I diritti al centro della conferenza internazionale a Roma, 4-6/12
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 17 nov. - "Uno dei lasciti più preziosi di Jung resta esattamente il suo tentativo di contenere contemporaneamente i capi dialettici della fondamentale universalità degli esseri umani in quanto tali e della loro inevitabile e indispensabile ex-sistenza come produttori di immagini e forme simboliche situate e culturali. Credo che sia proprio questo tentativo che si debba tenere in conto, e non necessariamente le particolari risposte che Jung diede per poterlo affrontare". Con questa chiave di lettura Stefano Carta, professore di Psicologia dinamica dell'Università di Cagliari, introdurrà, nell'ottica della psicologia junghiana, temi quali i diritti civili, l'impegno politico e sociale, il superamento dei conflitti sociali e dei rapporti con i migranti, degli approcci etnopsicologici e dei complessi culturali, che saranno al centro della seconda conferenza internazionale su 'Analisi e Attivismo: Contributi Sociali e Politici della Psicologia Junghiana', in programma a Roma dal 4 al 6 dicembre.
Un evento organizzato per la International Association of analytical psychology (Iaap) dall'Associazione italiana psicologia analitica (Aipa), dall'Associazione per la ricerca della psicologia analitica (Arpa), dal Centro italiano di psicologia analitica (CIPA) e dall'Università Roma 3.
Questo tentativo di Jung è infatti "interessante" proprio perché secondo l'analista svizzero "la psiche è sempre culturale, oppure non è. Il carattere mitopoietico dello psichismo umano, prescindendo da riferimenti a una pulsionalità 'biologica' aculturale cieca e riflessa- aggiunge Carta- fa dell'atteggiamento della psicologia analitica verso il paziente un atteggiamento naturaliter simbolico e culturalizzato".
Se è tanto vero che "nessuno ha mai visto un bambino senza una madre", è altrettanto "vero che nessuno ha mai visto un essere umano al di fuori di un gruppo. E anche queste, alla fin fine, sono dimensioni che, valide dappertutto, rimandano nuovamente all'universale, a sua volta espresso sempre grazie a codici e a linguaggi specifici, stratificati e trasgressivi propri dell'etnia culturale, della comunità, della classe sociale, della famiglia, della relazione intersoggettiva e, soprattutto, dell'equazione personale dell'individuo: alla fin fine l'unica fonte, e sede dei percetti sentiti, dei sentimenti vissuti e dei pensieri pensati. In ognuna di queste aree si articola la presenza di quell'archetipo un po' bistrattato che Jung chiamò 'Persona'. Oltre alla sua natura, per la quale l'individuo cederebbe caratteristiche individuali originali per adattarsi alla media desiderata dalla comunità, la Persona potrebbe, e forse dovrebbe, antinomicamente essere intesa anche come un dono che l'individuo fa al gruppo- conclude Carta- affinché si preservi la dinamica oppositiva dalla quale sorgerà, a sua volta, l'area intersoggettiva terza, ora psichicizzata, del simbolo e, quindi, del culturale".
La prima giornata della conferenza avrà luogo presso la sala della Protomoteca del Campidoglio, le successive si terranno presso l'Università degli Studi Roma Tre. Infine, il 7 dicembre si terrà, presso la sede dell'AIPA, una giornata di discussione e riflessione comune extra-programma, che verterà sull'opportunità di formare una componente internazionale di analisti junghiani interessati a queste tematiche.
L'evento internazionale è aperto a tutti coloro che possono essere interessati, indipendentemente dalla professione. La lingua ufficiale sarà l'inglese. Per favorire coloro che non possono partecipare ai lavori, ma desiderano comunque incontrare i colleghi, è stata organizzata una cena sociale. La partecipazione deve essere prenotata entro e non oltre il 15 novembre, scrivendo a romeconference2015@yahoo.com (Wel/ Dire)