. Penso invece che ci troviamo nel bel mezzo di un'epidemia di diagnosi superficiali e di pratiche prescrittive poco rigorose". Lo sostiene Allen Frances, professore emerito della Duke University, che ha presieduto la task force del DSM IV, e lo ricorda Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), che da tempo si batte contro valutazioni meramente descrittive che trascurano la dimensionalità della storia clinica dei bambini e che finiscono per confondere vulnerabilità e patologia. Un tema molto delicato a cui
l'IdO ha dedicato tre giorni di convegno per affrontare l'argomento da un punto di vista psicologico, neuropsichiatrico e pediatrico.
"Per Ippocrate conoscere il paziente è importante quanto conoscere la malattia- continua lo psicoterapeuta dell'età evolutiva- non bisogna lasciare che i dettagli ci assorbano al punto da perdere di vista il contesto in cui si presentano. Una diagnosi accurata può apportare grandi benefici, ma una diagnosi non accurata può provocare disastri. Oggi più che mai è necessario imparare a leggere i sintomi per comprendere le reali cause del malessere dei bambini- conclude- le loro vulnerabilità e potenzialità di sviluppo nel processo di maturazione".
(Wel/ Dire)